May 23 2018

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Arriva la cancellazione dei dati del singolo utente

autore: Marco Cilia categoria: API

Quasi al fotofinish, il GDPR entra in vigore tra due giorni, Google rilascia la User Deletion API che come si intuisce dal nome è la funzione per cancellare i dati dalla piattaforma i dati puntuali di un singolo utente, dove “utente” sta per clientID, userID o identificativo dell’utente dentro a una app.

L’API prende come input sostanzialmente tre parametri: il tipo di identificativo che stiamo passando (appunto, se si tratta di un client/user ID o di un’app), l’identificativo stesso e la property (web o Firebase) dove cancellare i dati.
Esiste poi un ulteriore parametro che però sinceramente non ho compreso bene: si tratta del DeletionRequestTime, che dovrebbe indicare una data fino a quando cancellare i dati; io non ho capito se si intende “da oggi indietro e fino a…” oppure “dall’inizio dei dati e in avanti fino a…”, anche se propenderei per la prima ipotesi.

Il fatto che sia stata rilasciata un’API da un lato è sensato, perché si può automatizzare facilmente il lavoro, dall’altro rende difficile cancellare un singolo utente per chi non è affine al mondo delle interfacce programmatiche. In ogni caso secondo me basterà aspettare un pochino e si vedranno fiorire servizi basati su questa API. So per certo che l’autore del package di R “GoogleAnalyticsR” ha già implementato la feature e la sta testando, per cui se siete soliti utilizzare quel package è solo questione di tempo…


Jul 02 2014

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Data import e query time mode: grosse novità!

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium

Durante l’ultimo summit dei partner a San Francisco Google ha annunciato che la funzionalità che prima si chiamava Dimension Widening sarebbe stata rinominata semplicemente Custom Data Import: attraverso di essa si potranno caricare dati di costo o ampliare informazioni presenti in piattaforma. Per i dati di costo è solo un rebranding della funzionalità, mentre per l’ampliamento delle dimensioni c’è una novità importante, ovvero la possibilità di non usare le API e di caricare semplicemente dei file CSV.

Ovviamente le cose non sono così semplici come sembrano a prima vista, come spesso accade per le grosse novità nel prodotto la funzionalità viene prima lanciata e dopo semplificata: se siete interessati vi invito a leggere la documentazione a riguardo, mentre per partecipare alla beta è necessario compilare la domanda usando questo form

Per gli utenti Premium invece c’è un’altra succosissima novità: il cosiddetto Query Time Mode, cioè la possibilità di modificare i dati pregressi. Beh, in verità non è esattamente così, anche se il risultato è praticamente lo stesso: quel che accade è che la funzionalità di data import non modifica perennemente i dati durante il calcolo, ma applica uno “strato” sopra ai dati che vengono visualizzati nel prodotto. Facciamo un esempio pratico, taggo un certo annuncio di campagna usando un solo parametro ?campaignID=12345. Attraverso il Query Time mode carico un file che dice a Google Analytics che campaignID 12345 corrisponde a sorgente A, mezzo B, campagna C e content XYZ. Dentro al sistema vedo questi dati.
A fine campagna mi viene notificato che in realtà la creatività usata era diversa, alla fine l’agenzia ha usato un formato ZZZ. Modifico il file, lo carico nuovamente e voilà: anche i dati pregressi cambiano. Il Query Time mode rappresenta un grosso passo avanti nella “parificazione” dei dati in possesso dell’azienda con i dati di Google Analytics: gli usi sono moltelpici e le possibilità di analisi che apre sono tante.
Purtroppo come detto, per ora la funzionalità è disponibile soltanto agli utenti Premium. chissà che prima o poi non discenda anche sulla free, come già successe per i modelli di attribuzione…


Jun 30 2014

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Ricapitoliamo quel che succede…

autore: Marco Cilia categoria: generale

Manco da un po’ di tempo, ma ci tengo lo stesso a darvi un po’ di notizie su cosa è accaduto nel mondo Google Analytics e dintorni nel frattempo 🙂

Partendo dal blog ufficiale, Premium ottiene le API non campionate; attraverso di esse si possono ottenere informazioni sui report non campionati esistenti, si può creare al volo una richiesta di report non campionato, si può controllare lo stato di avanzamento del calcolo di un report non campionato e infine si può avere il link dal quale scaricare un report non campionato.
La feature è utile perché, come al solito, permette di integrare al di fuori del pannello operazioni che tipicamente possono essere svolte solo da dentro all’interfaccia: nel caso di Premium la cosa è ancora più utile perché non tutte le funzioni aziendali hanno accesso a tutti i report e tutti i dati, e molti si basano sull’uso di API per interrogare solo i KPI di interesse. Se però i KPI di interesse sono fortemente campionati, fino ad ora non c’era altra possibilità che andare sul prodotto e richiedere il report unsampled, mentre adesso anche questa operazione può essere svolta tramite API.

Altra novità recente è la suddivisione semi-automatica tra le keyword di brand e quelle non di brand; il sistema provvede ad estrarre quelle che secondo lui sono le chiavi di brand, ma è ovviamente possibile modificare a piacimento la configurazione. Una volta terminata questa oeprazione Analytics chiederà di poter creare due nuovi canali nel raggruppamento predefinito dei canali: uno per le chiavi di brand e uno per quelle unbranded, che si andranno a sostituire progressivamente al canale di default “Paid Search”. Questa classificazione esiste soltanto per le chiavi a pagamento (non solo per AdWords), mentre per via del fenomeno delle (not provided) non si può applicare (e non avrebbe senso farlo) al traffico organico.

Per quanto riguarda le novità di prodotto vere e proprie, segnalo che per l’ennesima volta è stata rifatta l’interfaccia dei segmenti avanzati, sia nella parte di visualizzazione sia nella parte di creazione.
La nuova visualizzazione dei canali ora si presenta così

Schermata 2014-06-30 alle 23.25.45

se non volete a tutti i costi usare la freccia verso il basso per rimuovere un segmento, vi svelo un trucco: basta trascinarlo ‘via’ 🙂

L’interfaccia di selezione ora si apre per impostazione predefinita in modalità “verticale”, garantendo finalmente la leggibilità dei segmenti con i nomi più lunghi:

Schermata 2014-06-30 alle 23.28.52

E’ stato introdotto anche un comodo selettore “selezionati”, che provvede a scremare soltanto i segmenti attivi: quante volte volevate togliere un segmento e siete stati costretti a scorrere più volte su e giù il menu perché non li trovavate? 🙂

Ho notato da qualche giorno che nelle dimensioni secondarie è comparso un raggruppamento “ora”. Sebbene data, ora e ora del giorno siano sempre stati selezionabili, adesso il numero di dimensioni è molto più cospicuo e comprende cose interessanti come ad esempio:

  • giorno del mese
  • giorno della settimana
  • mese dell’anno (03) e mese dell’anno (201403); pessima traduzione di due concetti diversi :-/
  • minuto (001036, inteso come minuto del giorno) e minuto (05, inteso come minuto dell’ora)
  • nome del giorno della settimana
  • settimana ISO dell’anno ISO

e altri ancora. Quando si fanno analisi granulari sono dimensioni che possono tornare MOLTO utili…

infine giovedì e venerdì scorso si è tenuta la prima edizione italiana dell’ Emetrics summit, evento di caratura mondiale dedicato esclusivamente al mondo della misurazione. Oltre ad aver incontrato Jim Sterne, padre fondatore della web analytics e della Digital Analytics Association, e ad aver rivisto molti amici e colleghi, Tommaso Galli ha tenuto uno speech dove tra l’altro ha ribadito con questo video l’importanza di usare un TagManager per la gestione dei tag di marketing. Un po’ quello che cercavo di spiegarvi qualche tempo fa, sotto un’altra ottica… 🙂


Apr 17 2014

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Regalini di Pasqua dal team GA

autore: Marco Cilia categoria: API

Un po’ di novità, grandi e piccole, annunciate più o meno formalmente, di questi giorni:

  • I segmenti utenti e sequenza sono ora disponibili tramite API: se non li state utilizzando, o peggio non sapete che esistono, è male! Si tratta di segmenti potentissimi in grado di rispondere a domande complesse del tipo “quanti hanno visto la pagina A seguita immediatamente dalla pagina B?”, “quanti utenti hanno generato, nel totale delle loro visite, entrate per oltre 500 euro?” e così via. Ora questa potenza arriva anche nelle API, e questo significa che verranno prodotti interessanti tool di terze parti basati su questa feature interessantissima!
  • property miste siti/app: fino ad oggi se si provava ad inviare dati da una app mobile e da un sito web verso la stessa property accadeva una cosa particolare, ovvero che una delle due tipologie veniva automaticamente scartata. Con l’avvento di Universal Analytics questa cosa non solo perde senso, ma anzi diventa fondamentale poterlo fare, perché a condizione di riconoscere il medesimo utente si potranno usare, come già detto, i report multidevice. La limitazione quindi è stata rimossa
  • Cambio di nome per alcune metriche: Visite scompare e diventa “sessioni” (e tutte le metriche correlate come sessioni/visita subiscono la stessa sorte). Visitatori Unici diventa semplicemente “utenti”. Questo permette di uniformare i concetti tra app mobile e siti web, anche in virtù di quanto detto nel punto precedente.

Quale delle tre vi piace di più?


Nov 05 2013

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Dimension Widening: la prossima “big thing” di questo prodotto

autore: Marco Cilia categoria: API

Non ancora comparsa sul blog ufficiale, ma ampiamente pubblicizzata da Justin Cutroni e dal Google Plus del team di GA, ecco fare capolino all’orizzonte la prossima dirompente rivoluzione di questo prodotto: il Dimension Widening, che ancora non ha un nome nell’interfaccia italiana si trova nella voce “importazione dati” a livello di property.

Si tratta in buona sostanza di un sistema per aggiungere informazioni ai dati che verranno presentati nei report. Una cosa che è già possibile fare a due livelli, ma questo ne aggiunge un terzo, e molto più interessante:

  1. il primo livello è l’aggiunta di informazioni a hit, sessioni o utenti tramite le custom dimension e metrics, per chi è già passato a Universal Analytics; è il modo con cui in passato si aggiungevano sino a 5 variabili personalizzate, ora divenute 20 dimensioni e 20 metriche; lo svantaggio è che questo deve essere fatto contestualmente alla hit e alla sessione di visita, e richiede modifiche allo script (o alla configurazione dei tag sul TagManager)
  2. il secondo livello è l’import dei dati di costo, che consente di importare e associare dati di costo e preclick anche per periodi PASSATI. Sebbene esistano alcuni tool, anche online, per semplificare il processo, si tratta di una operazione non proprio alla portata di tutti, e comunque limitata ai suddetti dati.
  3. il terzo – nuovo – livello è appunto il dimension widening, di cui ironia della sorte si accennava già nel post di annuncio di Universal Analytics linkato sopra. I vantaggi di questo livello sono due: si opera con un file CSV e permette di aggiungere informazioni a pressoché qualsiasi dimensione o metrica presente sullo strumento

Avete letto bene, ho scritto “aggiungere informazioni a pressoché qualsiasi dimensione o metrica”. Partiamo dall’esempio più semplice: un e-commerce di libri salva il numero ISBN di ogni libro che mettiamo nel carrello in una dimensione personalizzata. Se volesse riflettere in piattaforma tutti i dati che conosce su ogni ISBN, dovrebbe far parlare il database dei libri con il CMS del sito, e popolare al volo tante custom dimensions quante informazioni conosce su ogni libro. In questo modo potrebbe avere report sul genere o l’autore più inserito nei carrelli, che non necessariamente si riflettono poi nei generi e autori più acquistati.

Con le custom dimensions invece dovrebbe salvare su Google Analytics un grande file CSV con tante righe quanti sono i libri, e in cui ogni riga ha come chiave l’ISBN e come colonne aggiuntive le informazioni. Istruendo GA a considerare la custom dimension che contiene l’ISBN come chiave del dimension widening, lo strumento popola i report di conseguenza durante l’analisi, senza bisogno di mettere in piedi tracking “al volo”.

Se questo è chiaro possiamo passare allo step successivo: ripetete l’esercizio mentale con metriche o dimensioni (ad eccezione di variabili personalizzate, dimensioni e metriche relativi ai prodotti e-commerce, dimensioni relative alle campagne, dimensioni relative al tempo o alla geografia) che sono già presenti normalmente sullo strumento! 🙂
Un esempio pratico? metadati relativi a tutti gli URL del vostro sito: autore, categoria, data di pubblicazione, tags…

Il processo è descritto nel blog di Justin, e non è proprio “1 click”, ma non è nemmeno impossibile da seguire. Per siti con grandi volumi di informazioni da mantenere aggiornate è disponibile una API per uploadare file CSV aggiornati, in modo che le informazioni in piattaforma non siano obsolete. Questo anche perché è bene ricordare che le modifiche apportate attraverso il dimension widening non sono applicate retroattivamente ai dati già registrati, ma vengono applicate in fase di analisi ai dati futuri. Tanto quanto i filtri, sbagliare qualcosa può avere effetti indesiderati, quindi consiglio di fare prima delle prove su profili e account di test, giusto per essere sicuri…


Nov 03 2013

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novità nelle API: adsense e nuovo explorer

autore: Marco Cilia categoria: API

Il giro delle novità all’incirca è sempre lo stesso: nuove funzionalità, nuove interfacce, nuovi report… e alla fine nuove API, per fare in modo che le novità siano disponibili anche senza accedere all’interfaccia grafica.
In realtà le novità per le API annunciate a fine ottobre riguardano i dati di AdSense, che su Analytics ci sono già da un pezzo, ma che per qualche motivo non erano mai stati integrati nei possibili export dei dati da Google Analytics.
Adesso nelle API ci sono 8 metriche che riguardano i dati di AdSense. Potrei farvi l’elenco, ma siccome è stato anche rifatto il visualizzatore di metriche e dimensioni, ne approfitto per linkarvelo:

Dimension & Metric Reference

La novità più saliente del visualizzatore è la possibilità di vedere la mappatura tra il nome visualizzato sull’interfaccia e il corrispettivo nelle API; a volte infatti non è sempre chiaro quale metrica o dimensione bisogna richiamare per avere il risultato atteso. Molto comodo anche il filtro di ricerca “al volo”, che permette di arrivare velocemente a scremare le metriche e le dimensioni che ragionevolmente ci si aspetta di dover ricercare per risolvere il problema corrente.


Aug 28 2013

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Nel frattempo…

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium

Come dicevo nel post precedente, anche durante la settimana di Ferragosto il team di Google Analytics non riposa, ed in effetti ci sono state un po’ di novità sugli strumenti che usiamo tutti i giorni. Iniziamo dai post apparsi sul blog ufficiale:

  • Tag Manager Mobile e GA Services SDK: vi avevo già parlato del Tag Manager per applicazioni mobile in occasione della sua presentazione al Google I/O 2013. E’ venuto il momento di farlo conoscere al grande pubblico e il blog ufficiale ce ne da riscontro. Degli indubbi vantaggi che esso apporta ad una applicazione mobile vi ho già detto (vi ricordo solo la killer feature di bypassare le richieste di ripubbliccazione agli store), mentre una novità è che da adesso gli SDK di Analytics e del Tag Manager sono racchiusi in un unico set di files, chiamato Google Analytics Services SDK. Questo significa che importare il file nel progetto consente di utilizzare sia GA sia il Tag Manager Mobile.
  • Data Driven Attribution Tool (Premium only): si tratta di un sistema automatizzato di analisi del miglior modello di attribuzione disponibile in base ai dati presenti nel proprio account. Fino ad ora il Multi Channel Funnel e i modelli di attribuzione ci hanno aiutato a capire meglio il cosiddetto customer journey, ma si trattava pur sempre di rendicontazione di qualcosa che accade. Questo nuovo set di tool si spinge oltre, e permette di esplorare le variazioni basando le sue decisioni su algoritmi e probabilità di conversione. Una volta definito il proprio goal, il modello analizza i path di conversione e crea il “modello ideale” di attribuzione, e lo aggiorna con regolarità, permettendo anche di confrontare i risultati del modello automatizzato con uno dei modelli predefiniti disponibili nel sistema. E’ disponibile soltanto ai clienti GA Premium
  • Metadata API: si tratta di un nuovo set di API, in grado di semplificare la vita a chi usa le API 🙂 sembra un gioco di scatole cinesi, ma in effetti non lo è. Al momento, se Google rende disponibile una nuova metrica o dimensione attraverso le API lo sviluppatore di un tool deve prima sapere che questo è accaduto e poi modificare la sua applicazione di conseguenza. Se è un servizio web gli utenti sono facilitati, se si tratta di un software si rende necessario far scaricare una nuova versione. Usando le Metadata API questo fatto verrebbe automaticamente esposto all’applicazione, che potrebbe semplicemente leggere il nuovo valore, il suo nome e i suoi attributi ed essere programmata per esporre sempre tutti gli attributi presenti. Faccio un esempio pratico: per una certa dimensione GA mi permette di fare query su 3 diverse metriche. L’applicazione visualmente me le propone. Google espone nelle API una nuova metrica per quella dimensione. Dopo aver fatto “un giro” con le metadata API l’applicazione mi presenta automaticamente anche la quarta metrica come disponibile per quella dimensione. Si tratta di un’automazione molto importante affinché le applicazioni che si basano sulle API siano sempre aggiornate. E’ una innovazione talmente importante che Google ha deciso di applicare una nuova policy di deprecation ovvero di cessazione del supporto a cose obsolete riguardante le API: se qualcosa viene deprecato le metadata API restituiranno DEPRECATED per almeno 6 mesi, e poi BAD REQUEST, consentendo anche in quel caso di aggiornare le applicazioni in modo automatico
  • Supporto document.write nel Tag Manager: da qualche giorno utilizzando un tag HTML custom nel Tag Manager appare la scritta “Supporto document.write. Google Tag Manager offre un nuovo motore sperimentale per il rendering dei tag HTML personalizzati. Include un supporto per le chiamate a document.write()”. Questa cosa era impossibile sino a qualche tempo fa, ma è molto importante perché di fatto consente di infilare dentro al Tag Manager qualsiasi tag, anche quelli che fino ad ora si era detto che non si potevano inserire perché – appunto – ristretti dal fatto che contenessero una direttiva document.wirte. Va notata la parola “sperimentale”, quindi usate questo tipo di tag ancora con cautela; come tutte le novità è bene fare delle prove prima di mandare cose in produzione 🙂

Aug 02 2013

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API in tempo reale

autore: Marco Cilia categoria: real-time

Altra novità a sorpresa del team di Google Analytics sono le API per il real time, ovvero un modo per interrogare GA e farci dire cosa sta succedendo in questo momento. Il che, se ci pensiamo, apre le porte ad un mondo molto vasto e interessante di possibili applicazioni, che vanno ben oltre il monitoring, peraltro già possibile con i report real time e i custom alerts.

Innanzitutto le premesse: è una API in beta, e bisogne richiederne l’attivazione qui. In secondo luogo è bene leggere la documentazione, ad esempio per scoprire che i segmenti avanzati non sono disponibili in questo tipo di interrogazioni.

Detto questo, come dicevo, le applicazioni sono molte e molto varie: si va dalla possibilità di avere il numero di visite su un orologio PebbleWatch (niente di incredibile, ci sono già app Android con widget che hanno il dato) a quella di costruire dinamicamente un sito o un pezzo di sito con i contenuti più visti in quel momento. Oppure, da verificare, alla possibilità di interrogare GA con informazioni sul cookie che sta facendo la visita (questo magari non si può fare, ma a tendere mi sembra una bella applicazione).

Se volete avere un’idea di cosa si potrebbe fare e dei risultati ottenibili, potete usare questo Explorer Stand Alone. Giochino pronto per l’estate 🙂


Jul 10 2013

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novità nelle API: 40 nuovi dati

autore: Marco Cilia categoria: API

L’ultima volta che c’è stata novità nelle API era inizio Aprile (inserimento degli experiment ID e variant) e da allora non è più cambiato nulla. Ora il team ci informa che – di colpo – sono disponibili 40 nuovi datapoint, cioè possibili punti di interrogazione, nelle esportazioni possibili.

Questi datapoint comprendono, tra l’altro, molte dimensioni relative all’app tracking (screenName, AppName, isTablet), alcune relative alla nuova possibilità di registrare transazioni nella valuta locale e altre relative ai periodi temporali.
Su quest’ultimo punto, in particolare, alcuni potrebbero non ritenere degne di nota le novità, ma garantisco che avere la possibilità di estrarre direttamente il dayOfWeekName o la isoWeek consente di evitare numerosi calcoli necessari a posteriori dell’estrazione del dato.

E’ anche presente un datapoint denominato fullReferrer, ma al contrario di quanto ci si possa aspettare dal nome, non rappresenta il referrer completo della querystring (come si avrebbe usando un normale filtro) ma solo la combinazione dominio+path (ovvero quel che era già possibile interrogare con un custom report)


Jun 05 2013

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API per i content experiments

autore: Marco Cilia categoria: API

Questa mossa me l’aspettavo praticamente da quando esistono i content experiment. Questo perché la maggior parte delle volte che si ha a che fare con un esperimento, esso va eseguito su di un CMS. E quale modo migliore per agevolare chi usa CMS, specie quelli famosi, se non creare una API che può essere sfruttata programmaticamente in modo facile, perché qualche sviluppatore ha creato un modulo o un plugin?

Questo credo sia solo una delle motivazioni che ha spinto il team di Google Analytics a creare la nuova API per i Content Experiment, annunciata ieri.
I vantaggi principali dell’uso dell’API al posto del normale snippet di codice sono riassunti così:

  • esperimenti senza redirect: lo snippet attuale fa un redirect usando javascript. L’uso di API consentirà di evitare questo passaggio, e di informare il sistema che è stata servita una versione A o B sul medesimo URL
  • testing di “cose” lato server: si potranno testare anche “cose” che l’utente non vede, perché avvengono lato server. L’esempio che fanno sul post ufficiale è un algoritmo o un reccomendation engine. Ad esempio si possono usare due diversi set di post consigliati, basati su query diverse, e capire quale dei due funziona meglio nel servire post che poi vengono cliccati.
  • logica personalizzata negli split: per chi non volesse usare l’algoritmo denominato “multi armed bandit” potrà implementare una propria logica per servire le variazioni, magari tornando al classico 50/50
  • testing con il protocollo di misurazione: Universal Analytics permette di comunicare con Google Analytics attraverso un protocollo di misurazione, e quindi permette di tracciare anche cose diverse da siti web. Usando l’API dei Content Experiment e il protocollo di misurazione sar possibile fare A/B test anche su questi oggetti che non rappresentano siti internet.

Insomma, come tutte le nuove API che vengono introdotte, bastano poche righe per annunciarle, ma aprono moltissime possibilità per tutti, developer, persone con le idee e utilizzatori finali 🙂