Sep 25 2008

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Google Analytics e gli standard della WAA

autore: categoria: web analytics

logo Web Analytics AssociationLa WAA è la Web Analytics Association, una associazione internazionale che si propone tra le altre cose di definire gli standard in questo campo. Sebbene non abbia l’autorità per imporre nulla, le sue raccomandazioni hanno un ruolo molto forte all’interno della comunità e spesso costituiscono degli standard de facto. Tra i documenti prodotti ed aggiornati con regolarità dalla WAA c’è la lista delle definizioni di web analytics, la cui versione 4.0 finale avevo provveduto a tradurre per il forum GT e che potete trovare anche nel mio blog personale, in questa pagina.

Justin Cutroni di EpikOne ha provveduto ad analizzare quanto Google Analytics sia aderente a questi standard (link non più disponibile), rilevando che solo 19 delle 26 definizioni sono rispettate; in verità delle sette che non corrispondono, soltanto una non è “compliant”, mentre le altre sei semplicemente non esistono in GA. Questo comunque non cambia la sostanza del problema, anche se è decisamente meglio che avere sette metriche completamente sbagliate. Vediamole nel dettaglio (lascio i nomi in inglese):

  • Repeat Visitor: sarebbe il numero di visitatori unici la cui attività consiste di due o più visite durante il periodo di report selezionato. Questa metrica non esiste in Google Analytics
  • Referrer: il referrer è l’url della pagina che ha generato la richiesta per la pagina vista corrente, o per l’oggetto corrente. In Google Analytics il referrer è la pagina dalla quale è stata originata la VISITA, ed è unico per tutte le pagine viste che compongono la stessa visita. viene chiamato Referral. Esiste tuttavia un campo chiamato referral che è compliant con la definizione della WAA e non è disponibile nei report, ma solo come campo filtro.
  • referrer interno: il referrer interno è il referrer che ha un indirizzo interno al sito così come è definito dall’utente. In Google Analytics non esiste.
  • referrer esterno: è il referrer che ha un indirizzo esterno al sito così come è definito dall’utente. Nemmeno questo esiste in GA.
  • search referrer: un referrer interno o esterno il cui URL è generato da una funzione di ricerca. La metrica così com’è definita non esiste, sebbene GA tracci sia le ricerche interne che quelle esterne.
  • original referrer: è il primo referrer di una sessione di visita, che sia esso interno, esterno o nullo. Questa metrica, così definita, non esiste, sebbene sia sostanzialmente analoga al concetto di referral di Google Analytics.
  • single-page visits: visite che consistono in una sola pagina, a prescindere da quante volte essa sia vista. Questa metrica non esiste in Google Analytics.

Come detto poco sopra, le altre diciannove definizioni sono rispettate. A mio avviso se Google Analytics vuole davvero fare un balzo di qualità in avanti dovrà adeguarsi a queste metriche, quantomeno correggere le difformità se non anche introdurre quelle inesistenti. Penso che prima o poi lo farà, anche se è notizia di pochi giorni fa che la WAA ha presentato al pubblico una bozza della prossima versione delle definizioni. La potete trovare sul sito dell’associazione, e adesso conta trenta definizioni e una riorganizzazione delle stesse.

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