Sep 17 2012

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Do Not Track anche in Chrome

autore: categoria: web analytics

I sostenitori della tesi “Google non si dà mai la zappa sui piedi da solo” avranno un po’ da pensare, dato che anche il browser di Mountain View si avvia buon ultimo verso l’introduzione al supporto al “do not track“: per chi non lo sapesse do not track – DNT da ora in poi – è uno standard in fase di definzione al W3C, adottato da tutti i principali browser del mondo, e addirittura attivato di default su Internet Explorer 10. Attualmente il DNT è implementato nella versione DEV di Chrome; questo significa che se tutto va bene poi passerà alla versione beta, e successivamente arriverà su milioni di versioni stabili in giro per il mondo.

Se un utente imposta il suo browser per non essere tracciato, esso invia sempre un header HTTP indicando la preferenza ai siti web visitati; essi, per contro, dovrebbero evitare di eseguire gli script di tracciamento, ivi compresi quelli dei network pubblicitari. La partita effettivamente si gioca tutta qui: il browser può chiedere di non essere tracciato, ma alla fine è il sito che deve rispettare questa scelta.

Come pensate che finirà? avete paura di veder crollare i vostri dati di monitoraggio?

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11 Commenti

  1. Come finirà? Finirà che i gestori dei siti (soprattutto italiani) ignoreranno bellamente il DNT e continueranno a monitorare le visite. Fino a quando, ovviamente, non arriverà una legge apposita corredata da un software che rilevi se questo tracciamento avviene e faccia partire le multe. A quel punto malediremo Equitalia per le riscossioni.
    Direi, comunque, che per un po’ possiamo stare tranquilli… 🙂

    Più facilmente potrebbero essere attivati blocchi automatici alla rilevazione dei dati dallo stesso Google, se verranno imposti a livello internazionale (con una opzione Opt In obbligatoria).

    Ma tu, Marco, come ti comporteresti? Attiveresti volontariamente il DNT sul tuo sito?

  2. Ciao Marco,
    ma il motivo alla base del DNT cos’è? la privacy?
    Non capisco, mica si può risalire al singolo utente tramite la web analytics. Non capisco quale diritto si vada a ledere attualmente

  3. la web analytics è solo parte del problema. il DNT è nato principalmente per contrastare i sistemi di tracking degli advertiser impedendo – in teoria – di creare profilazioni. Questa pagina la conosci, vero? 🙂
    https://www.google.com/settings/ads/onweb/

  4. Marco: in realtà non è tanto il proprietario del sito, quanto il proprietario del sistema di tracking, a dover decidere. E’ un sistema di “favori”: i browser fanno il favore di supportare l’header, i sistemi di tracking fanno il favore di onorarlo 🙂

  5. @Giulio, aggiungo anche un’altra banale considerazione. Se guardo cartoonito (tv per i bambini), vedrò pricipalmente pubblicità per i bambini, se acquisto in edicola Vogue troverò principalmente pubblicità “moda”…non vedo cosa ci sia di strano e preoccupante in questi due esempi, perchè la stessa cosa non dovrebbe avvenire sul web? Chi ha timori a mio parere ha un po’ di problemi, senza considerare il fatto che preferisco vedere na pubblicità di qualcosa che in linea di massima mi potrebbe interessare che una che non mi interessa affatto (chessò, assorbenti ad esempio).
    Rispondendo a Marco, sì ho paura…spendiamo parecchio in tutte le forme di ADV e non sapere quale funziona e quale no, ovviamente mi preoccupa.

  6. @Marco Come dice giustamente Fabio con la pubblicità targhetizzata l’utente ci guadagna perché trova annunci pertinenti ai propri interessi, quindi potenzialmente utili.
    Il DNT non solo sporcherebbe le campagne ma, se ho capito bene, renderebbe le campagne più fastidiose all’utente. Che geni! [facepalm]

  7. se compro un giornale, la cosa finisce lì. il problema dell’online è che – potenzialmente – si può arrivare fino a nome e cognome delle persone, e per qualsiasi cosa facciano sul web. Ecco il motivo del maggior fastidio verso i tracking.

  8. Marco, mi sento tirato in causa come uno che “ha un po’ di problemi” dato che uso il plugin Do Not Track Plus. Volevo rassicurare Fabio e Giulio circa la pubblicità non mirata: tranquilli, uso anche AdBlock per cui il problema non si pone
    🙂

    Come hai già accennato, la profilazione sul web (così come funziona oggi) è più che invasiva, è totalmente fuori dal mio controllo, genera vantaggi economici a soggetti terzi, non genera nessun vantaggio diretto a me come utente.

    A me questi sembrano motivi sufficienti per combatterla. Se questo atteggiamento si diffonde, sono contento.

  9. @Gaspar 🙂
    Quindi non ti importa se molti siti che vivono di pubblicità dovranno chiudere se tutti fanno come fai tu?
    A me pare equo avere dei contenuti intereesanti e per contro “subire” una pubblicità. D’altra parte, mi ripeto, la tv generalista ha funzionato per anni così. Non solo…il motore di ricerca Google. Immagino che non farai ricerche con questo motore per non essere “violentato” dalle inserzioni a pagamento, giusto? 🙂

  10. @Fabio (scusa il ritardo, ero via):
    Non è che non mi importa, è che sono felice se chiudono. E il paragone con la TV, scusami, è sbagliato per un milione di motivi che conosci anche tu. E Google separa nettamente la pubblicità (che blocco) dalle ricerche. E il mio browser è MIO e ci faccio quello che voglio, ecco.

  11. Qualsiasi norma possa essere introdotta non penso che questa possa impedire il monitoraggio degli utenti da parte di chi la rete la crea e la sostiene e la rende utile fornendo servizi gratuiti, basterà inserire un’altra clausola da accettare per usufruire dei servizi utilizzati tramite iscrizione: mail, social network, forum, e quant’altro. Gli utenti non potranno fare a meno di accettare questo compromesso se vogliano continuare ad utilizzare la rete come la intendiamo oggi, così i dati continueranno ad essere monitorati e si spera condivisi con chi contribuisce a far crescere Internet anche se si tratta di singole persone o piccole realtà.

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