Mar 19 2009

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Nuovo Youtube Insight, dritto verso GA

autore: Marco Cilia categoria: generale

YouTube InsightNella giornata di ieri, Google ha aggiornato il servizio YouTube Insight, strumento analitico per capire meglio cosa accade intorno ai video caricati sul popolare servizio di condivisione filmati.

Come ho già avuto modo di dire in passato, questo servizio – che al momento viene erogato tramite le pagine di YouTube – trova il suo sbocco naturale dentro ai report e all’interfaccia di Google Analytics, con cui condivide parte del “framework”, ad esempio il sistema di selezione temporale basata sulla cronologia.
Nella prima schermata (visualizzazioni) è presente una selezione che permette di visualizzare il numero di utenti unici oltre che di visualizzazioni; questo è un concetto che esiste praticamente solo in web analytics. Nella schermata “origine delle visite” è possibile conoscere il “referrer” di chi ha visualizzato il filmato: se proviene da video correalti Insight ci dice quali, se proviene da una ricerca ci dice quali chiavi sono state usate e se la visualizzazione è stata fatta tramite il player incorporato lo strumento ci dice in quale sito questo è successo, eccetera…

La nuova schermata “community” invece è la vera novità: essa presenta il grado di interazione degli utenti con il video presentato, suddividendo i voti, i commenti o i click per rendere il video uno dei preferiti o fornendo un totale. Inoltre si possono conoscere i numeri puri o la percentuale in base al numero di visualizzazioni (2 commenti su 4 visite portano un grado di interesse del 50%, per i commenti). Questo è quello che potremmo fare con Google Analytics impostando degli obiettivi, appunto, sull’inserimento di un commento, di un voto o sul click sui preferiti; il fatto che nell’interfaccia inglese si parli espressamente di “engagement” dovrebbe togliere ogni ulteriore dubbio su quale sia il futuro di questo splendido pezzo di software.

Vorrei fare altre due menzioni: la prima è per la schermata sul grado di interesse del pubblico rispetto alla durata del video, cosa tipica dei sistemi di analisi dei video, la seconda è per la schermata riepilogativa con i dati demografici degli utenti che hanno visualizzato il sito. Se e quando (secondo me solo “se”) YouTube Insight si fonderà con Google Analytics potrebbe essere interessante far leggere a GA il cookie di Youtube, che contiene anche questa informazione e potrebbe quindi trasmetterla ad Analytics e fornire quel dato anche per le “normali” pageviews.


Mar 16 2009

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5 ragioni per cui GA va bene per le aziende

autore: Marco Cilia categoria: generale

La domanda che sempre più spesso sento fare è “ma Google Analytics va bene per il mondo enterprise?”, ed è una domanda che si fa largo nella testa delle persone per due motivi concomitanti: il primo è che più o meno regolarmente GA acquisisce nuove funzioni, il secondo è che la crisi dei mercati sta spingendo le aziende al risparmio, oppure a cercare di ottenere più controllo sui dati per minimizzare i “rami secchi”.

Ecco cinque motivi per cui secondo Zetainteractive il prodotto Google può andare bene per le aziende:

  1. Le nuovi funzioni enterprise, che lo hanno avvicinato a prodotti più blasonati.
  2. l’annuncio di un set di API, tutt’ora in beta privata, la cui introduzione darà una spinta decisiva al fiorire di nuove soluzioni terze basate sui dati incapsulati nei database di Google
  3. l’usabilità del prodotto. A differenza di altri sistemi, l’interfaccia è curata e pulita e le funzioni sono chiare. Il sistema è facile da usare ed è semplice accedere ai dati di alto livello
  4. il tasso di crescita; a maggio del 2008 il 53% di un campione del mercato statunitense stava usando Google Analytics, con un +12% rispetto all’anno precedente; e questo prima di sapere delle nuove funzionalità
  5. il prezzo, perché è gratuito (non è del tutto vero, sapete come la penso). Molte aziende lo stanno usando, e utilizzano il budget risparmiato investendolo in marketing

A chi dice che l’anello debole è il supporto ricordo che, oltre ai nuovi GAIQ la cui certificazione non è automaticamente sinonimo di qualità, esistono i GAAC, aziende autorizzate da Google a fornire supporto a pagamento. Oltre a Coresecure, BitBang e Webranking, colgo con questo post l’occasione di fare i miei complimenti a TSW, che oggi ha annunciato di avere avuto l’ambita certificazione. (beh, e come dimenticare Simone Carletti? 🙂 edit: e Enrico?)


Mar 13 2009

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Addio AdCenter (ex Gatineau)

autore: Marco Cilia categoria: web analytics

Microsoft ha comunicato ieri la decisione di sospendere il programma Adcenter Analytics, un sistema di web analytics nato dall’acquisizione di DeepMetrix di due anni fa e inizialmente noto con il nome di Gatineau.

Io non ho mai preso parte alla beta, e non voglio dare quindi giudizi sul prodotto. Amici che l’avevano provato mi dissero che di bello c’era una forte segmentazione demografica dei visitatori, anche se non ho mai capito dove prendesse i dati. Quel che è certo è che da oggi il settore ha un player in meno, e questo è ovviamente un dato negativo.

The insights you’ve contributed through your use of the tool and your feedback have helped us immeasurably in shaping Microsoft’s future in web analytics.
Your feedback has helped us confidently determine that we can serve advertisers and publishers best by offering a tailored solution that meets more specialized needs.

Microsoft ammette che i dati che riusciva a presentare ai publisher non erano sufficienti ad essere di reale aiuto, e che è necessaria una soluzione maggiormente customizzabile (c’è chi dice Microsoft Commerce). Il fatto che l’avventura del colosso di Redmond nel mondo della web analytics non finisca qua è confermato anche dalle parole (e dalle non parole) del post di Ian Thomas, che col team di AdCenter Analytics ci è stato a stretto contatto. Secondo Dennis Mortesen la chiusura di AdCenter non ha nulla a che vedere con il fatto che i sistemi free di web analytics non portano guadagno nelle casse di chi li rilascia, anzi il settore è più vivo e in fermento che mai (vedi anche la prossima release di Yahoo Web Analytics), ma semplicemente il costo si è trasformato da dollari a dati (ancorché i costi non si siano azzerati, ma siano solo diminuiti).

Why do you think Google Analytics provides “Last Click Campaign Attribution“ and Yahoo! Web Analytics provides multiple models including “Original Source Campaign Attribution”? – Because last click favors Search and Google owns search and thus present a positive picture of their channel, Original Source on the other hand favors Display and Yahoo! owns Display and thus present a positive picture of their channel – same data, two different stories.

In questi due scenari, Microsoft non controlla nessun settore, mentre come sappiamo è forte nell’ambito software, e questo chiude il cerchio con l’affermazione di prima sul ritorno del prodotto di analytics integrato in una piattaforma più ampia.

Visto che siamo in tema di scenari futuri, vale la pena di segnalare anche un post di rise the top sulle implicazioni del recente programma IQ di Google Analytics.
Le implicazioni positive sono:

  • maggiore conoscenza di GA a livello internazionale
  • Il programma accrescerà l’interesse intorno a GA
  • Più individui potranno ricevere interesse da parte delle aziende che cercano consulenze nel settore della web analytics
  • Il programma aiuterà le aziende che fanno internet marketing ad assumere personale più qualificato
  • Un maggiore supporto alle aziende che necessitano di assistenza su GA

e quelle negative:

  • Crescente insoddisfazione da parte delle aziende che crederanno di avere lo stesso livello di servizio dei Google Analytics Authorized Consultants
  • Supporto diluito per via del fatto che i GAIQ saranno confusi coi GAAC
  • Svilimento del prodotto dal vasto numero di GAIQ che hanno la certificazione di esperti ma che non necessariamente danno consigli da esperti

Dubbi sacrosanti, ma il programma di Google contribuirà ancora di più ad aumentare l’interesse intorno alla web analytics, e di questo non possiamo che rallegrarci…


Jan 26 2009

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Ci sarà l’integrazione Analytics-Feedburner?

autore: Marco Cilia categoria: generale

Quasi sicuramente si, ma più o meno ce lo aspettavamo. Ecco il punto 4 di una articolata risposta di Steve Olechowski (creatore di Feedburner e ora Business Product Manager di AdSense) ad alcune critiche mosse recentemente al servizio dopo la migrazione dei feed degli utenti ai domini di Google:

4. Integration of Feedburner Stats with Google Analytics

Q: When will Google Analytics be integrated with feed statistics, and/or vice versa?

A: We generally don’t announce timelines for product releases. If you’ve already moved to our new Google version of FeedBurner (http://feedburner.google.com), you can see that we are already using the same chart and graph widgets as Google Analytics. We believe more data is better, so working to expand our analytics offering is certainly something that we think is important for AdSense for feeds and FeedBurner.

(generalmente non annunciamo le date di rilascio di prodotti futuri. Se siete già approdati alla nuova versione di Feedburner, avrete visto che stiamo già usando gli stessi grafici e widget grafici di Google analytics. Riteniamo che “più dati è meglio”, quindi lavorare per espandere la nostra offerta di analisi è certamente qualcosa che riteniamo importante per Adsense per feed e Feedburner)

Direi che ricalca abbastanza fedelmente quanto scrissi in questo post, e quindi ci fa ben sperare per il futuro. D’altronde mancano solo poche congiunzioni alla chiusura del cerchio: Feedburner è in Google. Adsense è in Analytics. Adwords è in Analytics. Adsense è nei feed (quindi in Feedburner). Mancano Feedburner in Analytics e la vendita di spazi sui feed tramite Adwords.


Jan 17 2009

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Google Analytics non è gratis: costa molto meno degli altri

autore: Marco Cilia categoria: web analytics

gratis koffieLuca Bove, riprendendo un post di Hugo Guzman, innesca una discussione interessante su Facebook (il link è questo, ma è visibile solo se siete iscritti al social network), che viene anche ripresa in altri blog (Leonardo Bellini, per citarne uno): il post che ha scaturito tutto dice che più passa il tempo e più aziende facenti parte dell’indice Fortune 1000 investono su Google Analytics; rispetto al 2007, in cui praticamente nessuna azienda usava GA come strumento principale per la propria web analytics, molte aziende con cui Hugo ha a che fare hanno iniziato a considerare come attraenti le feature offerte dallo strumento Google.

I difetti principali dei grandi strumenti di web analytics sono il prezzo alto e il grande sforzo richiesto – in termini di tempo e costo – per l’installazione o l’upgrade. E ancora, molte piattaforme offrono migliaia di report e strumenti “da formula uno” mentre esistono veramente pochi super-esperti in grado di sfruttarli.
In questo senso Google Analytics ha saputo ritagliarsi il suo spazio, ed ha accelerato ulteriormente quando ha introdotto le caratteristiche di classe enterprise, come vengono comunemente chiamate, ovvero la versione 3.0. Vi dico subito la mia opinione, e poi vediamo di sviscerare i fatti: GA ormai è in grado di soddisfare moltissime delle richieste che qualsiasi azienda può fare. Certo non è perfetto, ma nessuno strumento (proprio perché “strumento” e non “soluzione”) lo è. Più passa il tempo e più Google, dando ascolto alle richieste degli utenti, lo sta dotando di funzioni interessanti e avanzate.

Veniamo alle obiezioni raccolte da Leonardo, iniziando da quelle “di primo livello”:

– Se è gratuito chi mi garantisce che Google manterrà attivo il Servizio?
– Se è gratuito, forse non vale granché..
– non è prevista l’assistenza ed il supporto, nè il setup iniziale nè la consulenza periodica.. d’altra parte è gratuito:-)

Nessuno garantisce che Google manterrà attivo il servizio per sempre, ma bisogna domandarsi cosa Google ottiene dai dati di Analytics: ottiene informazioni importanti su come gli utenti interagiscono con i siti, in linea generale. Fantasticando un po’ potremmo immaginare che sia in grado di incrociarle con i dati in suo possesso nei suoi account (GA è lo strumento col quale Google traccia quel che accade suoi suoi siti/servizi) e possa ricostruire l’intera sessione di visita ovunque vi sia un Analytics installato. Ottiene informazioni su URL che sono monitorati da GA ma sui quali Googlebot non è riuscito ad arrivare. Ottiene innumerevoli altre informazioni. Google chiude i servizi che in qualche modo non soddisfano gli obiettivi che si volevano perseguire (recentemente Jaiku e Google Notebook), ma non distrugge mai i dati. Credo di poter dire abbastanza certamente che nel caso in cui Google Analytics chiudesse, i profili rimarrebbero consultabili in sola lettura.
Il fatto che sia gratuito non dovrebbe, in teoria, inficiare la bontà del servizio, altrimenti il freeware e l’open source non esisterebbero. Forse Gmail non vale un granché? (+43% di visite quest’anno). So benissimo che per le aziende gratis = male, ma il fatto è che Google Analytics non è proprio gratis. E’ gratis il suo costo di acquisizione, ma non di mantenimento: è necessario un reparto IT/marketing che sappia fare le domande giuste e ricavare le risposte giuste, bisogna fare analisi e bisogna documentarsi e trovare le soluzioni di cui si ha bisogno. Perché questo dovrebbe essere uno svantaggio, secondo i grandi vendor?
I grandi vendor liquidano GA per via dell’assistenza, che secondo loro non c’è; posso fare un paragone con una soluzione enterprise che uso in ufficio (una tra le prime tre al mondo), e vi dirò che l’assistenza non è per nulla celere, che spesso il primo livello non risolve niente e demanda agli Stati Uniti, che spesso nemmeno gli Stati Uniti riescono a risolvere il problema. Che alla fine mi ritrovo per necessità e tempo – nonostante l’azienda abbia pagato fior di quattrini – a cercare informazioni su internet, nei blog e nei forum, esattamente come quando si ha un problema con GA. (Comunque sia, lo sforzo di Google esiste anche qui. Da non molto esiste un forum ufficiale e unificato per le questioni di GA. Ci postano sopra gli utenti, i Google Analytics Authorized Consultants e gli ingegneri di Google. Ci posto anche io, per quel che vale 🙂 ). A proposito dei GAAC, essi sono un punto di riferimento altrettanto valido. Sono aziende che potete pagare per aiutarvi a risolvere problemi con GA. Per questo dico che Google Analytics costa meno. Se proprio dovete spendere, non dovrete acquistare software e assistenza per migliaia di euro, ma potete investire in sola assistenza.

Veniamo alle obiezioni di “secondo livello”:

– non desidero che Google conosca e possa conoscere miei dati aziendali e di business
– non desidero che Google possa utilizzare i miei dati (per benchmark, analisi..)
– non ho la proprietà e controllo dei miei dati aziendali (variante della 1°)
GA non mi fornisce il supporto di cui avrei bisogno (es. custom reporting)

Alla quattro ho appena risposto, per le prime due non so esattamente cosa potrei rispondere se un cliente mi facesse una obiezione del genere. Il vero problema nasce dal fatto che Google è attore in diversi mercati differenti, dalla web analytics alla pubblicità, e che questi spesso si intersecano, perché anche nel caso in cui si acquistasse un Webtrends On Demand i dati risiederebbero sui server di Webtrends e sarebbero a loro disposizione, però Webtrends di rimando non ti vende spazi pubblicitari sulle pagine che provocano tra il 50 e il 90% delle tue visite da motore. Il problema è questo, ma torniamo un momento ai costi. Paghi migliaia di euro per un prodotto di Web Analytics che non ti “spii” o ne prendi uno gratuito che secondo te ti spia e investi quello che hai risparmiato per l’acquisto (o il maggior acquisto) di quegli spazi pubblicitari che in virtù della sua quota di mercato acquisteresti comunque, anche col sistema da migliaia di euro?
Ancora una volta ritengo che GA non sia gratuito, ma costi meno degli altri.

Nella discussione su Facebook si è anche accennato ad un aspetto di cui ho parlato prima: i grandi vendor sconsigliano GA, a volte lo sconsigliano addirittura con forza. Nella discussione è intervenuto anche Alessio Semoli, che è un vendor italiano (e che per la precisione è stato anche inserzionista su questo blog) affermando che da parte loro non c’è mai stata nessuna pressione contro Google Analytics. Ovviamente non mi sogno di dire il contrario, ma quando affermo che la pressione c’è mi riferisco a cose vissute in prima o in seconda persona, quindi certe.
Peraltro i grandi vendor dimenticano spesso come GA sia un volano per l’intero settore, facendo avvicinare moltissime persone e aziende – proprio in virtù della sua gratuità – alla web analytics. Fino ad ora questo aspetto è stato taciuto, ma esisteva, perché poi molti si dotavano di una piattaforma a pagamento, adesso viene taciuto perché il flusso inizia anche ad invertirsi.

In conclusione vi invito a riflettere nuovamente sul costo che sostenete quando lavorate con GA. Anche semplicemente quando leggete questo blog e – spero – imparate qualcosa di nuovo state facendo formazione, sottraendo tempo ad altre attività; formazione il cui costo andrebbe quantificato. Idem quando passate un’ora in cerca di una soluzione o della corretta configurazione di un filtro.
Vi invito anche a rileggervi questo post sul futuro ipotizzato per GA, perché le cose per ora stanno andando proprio così:
– la API esiste e presto sarà tra le nostre mani
– gli strumenti terzi esistono, e quando la API sarà rilasciata ne usciranno altri e altri ancora. Vi ho già parlato di AnalyticsView e Concentrate
– per il terzo step si tratta, secondo me, solo di aspettare un altro paio d’anni…

Naturalmente i vostri commenti sono i benvenuti.

Image credit: thms.nl su flickr


Dec 10 2008

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Il 2009 di Google Analytics

autore: Marco Cilia categoria: generale

Joe di Morevisibility.com inizia il classico giochino di fine anno con le previsioni per i dodici mesi che stanno per arrivare, ovviamente riguardanti il sistema di web analytics made in Google. Ecco cosa prevede:

  • urchin.js sarà eliminato e tutti saranno costretti a migrare a ga.js. Questa è facile: tralasciando il fatto che i vantaggi di ga.js stanno diventando schiaccianti (monitoraggio eventi, tanto per dirne una), quando ci fu la riscrittura a oggetti del sorgente di Analytics tutti i Google Analytics Authorized Consultant precisarono che il supporto al vecchio codice sarebbe andato avanti ancora per 12-18 mesi. Essendo stato introdotto il 13 dicembre 2007, in entrambi i casi si finirebbe nel 2009.
  • Google Website Optimizer sarà integrato dentro a GA. E’ una delle tante cose ce prima o poi Google farà per arrivare a quello che abbiamo deciso di chiamare Google Business Platform. Ritengo che una prima integrazione sia fattibile durante il 2009, almeno a livello di interfaccia di accesso, come adesso si può accedere ad Analytics da dentro al pannello AdWords
  • Saranno aggiunte nuove sezioni di report, come “blog”, “social media” o “mobile”. A causa di questo fatto Google dovrebbe raggruppare alcuni siti che adesso appaiono come referrer e creare un nuovo mezzo al pari di referrer, motori di ricerca e campagne. Aggiungo che se succederà, dovranno essere assolutamente introdotte funzioni per il controllo di questo nuovo mezzo, al pari di _addOrganic e _clearOrganic, perché il valore dei social media varia molto da paese a paese.
  • Sarà aggiunta una sezione di path analysis. Oppure saranno pesantemente ristrutturati i report esistenti, che al momento sono utili ma non consentono analisi troppo approfondite, e che sono sostanzialmente identici a quando GA fu presentato per la prima volta.
  • La sezione di report subirà una pesante ristrutturazione. Ad esempio si possono solo schedulare gli invii degli export su base giornaliera, settimanale, mensile o trimestrale e non si può fare molto più che modificare oggetto e corpo dell’email.

Aggiungo che secondo me il 2009 è l’anno buono per l’integrazione di Feedburner dentro a Google Analytics, ipotesi che non solo si rafforza in virtù del punto tre predetto da Joe (i feed sono molto diffusi nei blog e nei social network), ma che trova un indizio nel fatto che da pochi giorni Google ha iniziato a migrare forzatamente i vecchi feed sul dominio feedburner.com sul nuovo dominio di proprietà feedproxy.google.com. I feed su questo nuovo dominio possono poi, tra l’altro, usufruire di Adsense per i feed, e i rapporti Adsense si stanno piano piano attivando anche su GA. E il cerchio si chiude.

Quali sono invece le vostre previsioni per il 2009 di Google Analytics?


Oct 23 2008

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Novità in GA 3.0: analisi di livello enterprise per tutti

autore: Marco Cilia categoria: generale

Grosse novità in Google Analytics, giunte senza quasi nessun preavviso!
Avevo guardato il programma dell’eMetrics summit di Washington D.C. in cerca di possibili novità in GA, che è sponsor Gold dell’evento, e avevo trovato un intervento di 10 minuti di Brett Crosby il giorno 22. Leggo oggi invece che Avinash Kaushik ha presentato quella che viene considerata ufficiosamente la versione 3.0 del prodotto Google, con importanti novità di classe enterprise di cui però beneficeranno tutti gli utenti, e tutto il settore della web analytics.

Come dicevo qualche giorno fa, dopo l’uscita di Yahoo Web Analytics, Google si è trovata ad inseguire per via del numero di feature dell’ex IndexTools; ovviamente le caratteristiche presentate oggi non si sviluppano in pochi giorni, segno che si erano già preparati a questa major update ed aspettavano solo il momento giusto per presentarla. Riassumo le novità che sono state annunciate:

  • Motion Charts (un nuovo sistema di visualizzazione dei dati)
  • Segmentazione avanzata
  • Custom report
  • Integrazione con Adsense
  • nuova interfaccia amministrativa
  • API di esportazione dei dati

Il Motion Charts è un sistema sofisticato di visualizzazione dei dati e permette di selezionare due metriche per ascisse e ordinate, la dimensione e il colore delle “bolle” che rappresentano i dati e poi di vedere come questi si evolvono nel tempo. Permette quindi di avere una percezione dei dati che prima non era possibile, o era possibile in forma limitata e meno intuitiva
Motion Chart

La segmentazione avanzata è una nuova modalità di segmentazione che permetterà di ottenere al volo gli stessi dati che prima richiedevano profili separati e filtri avanzati. con una nuova interfaccia drag & drop ci sarà la possibilità di eseguire interrogazioni complesse sui dati del database. Se le implementazioni del GATC sono sempre state corrette, la segmentazione sarà retroattiva, cioè sarà possibile effettuare analisi avanzate anche sui dati dell’anno scorso, ad esempio. Questo perché evidentemente i dati nel database di Google sono sempre stati salvati in “raw”, cioè nudi e crudi e i report venivano calcolati al volo. E’ una cosa che ho sempre sospettato e che ho detto a voce qualche volta, ma non ho mai avuto la possibilità di verificarlo sperimentalmente e quindi non l’ho mai scritto. Il sospetto si è rafforzato dopo aver letto le features di Yahoo Web Analytics. Ecco un video che mostra in azione il processo di segmentazione avanzata:

e un post molto esaustivo del sempre ottimo Justin Cutroni. Nel suo post ad esempio dimostra come sia possibile creare un segmento che include solo le visite superiori ai 10 secondi ed applicarlo seduta stante ai dati pregressi.

I custom report permetteranno di creare e mantenere report che non esistono nell’interfaccia base di Analytics, potendo scegliere metriche e dimensioni in libertà tra tutte quelle disponibili nel sistema. Ad esempio si potrà creare un report che incrocia le metriche “visite” e “bounce rate” con la dimensione “città”, e poi eventualmente di aggiungere la “fonte di traffico” come sottodimensione di ogni città, in un report di tipo drill-down. Si veda questo breve video che mostra il processo appena descritto:

Il rischio dei custom report è sempre quello di aggiungere metriche su metriche e innumerevoli dimensioni, atomizzando i dati, ma la possibilità di avere li è stata chiesta a gran voce dagli utenti e Google li ha accontentati.

Dell’integrazione con Adsense si vociferava già da tempo, e mi sembra un passo naturale verso la creazione del Google Business Platform. Gli screenshot mostrati erano reali e le possibilità sono indubiamente più elevate rispetto alla reportistica del pannello Adsense in sè. Sul blog di Adsense c’è un post con le spiegazioni dettagliate delle nuove feature.

La nuova interfaccia di amministrazione permette di semplificare la navigazione tra i profili e di definire la visualizzazione di alcune Key Performance Indicator fuori dai report, in modo da avere subito “il polso della situazione” secondo il classico schema verde va bene, rosso va male.

Infine è arrivata anche la API di export dei dati, che esisteva già come ipotizzato nel post relativo ad AnalyticsView: permetterà di di creare applicazioni e software di terze parti in grado di estrarre e quindi rielaborare (graficamente e non solo) i dati da Google Analytics. La API funzionerà solo in lettura, chiaramente, e tra le altre cose credo che permetterà anche di creare un “contatore” da esporre nelle pagine, cosa che più volte mi è stato chiesto se fosse possibile e che dovrebbe esserlo (per quanto la mia opinione dei contatori sia estremamente negativa).

Se vi ricordate del post “20 consigli a Google per migliorare Analytics“, troverete che alcuni di quei desideri si avvereranno quando queste nuove funzionalità saranno gradualmente rilasciate agli utenti. Google Analytics si eleva di un livello e approccia in modo serio al mercato aziendale high-end, finora appanaggio dei grandi player come Webtrends e Omniture. Quando mi abiliteranno le nuove funzioni provvederò ad aggiornare la comparazione tra YWA e GA, che al momento ha di colpo perso senso.


Oct 02 2008

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A quando il google business platform?

autore: Marco Cilia categoria: generale

Marco, ci parli sempre di questa integrazione dei servizi in Google Analytics, ma secondo te quando arriva?

Francamente non ne ho idea, ma sono sempre più convinto che si farà. Il perché mi sembra ovvio: avere tutto sotto mano in un unico prodotto sarebbe di una utilità estrema per chi segue le attività di marketing, posizionamento, brand di un sito, ma anche per tutti coloro che hanno una presenza online su uno dei servizi di Mountain View. Invece di accedere ai vari Youtube Insights, Google Analytics, Feedburner, eccetera, si potrebbero fare analisi molto approfondite direttamente da GA. Tempo risparmiato è tempo guadagnato dice una famosa pubblicità, e io sono d’accordo. Perché devo accedere a feedburner ed esportare (non so se si possa, non ho controllato: è una situazione ipotetica) l’andamento di reach e subscribers dell’ultimo mese, e poi fare altrettanto su Google Analytics e infine devo montare tutto su un foglio Excel e fare un grafico complessivo? Sarebbe di gran lunga più semplice avere tutto a disposizione su GA, no? e così via estendendo il ragionamento.

Voglio portare alcuni elementi a questa mia tesi, che in realtà non è mia ma abbastanza diffusa: come forse saprete Feedburner si sta preparando a migrare i propri iscritti sotto al Google Account, condizione necessaria ad esempio per attivare Adsense for feed. Io ho già migrato l’account e adesso mi collego da feedburner.google.com anziché da www.feedburner.com. Ecco come si presentava il grafico dell’andamento degli ultimi trenta giorni nella versione “classica” di feedburner

grafico di Feedburner classico

(grafico di Feedburner classico)

ed ecco come invece si presenta nella nuova versione:

nuovo grafico feedburner

(nuovo grafico feedburner)

non trovate che sia straordinariamente somigliante ai più noti grafici di GA?

grafico standard di Google Analytics

(grafico standard di Google Analytics)

Naturalmente, essendo programmatore, conosco il valore della realizzazione e riutilizzo di un framework e non nego che questo possa essere uno di quei casi: Google ha creato “qualcosa” (forse non è esatto chiamarlo framework) in grado di prendere in ingresso dati numerici e creare un grafico in flash con quelle caratteristiche e lo riutilizza dove più gli viene comodo. Però può essere anche un modo per iniziare ad abituare l’utente a vedere i dati in un modo omogeneo, prima di fondere le interfacce.

Come secondo elemento direi che la tendenza di Google è – ed è sempre stata – quella di accentrare i servizi in un unico Google Account. Finora questa è stata la naturale tendenza nei casi di acquisizione di servizi esterni (MeasureMap, picasa, blogger e appunto feedburner) e non vedo perché prima o poi non dovrebbe iniziare un percorso anche per servizi che già sono disponibili sotto l’ala della grande G. Ricordiamo infatti che ogni servizio è accessibile da una url diversa e che questo forse è proprio il limite che impedisce a molti utenti di tenere a mente dove hanno visto cosa.

In ultimo una folgorazione di stamattina; lascia il tempo che trova, d’accordo, ma non è detto. Il servizio che usiamo si chiama Google Analytics, e non credo che avrebbe potuto avere un altro nome. Significa “il prodotto per la web analytics fornito da Google” senza ombra di dubbio, però può anche essere letto come “il prodotto che consente di fare web analytics su tutti i prodotti Google”. Che dite, troppa fantasia? 🙂


Sep 02 2008

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3 modifiche che parlano del futuro di GA

autore: Marco Cilia categoria: generale

Non sono il solo ad interessarsi del futuro di Google Analytics, evidentemente. Un po’ perché lo strumento che usiamo bene o male lo conosciamo già e quindi è un buon esercizio immaginare cosa potrà essere domani, un po’ perché se le previsioni saranno azzeccate potremo fare un bel post “ve l’avevo detto” 🙂
Comunque sia, i ragazzi di EpikOne hanno ragionato su 3 ulteriori indizi:

  1. il pulsante per l’accesso diretto non è un cambiamento minore o estetico, ma il preludio di una maggiore integrazione, stanti anche le modifiche al layout di Website Optimizer. Tra le altre cose leggo per la prima volta il nome “Google Business Platform” e penso che d’ora in poi mi riferirò anche io così al prodotto definitivo come lo immagino.
  2. all’accesso abbiamo sott’occhio il dominio associato ad ogni profilo, cosa che ci permetterà di nominare meglio i profili, e dovrebbe far capire meglio alle persone che i profili sono solo segmentazioni di traffico. Il profilo che raggruppa tutto – cioè l’implementazione di default di molta gente – è solo un caso particolare molto usato.
  3. Google ha cambiato la label del campo “segmento”, che ora si chiama “dimensione”. E’ un cambiamento che potrebbe apparire marginale, ma che invece ha un ruolo determinante per chi fa web analytics di mestiere. Le dimensioni sono un concetto fondamentale in web analytics, e questo potrebbe farci presupporre che in futuro Google Analytics permetterà di definire dimensioni personalizzate.

Colgo l’occasione anche per comunicarvi che parlerò proprio (anche) di dimensioni, metriche e misurazioni durante il Corso di Web Analytics che YoYo – Formazione rotolante organizza a Verona il 16 e 17 dicembre 2008


Aug 28 2008

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Presto Adsense nei nostri report?

autore: Marco Cilia categoria: generale

Hanno destato parecchio scalpore le immagini postate da Digital Inspiration, e soprattutto quelle di searchengineland (a loro volta prelevate da un post poi rimosso da thegooglecache) a proposito di una presunta feature che Google vorrebbe introdurre in Analytics, ovvero i report sull’attività Adsense dei siti monitorati; tramite questi screenshot possiamo capire che le informazioni riportate da questi ipotetici report includerebbero il numero di click per pagina, la revenue generata per pagina, il CTR e CPM di ogni pagina e quali referrer generano più click sui nostri adsense.

Sebbene gli screenshot possano essere frutto di abile mano con photoshop, è assolutamente indubbio che questi report verranno integrati in GA, prima o poi. Questo perché, come ho già avuto modo di dire, a mio avviso Google Analytics è destinato a diventare il centro della misurazione della nostra attività online a tutto tondo. Un Analytics universale che integrerà anche alcuni servizi che comunque rimarranno accessibili anche dall’interfaccia esterna, e secondo me comprenderà:

  • Google Analytics come lo conosciamo adesso
  • i report di AdWords
  • i report di Adsense, come mostrati negli screenshot o in forma simile
  • i dati sui video di Youtube insights, o di nostri video tracciati tramite gli Eventi
  • i dati delle ricerche di Google Search Insight
  • i dati di Google Trends e Trends for Webmasters
  • i dati sui feed RSS di feedburner e Google reader
  • una parte dei dati che ora ci vengono mostrati su Google Webmaster tools

Questo naturalmente senza sapere quali altri servizi stanno preparando a Mountain View? Voi siete d’accordo con questa visione? secondo voi cosa altro potrebbe essere integrato in un “Google Analytics Totale”?