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Questa non l’ho mai letta o sentita da nessuna parte, me ne sono accorto per sbaglio e ve la spaccio come super trucco da guru sgamato! 😉
Allora, siete nella panoramica di Google Analytics (Audience -> Panoramica) e per i vostri più svariati motivi volete replicare il grafico delle sessioni su Excel. Cosa fate? Fino a oggi avete fatto come me:
Menu ESPORTA -> XLS
Apertura del file xls scaricato
Apertura della scheda “Set di dati 1”
Copia delle colonne A e B nel vostro Excel
Bene, da oggi invece potete anche saltare dei passaggi e fare così: selezionate col mouse il valore della metrica che volete E ANCHE la prima lettera della metrica successiva. Ad esempio così:
Mi raccomando la prima lettera successiva, in questo caso la U di “Utenti”. Bene, ora premete CTRL+C, andate su Excel e incollate dove più vi aggrada. Et voilà, con l’unico difetto di avere invece delle date estese numeri progressivi da 0 in su – e corrispondenti al numero di data-point del grafico, che però si sostituiscono facilmente con Excel. Eccovi uno screen del risultato comparato dell’Export normale – a sinistra – e del copia-incolla a destra in verde. Se eliminate la “U” in D33 è perfetto, tranne che la somma sta in alto, ma niente di problematico.
Il bello è che funziona anche con più metriche insieme; se selezionate tutti i widget della panoramica, potete ricreare in un batter d’occhio tutti i grafici della panoramica. E ovviamente se nel grafico avete selezionato “settimane” e avete solo 5 punti, i dati incollati andranno di conseguenza e avranno solo 5 data-point.
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Se siete soliti guardare Google Analytics tutti i giorni (e, diciamocelo, perché non dovreste farlo? 🙂 ) non potete non esservi accorti di un piccolo ma fastidioso problema che affliggeva i grafici da quando è stata introdotta la versione 5: la scala delle ordinate non era più assoluta, come eravamo abituati, ma relativa.
Questo portava spesso ad avere il punto più basso del grafico al livello in cui storicamente c’è sempre stato lo zero, e non sapete quanti capelli bianchi mi sono venuti i primi giorni. Dopo un po’ ci si abitua a tutto, è ovvio, ma questa modifica è sempre stata piuttosto criticata. Ebbene, il team di Analytics ci ha ascoltati, e ha fatto marcia indietro: adesso la scala delle ordinate va sempre da 0 al valore massimo (anzi a un po’ di più), e la mediana del grafico rappresenta anche all’incirca il valore di mezzo della scala. Tutto come prima!
La seconda novità è una ritoccatina a tutti i report basati sui flussi dei visitatori, quindi flusso visite, flusso eventi, flusso canalizzazione: si tratta di una grafica più leggera e più colorata, con i raggruppamenti adesso segnalati in verde e un maggior contrasto quando si seleziona uno o più flussi. Le dimensioni adesso hanno una icona particolare, mentre le pagine una bandierina:
In realtà il flusso eventi ha gli eventi colorati di azzurro e delle icone ancora diverse:
ma la novità più succulenta, e attesa da molti, è la possibilità di esportare questi report, insieme all’armonizzazione dei pulsanti di opzione dei report di tipo flow, che effettivamente hanno sempre avuto una grafica diversa dal resto di Google Analytics. Ebbene, il pulsante “Esporta in PDF” vi permette finalmente di esportare tutto quel che vedete lì: io ho provato con un flusso a sei passaggi, e me l’ha esportato tutto: si tratta di un pdf molto grande (grande, non pesante: sono 170kb nel mio caso), ma contiene effettivamente l’ntero report e tutti i sei passaggi e le dimensioni: è esattamente quel che si vede al momento in cui si preme “esporta”!
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Negli ultimi giorni c’è stata una grande accelerata nel rilascio di quelle migliorie che preludono il passaggio definitivo alla versione v5 di Google Analytics: il grande mantra di questi mesi è sempre stato “non faremo sparire la v4 fino a che tutte le sue funzionalità non siano passate alla v5”. E quindi abbiamo assistito prima a un piccolo redesign dell’interfaccia, con contestuale re-introduzione della condivisione di segmenti, custom report e dashboard, poi alla comparsa in alcuni account dei pulsanti “esporta in PDF” e “invia per email” (ad esempio Sebastiano Montino ce li ha, io ancora no 🙂 ).
La novità di oggi è che nella panoramica degli account sono tornate le stelline per selezionare solo i profili preferiti, e soprattutto una feature chiesta a gran voce da moltissimi utenti: la presenza dell’andamento dei profili direttamente nella panoramica. guardate questo screenshot (clic per ingrandire)
[edit: dopo poche ore quella visualizzazione è scomparsa. forse un test, forse è stata ritirata prima di andare live per tutti. vedremo nei prossimi giorni]
Non si può cambiare il periodo selezionato come nella vecchia versione (è bloccato sugli ultimi 30 giorni comparati ai precedenti 30), ma è comunque utile. E ora che lo rivedo, capisco quanto ne sentissi anche io la mancanza 🙂
Direi che non manca più molto al “pareggio” delle funzionalità e quindi all’abbandono della vecchia interfaccia. Decisamente in ritardo – fu annunciato il 2 novembre – ma comunque meglio tardi che mai. Vi ricordo anche la mia pagina radar, per essere sempre aggiornati sullo stato degli upgrade
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Qualche tempo fa ho voluto creare un KPI per provare una mia certa teoria (più che altro la fattibilità e l’effettiva utilità del KPI stesso usando dati reali e non astratti), una cosa facile facile tutto sommato, ma ne ho approfittato per giocare un po’ con le API di Urchin, immaginando che non fossero poi troppo diverse da quelle di Analytics. Ho così messo insieme alcune pagine php che assolvevano alla funzione desiderata.
La settimana scorsa volevo adattare il lavoro alle API di GA, ma ho scoperto che da qualche tempo Analytics richiede che le applicazioni siano registrate sulla Google APIs consolle, e che per farlo devono essere su rete pubblica. Poiché il mio sistema è su rete interna (e ho avuto qualche problema con OAuth 2.0, lo ammetto), ne ho approfittato per provare qualcuno dei sistemi per importare dati dentro a Excel, tipo excellentanalytics, nextanalytics, http://www.automateanalytics.com o Tatvic.
Tralasciando quelli a pagamento, il problema principale che riscontro è che spesso la presenza di un proxy impedisce a Excel di connettersi a GA. Mi sono così orientato verso una soluzione che collegasse Analytics a Google Docs, così che il passaggio dei dati sia server-server e si possano evitare intoppi. Per prima cosa sono capitato su questo post di SEOmoz, che sembra promettente ma che non ho ancora sperimentato. La soluzione più immediata – per le mie limitate esigenze del momento – è stato leggere questo post di peakconversion.com.
si imposta l’id del profilo da cui prendere i dati (lo si può trovare nell’interfaccia cliccando l’icona delle impostazioni, selezionando il profilo corretto se non lo è già e poi passando alla tab “impostazioni profilo” e guardando a ID profilo)
si apre l’editor di script Strumenti->editor di script…
si seleziona la funzione Run|getSettingGADataToSheet e si autorizza una prima volta l’applicazione
si lancia di nuovo la stessa funziona e si autorizza definitivamente il foglio di calcolo a estrarre i dati
a questo punto compare una nuova voce di menu “GA”. Si cambiano il resto dei parametri nel foglio _settings e si lancia GA->activate settings query
Il risultato è un nuovo foglio di lavoro con i dati richiesti. Alternativamente si può chiamare in qualsiasi cella la funzione
a cui si passano i primi quattro parametri obbigatoriamente e gli altri cinque opzionalmente e che provvede a caricare direttamente i risultati. Fatto questo i dati sono pronti per essere ulteriormente aggregati, elaborati, resi su un grafico o combinati per avere i nostri KPI sempre aggiornati direttamente sul foglio di calcolo.
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Facendo seguito al suo progetto di ridisegnare l’intera infrastruttura di API di tutti i suoi servizi, Google ha annunciato che la Data Export API sarà sostituita dalla Core Reporting API. Non si tratta solo di un cambiamento di nome, perché le novità principali sono:
nuovo output basato su JSON, più veloce nella risposta. Il post ufficiale dice che la dimensione della risposta è più piccola di 10 volte rispetto al vecchio XML, e secondo i primi test la velocità di risposta raddoppia
richiede che l’applicazione sia registrata e ottenga uno specifico ID
Tutto questo avviene se si migra alla versione 3.0 delle API, che poi è l’unica che sarà aggiornata. La versione 2.4 è mantenuta per compatibilità, mentre la 2.3 è deprecata e smetterà di funzionare tra 6 mesi. A questo punto sia la Management API che la Core Reporting sono allineate, e da ora in poi la strada per i programmatori sarà in discesa…
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Abbiamo già visto in passato come aggirare il limite di visualizzazione nei report nella versione 5 di Google Analytics, ma quel “trucco” funziona solo mentre si guardano i report; gli export sono sempre limitati a 500 righe.
Il buon vecchio André Scholten non si capacitava di questa situazione e ha scritto una funzione javascript che fa quel che ci aspettiamo: costringe Google Analytics ad inviarci un file contenente fino a un massimo di 10.000 righe. Per farlo potete fare come dice lui (creare un bookmark e usare la funzione come indirizzo) oppure semplicemente posizionarvi nel report che preferite, copiare la funzione e incollarla nella barra degli indirizzi, assicurandovi che sia mantenuto il prefisso javascript:
Una volta premuto il testo ENTER ci verrà richiesto quante righe vogliamo esportare, da un minimo di dieci a un massimo di diecimila, e una volta confermato il download partirà automaticamente.
Al momento il sistema funziona solo per l’export di file TSV (quindi separati da tabulazioni), ed è stato testato da lui solo su Firefox e Chrome, da me solo su Chrome. Però funziona, e in certe occasioni è comodo!
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Piccole e medie novità per Google Analytics in questi giorni: alcune vi saranno molto gradite, altre dipende un po’ da come siete abituati ad usare lo strumento:
Iniziamo con le cose annunciate ma non ancora disponibili: nelle prossime settimane anche nell’interfaccia v5 torneranno disponibili l’export in PDF e l’invio schedulato di email. Per l’export PDF non ci sono novità di sorta (anche se voglio proprio vedere come e se si potrà esportare un goal flow con 5 step! 🙂 ), mentre l’invio schedulato di email sembra aver avuto un miglioramento di sorta. Guardando allo screenshot postato da Phil Mui sul blog ufficiale
si notano due differenze rispetto alla v4: si potrà scegliere il giorno della settimana in cui inviare il report (e non sarà più prederminato da Google Analytics) e si potrà decidere per quanto tempo far durare gli invii, utile ad esempio nel caso di campagne con termine già deciso a priori.
La notizia ottima è che si potranno anche inviare i custom report, la notizia “cattiva” (cattiva per chi non è già passato definitivamente all’interfaccia nuova ed è affezionato alla vecchia) è che a Gennaio 2012 la versione v4 cesserà di esistere e tutti dovranno usare la nuova. Anche le email precedentemente schedulate dovranno essere ricreate da zero e non potranno essere migrate.
Altra novità è l’introduzione di un nuovo tipo di ordinamento: oltre al classico ordinamento per visite, e a quello ponderato quando disponibile, se si attiva un confronto temporale sarà disponibile una nuova voce: “cambio assoluto“. In sostanza le righe del report saranno ordinate in base al numero assoluto di visite di differenza tra i due periodi, invece che in mero ordine di quantità di visite del primo periodo. Molto utile in alcune situazioni, io sento però la mancanza di un “cambio relativo”, cioè la possibilità di avere l’ordinamento in base alla percentuale di cambio tra i due periodi.
Ultima cosa di cui mi sono accorto, ma magari è vecchia di mesi, è che si possono cambiare i colori dei segmenti avanzati: o meglio, i colori sono predefiniti, ma si può scegliere quale colore deve avere ogni segmento. Ad esempio, nella visualizzazione classica con tutto il traffico, nuovi visitatori e visitatori di ritorno il primo è blu, il secondo arancione e il terzo verde. Se mi posiziono con il mouse sopra a “tutte le visite”, subito sotto al titolo del report (e quantomeno su Chrome), il cursore diventa una croce e posso trascinare il segmento al secondo posto, in modo che venga visualizzato in arancione, praticamente scambiando i colori. E la cosa vale anche per il grafico, ovviamente. (nell’immagine qui sotto non si vede il cursore purtroppo)
Piccoli miglioramenti, ma sempre utili in alcune circostanze!
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Poiché la versione v5 di Google Analytics è un redesign non solo grafico, anche gli URL dei report sono variati. Per questo motivo il famoso “trucco” per aggirare i limiti dell’export dei report, che vi descrissi in un vecchio articolo, non funziona più.
Nell’help di Analytics è però presente la descrizione della nuova procedura per ottenere il medesimo risultato. Bisogna:
visualizzare il report desiderato
impostare la visualizzazione su 500 righe
individuare nell’URL il parametro explorer-table.rowCount e modificarlo secondo le esigenze (ad esempio explorer-table.rowCount%3D20000 per avere 20.000 righe
premere invio e attendere pazientemente (operazione lunga a seconda di quante righe avete selezionato. Potrebbe anche andare in crash il browser, vi avverto 🙂 )
Esportare il CSV con il numero di righe desiderato
Il punto 4 della guida di GA dice testualmente “Benché non constaterai differenze visibili nell’interfaccia utente, da ora potrai esportare un numero di righe maggiore.”.
Ebbene, io ho provato e invece la differenza la vedo eccome! Per la precisione ho sotto gli occhi un report con, appunto, ventimila righe 😀
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Sul blog ufficiale del Google Code è comparso un annuncio interessante, che ancora non ha seguito su quello di Analytics cui è seguito un post sul blog ufficiale: alle API di esportazione dei dati sono state aggiunte 127 nuove metriche e dimensioni. Esse includono ad esempio:
Visitatori unici: il calcolo dei visitatori unici è stato rivisto e adesso restituisce il reale numero di unici nel periodo selezionato, invece dei visitatori unici giornalieri. Inoltre adesso si può combinare con più metriche e dimensioni
Ricerche organiche: restituirà il numero di ricerche organiche in una sessione
AdWords: 10 nuove dimensioni per i report AdWords, inclusi la query cercata invece di quella comprata, il dominio su cui è esposto l’annuncio nel caso di veicolazione attraverso AdSense, il formato dell’annuncio, il tipo di targeting e altro ancora.
Risultato della ricerca visualizzato: il numero di volte che viene visualizzata una pagina risultato di una ricerca
3 dimensioni relative al tempo: per semplificare la creazione di grafici
Inoltre sono state aggiunte 111 metriche precalcolate, al pari dell’interfaccia, in modo da scaricare i server dall’onere di fare i conti per dati che venivano richiesti molto spesso: ad esempio il bounce rate, il margine, il costo per conversione, ma anche il tempo medio sul sito, il conversion rate successivo a una ricerca interna, il numero di item per acquisto. La lista completa è disponibile nel changelog
La chicca finale, graditissima da chi non è proprio espertissimo di API, è la nuova disponibilità di un tool online che ha l’elenco completo delle metriche e delle dimensioni, e che è in grado di scremare le combinazioni man mano che si digita: se ad esempio si inizia a scrivere “ga:vi” (intendendo magari ga:visitors) il tool si occuperà di mostrare solo le dimensioni e le metriche che generano combinazioni valide, evitando di dover fare noi le prove!
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E’ un settembre ricco di novità dal punto di vista degli utenti di Google Analytics, che durante l’estate devono aver ricaricato le pile alla grande e sono tornati dalle ferie proponendo ricche novità. L’ultima in ordine di tempo che mi è giunta sotto gli occhi è uno script GreaseMonkey – sempre lui, l’onniopresente – che permette di “aggirare” il limite di export dei report in CSV.
Come saprete se frequentate questo blog da un po’, aggiungendo il parametro &limit=50000 all’url di un report si può forzare Google Analytics a creare un file separato da virgole con cinquantamila righe, utile ad esempio se si hanno moltissime keyword di ingresso al sito, magari su lunghi archi temporali. Se però le righe sono 200000 è necessario ripetere lo stesso l’operazione quattro volte. Questo script invece si occupa di far comparire link aggiuntivi nella sezione Export, in modo da poter accedere subito ai file e non dover armeggiare troppo con gli URL.
Ovviamente, trattandosi di GreaseMonkey, funziona solo su Firefox.