May 26 2012

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Limiti assoluti di Google Analytics

autore: Marco Cilia categoria: generale

Sono incappato in un interessante post su customreportsharing.com: quali sono i limiti assoluti, intesi come imposti dalla piattaforma o dagli ingegneri di Google, di Analytics? Ecco le risposte che sono uscite fuori:

100 account (200 per gli account certificati, qualsiasi cosa voglia dire)
50 profili per account

500 richieste alla gif per sessione
10 richieste massime in 5 secondi
5 variabili custom per ogni richiesta (ma sono 50 per GA Premium)

256 caratteri nei filtri di visualizzazione
4 segmenti avanzati massimi contemporaneamente (sono 8 solo col confronto temporale)
5 tab per ogni custom report
5 gruppi di metriche per custom report
5 dimensioni annidate per custom report
5 filtri per ogni custom report
10 metriche per ogni gruppo di metriche nei custom report
50 caratteri massimi per il nome di un custom report, per il nome di un gruppo di metriche, per il nome di una tab
500 il numero massimo di righe esportabili per ogni report (ma esiste un trucco e lo sappiamo)

80 è invece il massimo numero di caratteri nel nome di un alert personalizzato

256 caratteri massimo per il nome di un GOAL
20 goal per profilo
5 gruppi di goal per profilo
5 goal per gruppo
10 passaggi al massimo per ogni funnel che precede un GOAL
99999999999999999999999999999999 è invece il valore massimo che si può attribuire a un GOAL 🙂

sembrerebbe non esistere, o non è stato trovato, un limite alle condizioni che si possono impostare nella definizione di un segmento avanzato

12 widget per ogni dashboard
(20 dashboard per profilo, ne sono quasi certo anche se non è elencato nel post)
65536 caratteri massimi nel nome di una dashboard

50000 visite al giorno (in realtà non è un limite, ovviamente: l’help dice che se si inviano più di 50000 visite al giorno si perde l’elaborazione delle informazioni continua ed essa viene fatta una volta al giorno, alle 12:00 UTC (le 2 del mattino pomeriggio in Italia), e il processo dura circa 10 ore)
10 milioni di hits alla gif al mese – PER ACCOUNT

50000 richieste al giorno per ogni progetto che usa le API
10 query al secondo per IP
4 richieste contemporanee dallo stesso IP
non più di 10 richieste al secondo per IP per TUTTE le Google API insieme
10000 richieste al giorno per profilo
10 richieste contemporanee per profilo

Mancano ancora informazioni circa il numero massimo di custom report, di categorie di custom report, di alert per profilo e di utenti cui può essere dato accesso a un profilo. Per cui se siete incorsi in qualcuno di questi limiti, segnalatelo!


Apr 17 2012

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Ti regalo un custom report: full search experience

autore: Marco Cilia categoria: report

Ispirato dal post precedente, mi sono messo a realizzare, per renderlo decente e fruibile, un custom report che mi è servito qualche tempo fa: io lo chiamo “full search experience”, e te lo regalo con un link più sotto, nel post.
Niente di trascendentale, sia chiaro, ma in pratica è un report che mette in relazione le ricerche ESTERNE al sito – quelle cioè usate per raggiungere il sito – e le ricerche INTERNE – ammesso che siano tracciate, naturalmente.
La domanda alla quale vuole rispondere è: esiste una qualche relazione tra le due cose? e se c’è, come influenza le mie conversioni? se il mio sito è bene indicizzato e mostra landing page calibrate sulle ricerche effettuate sui motori, probabilmente i visitatori non avranno bisogno di usare il motore interno. Oppure si, perché dopo aver soddisfatto il loro bisogno primario che li ha portati sul sito, vogliono sapere qualcos’altro. Viceversa se il mio sito è difficile da navigare, il motore di ricerca interno sarà sotto stress, e potremo vedere se i termini ricercati hanno attinenza con le keyword in ingresso. E tutte le vie di mezzo, naturalmente.

Le metriche usate seguono il classico schema “acquisition – engagement – conversion”, le dimensioni sono ovviamente “Parola chiave” e per ognuna di esse “Termine di ricerca“, e ho usato due filtri: includo solo le visite che hanno sia fatto una ricerca interna sia una visita da mezzo organic.
Il primo livello di dimensioni presenta le parole chiave usate per raggiungere il sito dai motori per le sole visite che hanno poi fatto una ricerca interna. Al clic verranno presentati i termini di ricerca usati.
Se dopo averlo provato ti stai domandando “cosa sono tutte quelle visite a 0 nei termini di ricerca?” ti dico subito che non lo so: per qualche strano motivo il conteggio totale delle visite è corretto, ma i singoli record no, almeno per quel che concerne le metriche non strettamente legate alla ricerca interna. Vero è che una stessa visita può fare più ricerche interne (e questo lo spiegherebbe), è strano però che io veda keyword con 19 visite nel cui dettaglio i termini di ricerca hanno tutti zero visite. Quel che mi interessava maggiormente, comunque, era avere a portata di mano un report che legasse le keyword esterne a quelle interne, e pazienza se alla seconda dimensione alcune metriche perdono senso.

DOWNLOAD DEL CUSTOM REPORT

Se avete correzioni o suggerimenti, sono come sempre bene accetti!


Apr 12 2012

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scopri e condividi custom report, segmenti e dashboard

autore: Marco Cilia categoria: generale

crslogo

Il bello di internet è che pochi minuti dopo che succede qualcosa, qualcuno ha già pensato a cosa fare. Esce il nuovo Google+ e c’è troppo spazio bianco? ecco pronta una estensione di Chrome che risolve! la seconda cosa che ho imparato è che o fai parte della cerchia delle persone “veloci” a realizzare qualcosa, o ti accontenterai per sempre di essere uno di quelli che si accodano (o, se vogliamo vederla da un altro punto di vista, inizia a fare le cose anche se non tutti i pezzi del puzzle sono a posto: se ci vanno devi solo dare una sistemata, altrimenti dovrai iniziare il lavoro solo allora, e sarai sempre lento).

Questo preambolo per dire che si, in effetti l’idea di creare un luogo ove la gente potesse scaricare e condividere elementi di Google Analytics mi ha accarezzato per un bel po’; da un lato non ero sicuro dell’idea – d’altronde se una cosa si chiama “report personalizzato” è o dovrebbe essere perché va bene per me, e magari non per te – dall’altro credevo che fosse un’esigenza che potesse colmare un vuoto. Però fino a qualche tempo fa le dashboard non si potevano condividere. Comunque sia non c’è più bisogno di tormentarsi, perché Jill Whalen l’ha creato al posto mio, e si chiama CustomReportSharing.com

Lì potete trovare link diretti a report personalizzati, segmenti avanzati e dashboard, divisi per categorie (SEO, ecommerce, social…) e provvisti di commenti e screenshot in alcuni casi. Si tratta di un forum, e potete registrarvi normalmente oppure usare i metodi di login forniti da Twitter e Facebook. Io mi sono collegato col mio account twitter. Un’idea semplice, che potrebbe esservi utile. Anche se, ve lo ripeto, niente è meglio di qualcosa pensato da voi, per voi. Al massimo potete farvi aiutare a realizzarlo, magari da me 🙂


Feb 10 2012

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Personalizza i tuoi report standard

autore: Marco Cilia categoria: report

Una delle cose che più spesso mi sento chiedere quando parlo dei custom report è “perché non ci forniscono delle basi su cui lavorare? perché bisogna partire da zero?”. Partire da zero può essere una buona idea quando si sta disegnando un report completamente nuovo, molto molto personalizzato e con incroci di metriche e dimensioni inusuali. Alcune altre volte il custom report è solo un modo per dare una sistemata ad un report standard dal quale sentiamo la mancanza di una certa metrica, o dal quale invece vorremmo togliere una metrica.

Ad esempio dico sempre che la metrica bounce rate nel report delle Pagine non ha senso (si veda il perché in questo vecchio post) e che l’unica soluzione è ricostruire il report utilizzando i report personalizzati. Da qualche ora su alcuni rapporti di Google Analytics è presente un nuovo pulsante, PERSONALIZZA, che non fa altro che attivare l’interfaccia di creazione dei custom report riportando esattamente le metriche e le dimensioni del report corrente, facendoci risparmiare molto tempo se l’operazione da effettuare è proprio quella di sistemare un pochino un report che al 90% va bene così com’è.

I report su cui ho verificato che al momento funziona sono:

  • dati demografici -> lingua
  • dati demografici -> variabili personalizzate
  • dati demografici -> definito dall’utente
  • comportamento -> nuovi e di ritorno
  • tecnologia -> browser e sistema operativo
  • tecnologia -> report
  • sociale -> interazione sociale
  • sociale -> azione
  • sociale -> pagine
  • mobile -> panoramica
  • tutti i report del gruppo AdWords
  • tutti i report del gruppo ottimizzazione per i motori di ricerca
  • pagine -> dettaglio contenuti
  • pagine -> pagine di uscita
  • ricerca su sito -> utilizzo
  • ricerca su sito -> termini di ricerca
  • ricerca su sito -> pagine
  • eventi -> principali eventi
  • eventi -> pagine
  • adsense -> pagine adsense
  • adsense -> referrer adsense
  • obiettivi -> url dell’obiettivo
  • obiettivi -> percorso inverso per l’obiettivo
  • e-commerce -> rendimento prodotti
  • e-commerce -> rendimento delle vendite
  • e-commerce -> transazioni

Nov 16 2011

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Rinnovato il report “Landing pages”

autore: Marco Cilia categoria: report

Daniel Waiseberg su searchengineland porta alla nostra attenzione il fatto che il report delle pagine di destinazione è stato da poco rinnovato. Fino a poco tempo fa esso presentava una lista di pagine che sono state le prime di ogni visita nel periodo temporale selezionato e le incrociava con tre metriche: Entrate, Rimbalzi e % di rimbalzo.
Come sanno all’incirca tutti quelli con cui ho avuto modo di parlarne, quello era l’unico report dove aveva senso guardare la frequenza di rimbalzo, per evitare di incorrere in un errore piuttosto diffuso: applicare la percentuale alle visite anziché alla metrica entrate.

Il nuovo report invece presenta le metriche più classiche dei report dei contenuti: pagine/visita, tempo medio sul sito, % nuove visite e frequenza di rimbalzo. Questo ci dà delle informazioni maggiori sull’engagement dei visitatori con il nostro sito, perché è sempre vero che la visita da qualche pagina deve iniziare; inoltre sono state aggiunte al report anche le tab dei GOAL e dell’ECOMMERCE, per cui è possibile segmentare i risultati ottenuti senza fare altro: ogni landing page avrà un certo tasso di conversione globale e per obiettivo, e ci dirà quanti introiti hanno generato le visite che da lì sono iniziate. Niente che non si potesse fare anche prima con segmenti e custom report, ma negli ultimi tempi Google Analytics si sta anche concentrando nell’uniformare e rendere più facili da trovare le informazioni. Meno clic per tutti.

Quel che non mi va giù, tuttavia, è che io trovato utile anche il report precedente; me lo sono ricostruito molto brevemente con un custom report, ve lo condivido per comodità: http://goo.gl/LP6vg. Con un po’ più di cura si potrebbero unire il precedente e l’attuale usando due schede.


Nov 02 2011

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Novità di novembre 2011

autore: Marco Cilia categoria: report

Piccole e medie novità per Google Analytics in questi giorni: alcune vi saranno molto gradite, altre dipende un po’ da come siete abituati ad usare lo strumento:

Iniziamo con le cose annunciate ma non ancora disponibili: nelle prossime settimane anche nell’interfaccia v5 torneranno disponibili l’export in PDF e l’invio schedulato di email. Per l’export PDF non ci sono novità di sorta (anche se voglio proprio vedere come e se si potrà esportare un goal flow con 5 step! 🙂 ), mentre l’invio schedulato di email sembra aver avuto un miglioramento di sorta. Guardando allo screenshot postato da Phil Mui sul blog ufficiale

email schedule in Google Analytics

si notano due differenze rispetto alla v4: si potrà scegliere il giorno della settimana in cui inviare il report (e non sarà più prederminato da Google Analytics) e si potrà decidere per quanto tempo far durare gli invii, utile ad esempio nel caso di campagne con termine già deciso a priori.
La notizia ottima è che si potranno anche inviare i custom report, la notizia “cattiva” (cattiva per chi non è già passato definitivamente all’interfaccia nuova ed è affezionato alla vecchia) è che a Gennaio 2012 la versione v4 cesserà di esistere e tutti dovranno usare la nuova. Anche le email precedentemente schedulate dovranno essere ricreate da zero e non potranno essere migrate.

Altra novità è l’introduzione di un nuovo tipo di ordinamento: oltre al classico ordinamento per visite, e a quello ponderato quando disponibile, se si attiva un confronto temporale sarà disponibile una nuova voce: “cambio assoluto“. In sostanza le righe del report saranno ordinate in base al numero assoluto di visite di differenza tra i due periodi, invece che in mero ordine di quantità di visite del primo periodo. Molto utile in alcune situazioni, io sento però la mancanza di un “cambio relativo”, cioè la possibilità di avere l’ordinamento in base alla percentuale di cambio tra i due periodi.

Ultima cosa di cui mi sono accorto, ma magari è vecchia di mesi, è che si possono cambiare i colori dei segmenti avanzati: o meglio, i colori sono predefiniti, ma si può scegliere quale colore deve avere ogni segmento. Ad esempio, nella visualizzazione classica con tutto il traffico, nuovi visitatori e visitatori di ritorno il primo è blu, il secondo arancione e il terzo verde. Se mi posiziono con il mouse sopra a “tutte le visite”, subito sotto al titolo del report (e quantomeno su Chrome), il cursore diventa una croce e posso trascinare il segmento al secondo posto, in modo che venga visualizzato in arancione, praticamente scambiando i colori. E la cosa vale anche per il grafico, ovviamente. (nell’immagine qui sotto non si vede il cursore purtroppo)

Piccoli miglioramenti, ma sempre utili in alcune circostanze!


Sep 29 2011

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Lifting dell’interfaccia per la v5

autore: Marco Cilia categoria: report

Ci risiamo! dopo un periodo di pausa il blog ufficiale di Analytics ha ripreso le pubblicazioni a ritmo serrato, e dopo l’integrazione con Custom Search Engine di ieri, oggi ci annunciano un ritocco dell’interfaccia per la versione v5.

Innanzitutto verrà semplificata la navigazione primaria, passando tre soli tab: Home, report standard e report personalizzati. In pratica in Home saranno presenti le bacheche, i custom alert e l’intelligence. I report, tutti quanti, staranno dentro “report standard”, mentre i report creati da noi saranno nei report personalizzati, come adesso. Inoltre è stato migliorato il “trovareport”, in modo da rendere più chiara la gerarchia e la posizione di ogni report. In questo modo le prime volte che cercheremo un report, ad esempio “pagine di destinazione”, ci verrà mostrata la gerarchia contenuti -> contenuti del sito -> pagine di destinazione, e le volte successive ci sarà più facile ricordarne la posizione.

Ritocco grafico anche per la colonna di sinistra, che perde il grigio dei pulsanti principali e guadagna un bell’azzurrino dei caratteri e, a mio avviso, una maggiore leggibilità. Giudicate voi stessi dall’immagine


Aug 12 2011

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Migliorato il pannello di creazione custom report

autore: Marco Cilia categoria: report

Sebbene ferragosto si avvicini, il team di Google Analytics lavora senza sosta e apporta continue modifiche allo strumento. Prova ne è il fatto che ieri è stato rilasciato un nuovo pannello di creazione dei rapporti personalizzati, più completo e facile da usare.

nuovo custom report builder

Il processo di creazione delle tab che raggruppano le metriche di un custom report (quelle per intenderci che nei report predefiniti sono “uso del sito”, “ecommerce”, ecc.) è stato rivisto e condensato in una unica pagina, in modo da non dover sempre passare da una tab all’altra per ricordarsi se una certa metrica era già stata usata o no. Inoltre le opzioni facoltative sono state spostate tutte in fondo alla pagina. L’intero processo è adesso ancora più “visuale” e dovrebbe garantire maggiore velocità di creazione e mantenimento.

Inoltre sono state aggiunte 45 nuove metriche e dimensioni, tra cui spiccano mobile e social, e il tutto è stato diviso in categorie per rendere la ricerca più semplice. Tanto per aggiungere altra carne al fuoco, i custom report in forma “Explorer” – una novità della v5 – permettono adesso di selezionare una dimensione secondaria, pura potenza. Assicuratevi di avere uno schermo bello grande 😉

Infine il report “panoramica” dei custom report, cioè la lista dei rapporti personalizzati presenti nel profilo, è stata rivisto e permette adesso non solo di modificare l’ordine dei report presenti (così da mettere i più importanti in pagina 1 ed evitare che qualcuno possano essere non notati), ma anche di creare categorie personalizzate nelle quali suddividere i custom report. Quando se ne hanno tanti è davvero utile che ognuno (che so, il SEO, il responsabile della pubblicità e il webmaster) possa trovare al volo i report di cui ha bisogno.


Jul 27 2011

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5 custom report utili

autore: Marco Cilia categoria: report

Confesso che avevo in mente di farlo io (e magari più avanti ne farò uno con i miei), ma per pigrizia non l’ho mai portato a termine, ma questo post con i 5 report personalizzati preferiti da Greg Habermann, volevo scriverlo io. Pazienza, come sempre l’importante è che i concetti attraverso questo blog arrivino a voi, anche se non tutti sono originariamente prodotti da me 🙂

Per ogni custom report Greg mette gentilmente a disposizione il link diretto, che vi riporto. Cliccandolo mentre si è loggati in Google Analytics si entrerà nel report, pronto da salvare nel vostro account.

Visitatori unici per pagina:
Salvalo nel tuo GA

Il custom report mostra visite e visitatori unici per ogni URL del sito, e cliccando l’URL mostra la sorgente ed eventualmente la keyword se si tratta di un motore di ricerca.

Conversioni per ora del giorno:
Salvalo nel tuo GA

Il report è impostato per usare l’obiettivo 1, qualunque esso sia, per cui dovrete modificarlo in base alle vostre esigenze, ma è interessante soprattutto se avete un ecommerce o monitorate i social media. Inoltre una assenza persistente di conversioni in certe ore del giorno potrebbe portarvi a modificare la vostra strategia di PPC.

Comportamento degli utenti:
Salvalo nel tuo GA

Questo report è stato ideato da Peter van Klinken e gli è valso la vincita di una copia del secondo libro di Avinash Kaushik. Viene usato da Peter per confrontare i nuovi visitatori e i vistatori di ritorno; ha tre schede, Traffico, Conversioni ed Eventi, e lui lo usa in forma di pivot table, con pivot per Tipo di Visitatore.

Landing page che convertono di più:
Salvalo nel tuo GA

Questo report mostra le principali pagine di destinazione e come performano basandosi sul numero di conversioni e sul loro valore. Anche qui è bene includere la distinzione tra nuovi e di ritorno perché specialmente nelle landing page i comportamenti possono variare molto. Ottimo report da condividere con il cliente per iniziare a parlare di ottimizzazione delle landing page con poche performance.

Conversioni dalla coda lunga:
Salvalo nel tuo GA [link non più funzionante, non si può ricostruire senza vederlo]

Questo custom report ha bisogno che sia presente e applicato anche un segmento avanzato, che potete trovare sul blog di Avinash (link diretto al segmento): si tratta di un segmento avanzato che include solo le visite con keyword di 3, 4, 5, 10, 20 e più di 20 parole, ma potete modificarlo come più vi aggrada.

Dopodiché applicando il custom report sarà possibile analizzare le performance di queste visite provenienti da chiavi formate da molte parole.

Avete dei custom report che volete condividere? 🙂


Jun 30 2011

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dimensione FullReferrer nei custom report

autore: Marco Cilia categoria: report

Che cosa è la dimensione “fullReferrer” che si vede quando si crea un custom report nella versione v5?

a prima vista potrebbe sembrare la soluzione all’annoso problema del filtro per il referrer completo; come molti di voi sanno infatti, l’elaboratore di Analytics taglia via tutta la parte di referrer che si trova dopo il punto di domanda di un url, a meno che noi non impostiamo un filtro che la preservi e la salvi da qualche parte.

Smorzo subito gli entusiasmi, perché ci sono cascato anche io. Quella dimensione non preserva niente, ed è niente meno che il “percorso completo referrer”, lo stesso che si può vedere partendo dal report sui referral e selezionando prima un dominio e poi ogni indirizzo, purché con url non dinamici. La cosa è verificabile anche dal fatto che quella dimensione funziona solo se la sorgente è “referral” e non funziona per organic, ad esempio. Se non altro il filtro ci dava il referrer in tutti i casi, a prescindere dal reale mezzo della campagna usato!