Nov 07 2011

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Il Google Analytics di domani?

autore: categoria: javascript

Qualche settimana fa Google ha presentato l’ultima versione del sistema operativo Android, Ice Cream Sandwich, insieme alla terza incarnazione dei telefonini serie Nexus, il Galaxy Nexus. Curiosando nel relativo sito, il buon Tommaso Galli mi fa notare una chiamata piuttosto strana a qualcosa che somiglia ad Analytics:


<script src="//www.google.com/js/gweb/analytics/autotrack.js"></script>
    <script>
      new gweb.analytics.AutoTrack({
            profile: 'UA-19761916-1'
          });
    </script>

basta, questo è tutto. il file autotrack.js è ovviamente minificato come da tradizione Google, ma alcune parti sono ancora leggibili: ci si ritrova dentro la classica coda _gaq.push che tutti conosciamo, con i classici comandi di setAccount e trackPageview, e altre funzioni tipiche. Il nome però è parlante, e così facciamo un test: ricopio tutto il sito in un mio dominio, cambio l’UA con uno dei miei di test e insieme facciamo qualche visita. Effettivamente quelle due sole righe di codice sono equivalenti al normale codice javascript che Google Analytics ci fa copiare su tutte le pagine del sito, con una sola, notevole eccezione: traccia automaticamente – tramite eventi – anche tutti i click fatti su elementi href, distinguendoli in interni ed esterni; quelli interni finiscono in una categoria NAVIGATION (se sono link a pagine) o LINK CLICK (se sono files), quelli esterni in una categoria OUTBOUND CLICK.

Facendo qualche ricerca sul web scopro che non siamo i primi ad accorgerci di questa cosa, che è precedente al sito del Galaxy Nexus: Mohit Jain l’aveva già notato su Google Plus, ed aveva fatto lui stesso dei test, scoprendo tra l’altro anche la funzione heatMapper, che se impostata a true provvede a registrare automaticamente la posizione del mouse per TUTTI i click fatti sulla pagina, anche quando non sono fatti su elementi cliccabili. Cioè la base per creare una heatmap, appunto.

Ora, io non so esattamente se questo sarà lo script di un Google Analytics di domani, ma ogni volta che c’è una semplificazione per l’utente io sono contento. Portare a 2 le righe di codice necessarie al monitoraggio base è sicuramente un miglioramento, e le funzioni aggiuntive si possono sempre aggiungere come adesso, se servono. Quanto al fatto che parte del lavoro che adesso siamo costretti a delegare a soluzioni esterne (jQuery, cose scritte in casa, o il plugin sviluppato da me e Francesco Terenzani) verrebbe svolto automaticamente e autonomamente, beh direi che si commenta positivamente da solo.

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6 Commenti

  1. sicuramente sono poco informato su come funzionano, ma secondo me le heatmap sono una cagata pazzesca 😀

  2. mah, la heatmap in se se la applichi ad una landing o in cerca di qualche evidenza specifica il suo senso ce l’hanno, considerando che te la troveresti credo in ogni pagina e gratis alla fine non sarebbe male, il problema è che per ora sono solo coordinate e numeri 😉

    sarebbe carino fare un programmino con le coordinate e creare un output manuale a partire solo dai vari dati google che di per ora sono illeggibili.

    il più è dato per me dalla semplificazione vedere quello che si riesce a fare con poche righe di codice è veramente interessante.

    SU wt per esempio hai la possibilità di generarti il codice ad hoc con pochi click, scegli da qui: http://tagbuilder.webtrends.com/ che funzioni vuoi nel codice e lui almeno certe te le carica al volo, non male, però poi l’output è più ingombrante.

  3. No, le heatmap sono ottime invece. Su un ecommerce ad esempio sono molto utili per ottimizzare i richiami all’azione e ti permettono di identificare facilmente eventuali elementi disturbanti all’interno di una canalizzazione.

    Ottimo ritrovamento Marco (e Tommaso)!

  4. Mando in pensione crazy egg e (forse anche) clicktale?
    Che colpaccio!

  5. Tommaso, il programma ce l’ho già mezzo pronto (e usava proprio gli eventi di GA), l’ho mostrato come prototipo a un corso a Verona. Dovrei solo trovare il tempo di finirlo e interfacciarlo con le API 😀

  6. Ciao, leggendo dal tuo blog ma anche usando quotidianamente Google Analytics si può vedere come ci sia grande fermento intorno a questo strumento. Google si è resa conto che ha tra le mani una vera “fonte di utenti” e sta diventando quasi uno standard 8anche rispetto a soluzioni costose…e sappiamo che esiste anche GA a pagamento).
    la tua ricerca è a dir poco notevole e i risvolte semplificativi del nuovo metodo tracciante HREF sarebbe perfetta, in linea con le nuove strategie Google!
    Grazie, ciao

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