Mar 18 2012

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Martedì, puntate gli orologi

autore: Marco Cilia categoria: generale

Una delle cose che più odio di Google Analytics è quando vengono fatti annunci a sorpresa 🙂 Se vi ricordate, quando ci fu il doppio annuncio “premium / real time” io ero in pizzeria. Molto meglio essere preparati per tempo, non trovate? ad esempio quando qualcuno del team dice “il giorno x all’ora y sarò a quella conferenza”. Magari non succede niente, come all’ultimo GAUGE, magari invece annunciano qualcosa, come durante l’ultimo LeWeb a Parigi.

Ecco, quando si scomodano addirittura un post sul blog ufficiale, un tweet di Phil Mui

e la presenza di Avinash Kaushik è un po’ come essere in una sospensione temporale, o con i pianeti allineati, e bisogna a tutti i costi attrezzarsi con smartphone o tablet, se proprio non si può essere davanti a un computer a seguire la timeline di Twitter o gli hashtag dell’evento. Quindi Martedì 20, tra le 10 e le 11 del mattino ora di New York, tutti a seguire il contenuto del keynote “Social Media as a Performance Channel with Google Analytics”. Cosa vi aspettate che succeda?


Nov 16 2010

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Prossime apparizioni

autore: Marco Cilia categoria: generale

C’è un motivo per cui nell’ultimo periodo ho scritto poco: stavo finendo di preparare/sistemare il materiale per il corso base e l’avanzato della settimana scorsa. Adesso che le date sono passate credo che potrò tornare ad avere un pochino di tempo per riflettere, ideare, sperimentare e rendervene conto qui sul blog.

Già che ci siamo volevo ringraziare tutti gli allievi dei due corsi, per aver sopportato le piccole magagne tecniche, la mia parlantina e il mio accento genovese, per non essersi addormentati platealmente durante le fasi finali di ogni giornata. Devo dire che mi piace stare insieme a persone che come me apprezzano Google Analytics, ascoltare le idee e le domande: anche quelle apparentemente più facili possono essere foriere di spunti interessanti da sperimentare.

Prima di tornare a capofitto nei report, nei numeri e nelle percentuali, volevo anche dirvi che l’anno prossimo parteciperò a due eventi, stavolta non come docente ma come pubblico. A Febbraio partecipo al Corso SEO Swing di YoYo – Formazione rotolante, tenuto da Enrico Altavilla e Piersante Paneghel di SearchBrain. A Marzo invece accorro numeroso al Be-Wizard, dove torna quel ciclone di Avinash Kaushik e dove sarà presente anche Randy Fishkin di SEOmoz.

Se siete da quelle parti – e non mi viene in tasca nulla se vi consiglio di esserci 🙂 – come al solito fate un fischio che scambiamo due parole!


Jul 26 2010

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Il secondo libro di Avinash in italiano!

autore: Marco Cilia categoria: generale

Poiché la web analytics sta – finalmente, direi – diventando un tema centrale nella vita lavorativa di chi opera nel web, sempre più spesso mi trovo a dover rispondere alla domanda “che libri mi consigli?”. Una parziale risposta l’avevo data in questo post molto vecchio “bibliografia essenziale“, anche se le cose sono un po’ cambiate negli ultimi due anni, ma poiché molti preferiscono libri scriti nel nostro idioma oggi sono piuttosto contento di potervi dire che l’ultima fatica del nostro guru preferito, Avinash Kaushik, è da oggi disponibile anche in italiano. Il libro è edito da Hoepli, che ne ha curato anche la traduzione, e il responsabile dell’evento è Alessio Semoli.

Io ovviamente mi ero già da tempo munito della versione in lingua originale, quindi non credo procederò all’acquisto; se voi invece siete interessati potete trovarlo su Amazon.it


Nov 24 2009

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La mia presentazione al RWME

autore: Marco Cilia categoria: web analytics

Io e Avinash al RWME

Ho avuto l’onore di fare una presentazione subito dopo Avinash Kaushik al Rimini Web Marketing Event 2009. E’ stata una emozione fortissima, e anche una fonte enorme di stress nei giorni precedenti. Per quanti non fossero presenti, riassumo qui i contenuti.

Il futuro della web analytics: orizzontale o verticale?

Dopo aver fatto un brevissimo riassunto di cosa è stata e cosa è oggi la web analytics, poiché non puoi capire chi sarai se non sai chi sei – ho iniziato a tratteggiare alcuni aspetti coi quali dovremo fare i conti prima o poi, partendo da una citazione di Eric Peterson.
La prima questione posta riguarda l’orizzontalità o la verticalità dei prossimi sistemi di WA: con sistema verticale indico strumenti in grado di analizzare nicchie particolari o ambiti molto ristretti e specifici (ad esempio BandMetrics, per i gruppi musicali e le case discografiche, o le statistiche demografiche della fan page su Facebook), con strumenti orizzontali indico sistemi omnicomprensivi in grado di analizzare la nostra presenza sul web più o meno ovunque essa si manifesti (le suite complete di Webtrends e Omniture, ad esempio). Poiché oggi usiamo troppi codici per tracciare tutto, e questo è male sia per noi che per gli utenti, la strada sembra abbastanza tracciata in favore dei sistemi orizzontali, perché spesso non ci servono strumenti diversi, ma viste diverse sugli stessi dati. Tra l’altro ho portato l’esempio di MeasureMap e Feedburner, due strumenti verticali che oggi sono integrati in Google Analytics e che lo rendono più orizzontale.

Integrazione

Altra questione interessante per il futuro della WA è l’integrazione dei dati: se torniamo all’esempio precedente, ha senso sapere che ho 20000 persone sulla fan page di Facebook e 15000 sul sito se poi non sono in grado di capire se 3/4 sono le stesse persone?
Ieri l’integrazione dei dati veniva fatta manualmente su Excel, oggi sono disponibili delle API che permettono di astrarre di un livello l’operazione, domani quando le fonti saranno ancora più numerose i sistemi di WA dovranno prendersi in carico l’onere di decidere un formato condiviso per l’integrazione e dovranno essere fornite di API bidirezionali, poiché non è detto che tutto vada integrato nel medesimo posto per tutti, le necessità saranno molteplici.

Manipolazione

Oggi la web analytics è sostanzialmente descrivibile con un diagramma di flusso: raccolta dei dati grezzi, analisi e memorizzazione, reportistica. Con il crescere delle fonti e delle necessità potrebbe diventare sempre più reale l’esigenza di manipolare direttamente i dati (grezzi o memorizzati, ma comunque prima della fase di reportistica). La manipolazione di ingenti quantità di dati richiede però potenza di calcolo e capacità di storage, che quindi si tramutano in costi infrastrutturali, richiede la presenza di qualcuno che si occupi di decidere quali sono le viste sui dati interessanti, e soprattutto si presta ad errori di manipolazione, che sono potenzialmente molto dannose per le decisioni di business legate alla web analytics.

Video Analytics

Che i video siano ormai un grande veicolo di marketing e fonte di visite è cosa nota, e come tutte le cose che hanno a che fare con il marketing e la promozione, i risultati vanno misurati. Al momento Youtube fornisce qualche informazione tramite Insights, ma non è abbastanza. Shinystat ha in corso di brevetto una tecnologia per mostrare i punti di interesse sul video, sicuramente interessante, ma visto che in futuro non si potrà prescindere dal video, non si potrà prescindere dalla video analytics. Oggi analizziamo video in molte forme (su portali terzi come Youtube, Vimeo, ecc o sui nostri siti, sia “statitici” che in streaming) ma sappiamo sempre a priori che un video ci sarà. Domani avremo bisogno di tracciare anche streaming che partono in tempo reale (avete mai usato Qik o Livestream?).
Inoltre alcuni banner evolveranno in video, quindi sarà necessario analizzare anche il comportamento degli utenti su di essi e comunque video professionali richiedono un budget generoso e meritano un calcolo molto puntuale del ritorno dell’investimento.

Mobile Analytics

Il web fruito da mobile ha tassi di crescita elevati e una penetrazione dilagante, complici gli abbassamenti dei costi di connessione. Per contro quasi tutti i fruitori di smartphone evoluti sono propensi alla spesa (si pensi al mercato delle applicazioni per Iphone e Android, ad esempio). Come stimolo ulteriore per l’analisi mobile vi è il fatto che la fruizione da mobile ha necessità completamente diverse da quelle desktop. Esigenze del navigatore da telefonino sono reperire informazioni, più che svagarsi, la navigazione è tipicamente “mordi e fuggi” con alto tasso di rimbalzo, che quindi non sempre va interpretato con una negativa esperienza utente.
I tempi sono quindi spesso piccolissimi, il fruitore mobile non aspetta che la pagina si carichi per gli stessi minuti di un utente desktop, ha fretta; si collega a qualunque ora del giorno e della notte (anzi, spesso più la sera quando non ha il computer dell’ufficio), e anche se è perennemente connesso a internet fa visite di pochi minuti, se non di pochi secondi. Infine la connessione avviene ovunque ci sia necessità di avere un’informazione, in piedi, sull’autobus, in macchina, al ristorante.

App Analytics

Con App Analytics intendo la possibilità di tracciare puntualmente cosa un utente di smartphone fa sulle applicazioni create da noi, e non necessariamente legate al web. Addirittura ipotizzando che il tracciamento possa avvenire senza una connessione internet, quindi in differita, e i dati possano essere inviati al sistema di analisi alla prima occasione utile, operazione che ridurrebbe un po’ l’efficacia dell’analisi, ma sempre meglio che non avere nessun dato. Un utente appena fidelizzato di un albergo (quelli di lunga data alzano il telefono o prenotano di anno in anno infatti) potrebbe avere il piacere di avere un’applicazione che gli consenta in tempo reale di verificare se in una certa data è disponibile una camera, magari perché sta consigliando l’hotel a un amico. Tracciarlo significherebbe avere a disposizione un’informazione su un desiderio e una necessità che non verrebbero espressi con una azione classica (una visita sul sito e/o una conversione).

Phone Tracking

Oggi tracciare le telefonate generate da un sito web è una operazione piuttosto farraginosa, basata su questionari individuali fatti al momento della chiamata e poco integrati con i sistemi di web analytics. La via più semplice è quella di mettere sul sito un numero differente e capire quanti lo usano, ma in futuro si diffonderanno sistemi come Mongoose e Adinsights, che mostrano numeri differenti a persone differenti e quindi sanno sempre puntualmente quale pagina ha generato quale chiamata. Questo porta ad una unificazione dei dati on e offline, e permette di recuperare audience del sito che normalmente sfugge ai sistemi di tracciamento. Inoltre in questo modo il calcolo del ritorno dell’investimento sul sito è più puntuale e comprende anche i lead generati con un sistema tradizionale come il telefono. E questo per non parlare del Voice-over-IP, su cui però non ho ancora riflettuto abbastanza 🙂

Game Analytics

Il tema della game analytics lo avevo già affrontato su questo blog, ve ne ricorderete. Dopo ho avviato una discussione (invero piuttosto lenta, per via dei miei impegni) con Federico Fasce di Urustar sul valore dei sistemi di achievement, e direi che siamo concordi nel dire che un trofeo ha un alto valore di convincimento nel giocatore/utente, e che dare un trofeo a fine livello dopo una certa serie di operazioni è sostanzialmente uguale al registrare un obiettivo sul sito dopo un funnel predefinito. Se in futuro ci sarà una integrazione tra il concetto di visitatore e di giocatore (per esempio perché un hotel mette sul sito un gioco con un palio una camera per un week end) si avranno a disposizione moltissime informazioni di qualità sulla persona.
Ovviamente quando parlo di game analytics non intendo solo e soltanto i metaversi con avatar 3D, alla second life, ma in generale tutti i giochi online. Ho portato l’esempio di Pet Society su Facebook, che solo all’apparenza è un giochino futile, e invece porta parecchio denaro alla Playfish che lo realizza, poiché si possono acquistare con denaro vero oggetti per il proprio pupazzetto. Inoltre la Playfish ha a disposizione le informazioni demografiche di tutti i giocatori, e così torniamo al discorso del verticale.
Per quel che invece concerne strettamente i metaversi, la possibilità di sapere dove i giocatori si soffermano e dove guardano porterà il vantaggio competitivo di poter proporre la creatività corretta alla persona giusta nel momento giusto e nel posto giusto!

Everything goes digital

Al giorno d’oggi tutto sta diventando digitale e massivo. Ho portato l’esempio dell’audiocassetta, che da qualche anno si è trasformata in mp3, e oggi è podcast, fruibile in massa via internet (quindi tracciabile). Poi mi sono spinto oltre, indicando il libro cartaceo, che prima è divenuto brevemente pdf e oggi è ebook, fruibile in massa e via internet. Sicuramente tracciare il download di un ebook (ma anche di un pdf) è cosa buona e giusta, ma domani, quando gli ebook reader tipo Kindle saranno molto più diffusi e connessi, si potrà sapere anche quante persone hanno effettivamente letto l’ebook, fino a che pagina sono arrivati (quindi se era interessante in toto o solo in parte) e addirittura se qualcuno ha sottolineato un certo passaggio – e quale – a che pagina.

Ultima suggestione

Se tutto è digitale, tutto è misurabile. Come ultima suggestione, che ho saltato per mancanza di tempo, volevo portare il nuovo Google Chrome OS, presentato qualche giorno fa. Il nuovo sistema operativo di Mountain View fa il boot in sette secondi e serve sostanzialmente per facilitare le persone a fare quel che Google preferisce facciano: stare online. Al suo interno tutto avverrà online, comprese le applicazioni, che saranno appunto applicazioni web. Ma se sono “web” sono tracciabili e analizzabili!

Conclusione

La conclusione che ho tratto è che secondo me la definizione di web è una cosa che sta velocemente perdendo senso: ci riferiamo ad esso perché ci siamo affezionati, ma la realtà è che la rete è sempre più pervasiva (beh, io comunque ho quattro connessioni ad internet, comprendendo anche quella aziendale che non pago di tasca mia) e che entrerà in un numero sempre maggiore di dispositivi. Penso che domani dovremo imparare a chiamare la nostra attività semplicemente “ANALYTICS” perché avrà a che fare con il web solo marginalmente. Il consiglio che do a tutti è di iniziare a fare bene adesso web analytics, perché domani con l’analytics ci sarà da divertirsi parecchio.

[photo credit: marcoziero on flickr


Nov 14 2009

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Buon compleanno, Google Analytics!

autore: Marco Cilia categoria: generale

Chi si ricorda quel 14 novembre 2005? esattamente quattro anni fa, con un annuncio un po’ a sorpresa, Google rilasciava una versione hosted (ospitata sui suoi server) di Urchin, software di web analytics acquisito nel marzo precedente.

Ebbe così tanto successo che dopo pochi giorni Google dovette chiudere le iscrizioni, e le tenne chiuse per un bel po’ mentre aggiungeva spazio e capacità computazionale al sistema. Vi ricordate i grafici a torta tridimensionali, le linee con i puntini grossi, blu e gialle, i bottoni rossi con le due frecce verso l’alto che puntavano agli url esterni? Vi ricordate quando insomma si presentava così?

GoogleAnalytics1

Nonostante questo alcuni di noi l’hanno amato da subito, compreso il sottoscritto che in ufficio era abituato ad usare Webtrends: non mi sembrava vero di avere tutto sotto mano con così poco sforzo, e sebbene fossi conscio del fatto che – allora – i due sistemi non erano nemmeno lontanamente paragonabili, avevo iniziato a intuire la portata di quella che ormai quasi tutti conosciamo come la “regola 10/90” di Avinash Kaushik: se hai 100 da spendere in web analytics, usa 10 per il software e investi 90 nelle persone che dovranno fare l’attività. Google Analytics, anche nella sua prima incarnazione, spostava l’ago esattamente in quella direzione: costo zero, installazione zero, configurazione limitata. Era come se ti sussurrasse nell’orecchio: “facciamo noi il lavoro sporco, tu concentrati sui dati 😉 “.

Cosa è diventato oggi Google Analytics più o meno lo sappiamo: un market share del 60% secondo l’ultima analisi di Immeria, di inizio 2008 (basata sui dati di WASP – web analytics solution profiler), una versione 4.0 da poco annunciata e in graduale rilascio agli utenti, un supporto sul territorio sempre più capillare e preparato.
GA oggi è una delle punte di diamante tra gli asset di Google, e la cosa ci è confermata dalla quantità di dati che sono immagazzinati da Mountain View: BigTable è un sistema di normalizzazione dei dati pensato e utilizzato da Google per i suoi database, che è stato presentato a dicembre 2006 (si veda anche l’ottimo post di Nicola Briani sul forumGT). Ebbene, nel 2006 la seconda applicazione per quantità di dati presente in BigTable era proprio Google Analytics, con 250 Terabytes, seconda solo ai dati dell’indice delle ricerche e del crawl di tutto il web (850 Tb).

Dati che nonostante quanto indicato anche ufficialmente (“The data is stored for at least 25 months“) non sono mai stati cancellati: il mio primo profilo ha ricevuto la prima visita proprio lunedì 14 novembre 2005, e oggi posso ancora vederlo, insieme a tutti i successivi.

14 novembre 2005

Secondo voi come sarà Google Analytics il 14 novembre 2010?