Feb 19 2019

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Salesforce per tutti o errore tecnico?

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium

Da qualche giorno molte property Google Analytics mostrano nel pannello di amministrazione una voce nuova: Salesforce Marketing Cloud. La cosa è strana perché le integrazioni tra la suite Salesforce e GA sono riservate ai possessori di GA 360, mentre la nuova voce è visibile anche sugli account free. Ecco come si presenta il menu:

Cliccando il pulsante blu si viene indirizzati ad una pagina di CAS (Central Authentication Service) sul dominio exacttarget.com, che è di proprietà di Salesforce naturalmente. Non avendo delle credenziali valide da inserire, non riesco a proseguire nella procedura e quindi non so dire se si tratti in effetti di una nuova feature o se invece si tratti – come ritengo più probabile – di un errore di Google.

L’ultimo annuncio riguardante l’integrazione è infatti risalente a pochi giorni fa ( 7 febbraio, ecco il post ) ma riguarda sempre e solo GA 360: nello specifico il post informa che è possibile trasferire altri “segnali” da Salesforce ad Analytics, oltre allo stato dei lead, ad esempio un campo custom da trasformare in una custom dimension, e che anche le informazioni sulle vendite offline possono essere integrate facilmente dentro GA. Peraltro il post ne segue un altro della settimana prima ( 31 gennaio ) ancora più interessante perché introduce il legame 1:1 tra il clientID di GA e l’Id di Salesforce, ovvero introduce la possibilità di creare audience su Analytics e “spararle” su Salesforce in modo da essere azionabili tramite di esso, anche via email se fanno parte del database.

Entrambi i post tuttavia, come detto, si riferiscono alla versione a pagamento dello strumento, per cui risulta anomalo che gli account free vedano il menu di integrazione. Nelle discussioni che seguo nessuno ha ancora dipanato il mistero, quindi non ci resta che aspettare e vedere se ci sarà un annuncio o piuttosto una correzione… 🙂


Jan 23 2018

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Ecco la prima integrazione GA360 – Salesforce

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium

Una delle situazioni più comuni con cui mi trovo ad avere a che fare in ambito GA360 è la presenza in azienda di Salesforce, in una o più delle sue incarnazioni. La cosa non deve essere affatto isolata, tanto è vero che qualche mese fa Google e Salesforce hanno annunciato una partnership per integrare più a fondo le loro piattaforme.
Pensandoci la cosa ha perfettamente senso: da un lato GA contiene tutto lo scibile sul marketing online di un brand, i tracking, i risultati, gli spending e i ROI, la storia degli utenti e la capacità di segmentazione. Ma spesso, specialmente nel caso di siti di lead generation, si ferma al potenziale contatto.
Salesforce, d’altro canto, è una potenza incredibile per quanto riguarda tutto quel che avviene “dopo”: CRM, marketing cloud, marketing automation, ecc ma sa poco o nulla di quanto è accaduto prima del lead.

Esistevano già dei metodi “caserecci” per provare a fare questa integrazione, ma erano tutti basati su presupposti che non ho mai trovato perfettamente sensati. Come tutte le forzature, non è detto che il risultato fosse quello atteso o sperato.

Da qualche giorno invece l’integrazione tra Salesforce Sales Cloud e GA360 è realtà, e permette di importare dentro a Google Analytics le informazioni riguardanti i “cambi di stato” di un lead, per tutta la sua storia offline. Ogni cambio di stato viene sparato verso GA con un evento, che viene legato all’utente e al lead poiché la form di Salesforce invia anche l’identificativo del cookie di Analytics, e questi eventi possono poi essere usati per creare dei goal in grado di dare una visione qualitativa dei lead. Ad esempio si potrà capire che un dato canale porta molti lead, ma che si fermano quasi tutti al primo step della pipeline, mentre altri canali magari ne portano meno, ma poi vengono chiusi quasi tutti offline.

Come detto, Salesforce importerà questi cambi di stato come eventi, che avranno categoria “Lead” o “Opportunity” (a seconda che provengano da form del modulo Lead o form del modulo Opportunity, ovviamente), action “New” oppure “Change” e label variabile a seconda della vostra implementazione e definizione degli status all’interno di Salesforce Cloud. Nessun nuovo report, quindi, ma un sacco di informazioni utili per le analisi, le segmentazioni, il remarketing (si può creare una lista di remarketing di tutti i clientID che sono passati in un certo status, e pusharla immediatamente su AdWords o Doubleclick). Possibilità interessantissime a portata di click 🙂


Dec 05 2017

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il report dei contenuti a 1M di righe

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium,report

Qualche settimana fa mi sono imbattuto in un fenomeno curioso, ma prima di scrivere un post aspettavo conferme; qualche giorno fa ho visto fugacemente un post su Google+ per la stessa cosa e m’è tornato in mente di verificare. Ora vi spiego tutto, ma prima un minimo di ripasso delle basi.

quante righe può contenere ogni report?

La domanda sembra banale, specialmente se si ha a che fare con siti di piccole dimensioni, o se il setup è stato fatto cum grano salis, ma non lo è affatto quando si guarda l’Analytics di siti grandi o giganteschi. La risposta infatti non è “infinite” 🙂
Il numero di righe di un report in gergo tecnico viene definita cardinalità, e prima di proseguire la lettura vi consiglio un ripassino di questo post evergreen: la voce (altro) nei report

Detto fatto, più un sito ha un distinto numero di pagine univoche (vere pagine uniche, o anche semplicemente parametri non filtrati nell’URL), più la voce (other) pesa nel report dei contenuti; parliamo di contenuti perché difficilmente si arriva a 50k record al giorno su altre dimensioni, in ogni caso il problema si porrebbe su qualsiasi tabella.

Cosa è cambiato di recente?

Di recente, da qualche settimana, il valore di (other) nel report dei contenuti è sceso moltissimo sugli analytics di siti giganteschi cui ho accesso, ed è praticamente sparito su siti grossi. Possiamo affermare con relativa tranquillità che il nuovo limite massimo giornaliero è passato da 50k a 1 milione, un incremento pazzesco se ci pensate. Oltretutto dai primi riscontri sembrerebbe che la cosa valga anche sugli Analytics standard, non è una prerogativa di Premium/360. Il cruccio delle analisi sui contenuti, tanto care anche ai nostri amici SEO, è adesso minore e non costringe ad artifizi e trucchi vari per venire a capo lo stesso del problema. Ma c’è di più:

Le custom tables (se hai GA360) e il loro ruolo nei report standard

Se hai accesso a un GA360, e hai i privilegi sufficienti, puoi creare le custom tables, o tabelle personalizzate nella UI italiana, che sono praticamente dei custom report che vengono permanentemente salvati ed elaborati preaggregati. Significa cioè che su quelle tabelle i dati sono sempre puntuali e mai campionati, entro 1M di righe e a patto che eventuali dimensioni secondarie o segmenti siano specificati già in fase di creazione della custom table.
Bene, ma questo cosa c’entra col problema iniziale? ecco, ora ti spiego la magia: quando tu fai una qualsiasi richiesta a GA, lui interroga uno schema, ovvero una “mappa” delle combinazioni possibili di dimensioni e metriche. I report preaggregati hanno uno schema predefinito, l’aggiunta di una dimensione secondaria tra quelle previste provoca l’interrogazione di uno schema diverso, ma non predefinito.

Però se tu crei una custom table (che un limite di cardinalità di 1M di righe) che ricalca esattamente lo schema di un report preaggregato (che ha un limite di cardinalità di 50k righe), quando tu chiedi il report standard, lo schema “punterà” alla custom table, regalandoti il report standard con 1M di righe, anche se non è il report dei contenuti che abbiamo visto poco sopra. Fico eh? 🙂

L’unica cosa da tenere presente è che ovviamente le custom tables non sono retroattive, o meglio vengono rimpolpate con i 30gg precedenti alla creazione, non oltre. Meglio di niente, in ogni caso…