Dec 31 2010

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BIME – uno sguardo più in profondità

autore: Marco Cilia categoria: report

Tempo fa vi avevo parlato di BIME, un sistema per creare dashboard professionali che importa dati anche da Google Analytics. Poiché per i primi 30 giorni la versione completa è gratuita ho deciso di provarlo meglio e dirvi cosa ne pensavo. Anche perché l’ho promesso a Freédéric, che mi ha telefonato il giorno stesso per sapere cosa ne pensavo (e preciso, a scanso di equivoci, che non mi è stato offerto nulla in cambio della recensione: la faccio perché è in tema con i contenuti di questo blog).

Ogni iscrizione crea un sottodominio dell’applicazione, nel mio caso ovviamente si tratta di https://goanalytics.bimeapp.com, che non linko tanto vi rimanderebbe alla pagina di login. Una volta entrati nel sistema si hanno quattro tab: una panoramica che riepiloga le connessioni, le dashboard e l’attività dei giorni scorsi, una parte di Analyze che serve a creare i report veri e propri, una parte di monitor che serve a visualizzare i dati e le dashboard create e la classica parte di Admin dove creare utenti, gestire l’account, pubblicare le dashboard, eccetera. L’interfaccia è molto carina, e dentro ogni tab le schermate sono rappresentate come facce di un cubo che ruota; il tutto è creato in Flash.

Creare una connessione è abbastanza semplice: dal tab Analyze -> connection builder è necessario dare un nome alla connessione, eventualmente una descrizione, se essa sarà privata (visibile solo a voi) o pubblica (visibile anche agli altri utenti cui darete accesso), una categoria, se i dati dovranno essere messi in cache (cioè copiati dentro BIME, evitandovi di doverli richiedere nuovamente a Google Analytics nel nostro caso), e finalmente il tipo di dato che andrà a riempire la sorgente, tra tutti quelli possibili in BIME. Ecco uno screenshot di come si presenta la schermata di creazione del connettore:

La library delle connessioni è una specie di riassunto di tutte le connessioni che avete, se ne avete più d’una, con eventulmente un dettaglio dei dati che possono essere estratti: nel caso di un connettore a GA dentro ci sono le metriche e le dimensioni che sono normalmente disponibili tramite le API. La library delle query è invece un elenco delle interrogazioni che avete creato tramite l’interfaccia disponibile nel tab Pivot Tables, il cuore del sistema.
La scheda Pivot Tables a prima vista può sembrare parecchio complicata, è una versione ingigantita dell’interfaccia di creazione di un custom report, ma alla fine il concetto è piuttosto semplice: bisogna trascinare gli elementi al posto giusto per creare la visualizzazione che vogliamo. Quindi sulla sinistra c’è una colonna con gli elementi e al centro degli spazi dove trascinarli: colonne, righe, righe che si devono presentare già espanse, metriche, filtri sulle metriche, colori e dimensioni nel caso di grafici. Poi c’è la selezione del tipo di visualizzazione tra tutte quelle possibili.

Ad esempio con tre click creo una heatmap del bounce rate diviso per nazione, restringo la visualizzazione della cartina alla sola Europa, e filtro solo i paesi che mi interessano, eliminando quelli africani e mediorientali che compaiono sulla mappa ma i cui dati non voglio visualizzare.
Oppure con quattro click creo un tachimetro con le pagine/visita con fondo scala a 2.0 pagine per visita, mentre il mio indicatore si ferma a 1,86.
Oppure, con molti click in più, un report che Tommaso Galli mi diceva su twitter come esempio di dimensione secondaria sempre espansa che vorrebbe come regalo di Natale da GA: visite per keyword divise per network location (in questo caso solo da traffico organic e rristrette a dicembre):

Questo è il cuore del sistema, e una volta compreso il funzionamento c’è solo da dare sfogo alla fantasia. Tenendo presente che Google Analytics è solo una delle fonti di dati possibili, capite benissimo che le possibilità sono infinite: potete importare e incrociare dati, cambiare le visualizzazioni, impostare dashboard da dare ai clienti. Servono un paio di giorni per ambientarsi bene, ma considerando che il lavoro di recupero dei dati l’ha fatto tutto BIME, voi potete concentrarvi sulle analisi e le visualizzazioni.

Da quando ho scritto la mia segnalazione BIME è passato alla versione 2, e i prezzi sono stati ritoccati. Adesso la versione base che include il connettore per GA parte da 120$ al mese e comprende 10 connettori, 20 dashboard e 10Gb di storage per la cache dei dati. Se pagate un anno intero avrete il 15% di sconto.


Dec 10 2010

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Google Analytics attraverso BIME

autore: Marco Cilia categoria: generale

BIME (Business Intelligence .me) è un sistema di analisi dei dati e reporting in forma SaaS (software as a service, cioè sostanzialmente online) in grado di importare dati da parecchie fonti online e offline e integrare le viste in un’unica soluzione. Tanto per dire, ecco un elenco di possibili fonti di dati:

  • Databse: Oracle, PostgreSQL, Mysql, Microsoft Sql Server
  • fogli Excel
  • altri sistemi du Business Intelligence basati su tecnologia OLAP, come Microsoft Analysis Services, Mondrian OLAP Engine o Oracle Essbase
  • dati grezzi in formato testuale
  • API in formato SOAP
  • Google Analytics
  • Salesforce
  • Google Docs
  • Lighthouse, un sistema di bug tracking
  • Amazon SimpleDB, database online

Uno di questi è per noi ovviamente interessante, quindi dopo aver specificato che il servizio non è stato provato ma viene soltanto segnalato, vediamo cosa riusciamo a capire: una volta attivato un connettore per GA, basato sulle API naturalmente, l’interfaccia di BIME presenta i classici bottoni da trascinare con le metriche e le dimensioni, da combinare per avere i dati desiderati, poi è necessario scegliere una delle visualizzazioni possibili. Un elenco completo è disponibile a questo indirizzo. Sono possibili anche ulteriori affinamenti, ad esempio in un grafico a torta è possibile separare ulteriormente una “fetta”, ma la cosa più interessante è la possibilità di avere delle “misure calcolate” usando moltissimi operatori (dall’esempio oltre a CONTAINS vedo CURRENT_DAY, COUNT VALUES, ma sono veramente tanti).

Ecco invece un altro esempio di report che è possibile fare con BIME. Si tratta di una heatmap con le visite per paese

Marco, perché non l’hai provato, vedo che esiste una versione free?

Perché ahimè la versione con il connettore per GA costa invece 100 dollari al mese. E’ una cifra che però, date le potenzialità, potrebbe valere la pena di investire se si creano spesso dashboard e report personalizzati e si ha necessità di variare parecchio le visualizzazioni dei dati.