Jun 30 2014

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Ricapitoliamo quel che succede…

autore: Marco Cilia categoria: generale

Manco da un po’ di tempo, ma ci tengo lo stesso a darvi un po’ di notizie su cosa è accaduto nel mondo Google Analytics e dintorni nel frattempo 🙂

Partendo dal blog ufficiale, Premium ottiene le API non campionate; attraverso di esse si possono ottenere informazioni sui report non campionati esistenti, si può creare al volo una richiesta di report non campionato, si può controllare lo stato di avanzamento del calcolo di un report non campionato e infine si può avere il link dal quale scaricare un report non campionato.
La feature è utile perché, come al solito, permette di integrare al di fuori del pannello operazioni che tipicamente possono essere svolte solo da dentro all’interfaccia: nel caso di Premium la cosa è ancora più utile perché non tutte le funzioni aziendali hanno accesso a tutti i report e tutti i dati, e molti si basano sull’uso di API per interrogare solo i KPI di interesse. Se però i KPI di interesse sono fortemente campionati, fino ad ora non c’era altra possibilità che andare sul prodotto e richiedere il report unsampled, mentre adesso anche questa operazione può essere svolta tramite API.

Altra novità recente è la suddivisione semi-automatica tra le keyword di brand e quelle non di brand; il sistema provvede ad estrarre quelle che secondo lui sono le chiavi di brand, ma è ovviamente possibile modificare a piacimento la configurazione. Una volta terminata questa oeprazione Analytics chiederà di poter creare due nuovi canali nel raggruppamento predefinito dei canali: uno per le chiavi di brand e uno per quelle unbranded, che si andranno a sostituire progressivamente al canale di default “Paid Search”. Questa classificazione esiste soltanto per le chiavi a pagamento (non solo per AdWords), mentre per via del fenomeno delle (not provided) non si può applicare (e non avrebbe senso farlo) al traffico organico.

Per quanto riguarda le novità di prodotto vere e proprie, segnalo che per l’ennesima volta è stata rifatta l’interfaccia dei segmenti avanzati, sia nella parte di visualizzazione sia nella parte di creazione.
La nuova visualizzazione dei canali ora si presenta così

Schermata 2014-06-30 alle 23.25.45

se non volete a tutti i costi usare la freccia verso il basso per rimuovere un segmento, vi svelo un trucco: basta trascinarlo ‘via’ 🙂

L’interfaccia di selezione ora si apre per impostazione predefinita in modalità “verticale”, garantendo finalmente la leggibilità dei segmenti con i nomi più lunghi:

Schermata 2014-06-30 alle 23.28.52

E’ stato introdotto anche un comodo selettore “selezionati”, che provvede a scremare soltanto i segmenti attivi: quante volte volevate togliere un segmento e siete stati costretti a scorrere più volte su e giù il menu perché non li trovavate? 🙂

Ho notato da qualche giorno che nelle dimensioni secondarie è comparso un raggruppamento “ora”. Sebbene data, ora e ora del giorno siano sempre stati selezionabili, adesso il numero di dimensioni è molto più cospicuo e comprende cose interessanti come ad esempio:

  • giorno del mese
  • giorno della settimana
  • mese dell’anno (03) e mese dell’anno (201403); pessima traduzione di due concetti diversi :-/
  • minuto (001036, inteso come minuto del giorno) e minuto (05, inteso come minuto dell’ora)
  • nome del giorno della settimana
  • settimana ISO dell’anno ISO

e altri ancora. Quando si fanno analisi granulari sono dimensioni che possono tornare MOLTO utili…

infine giovedì e venerdì scorso si è tenuta la prima edizione italiana dell’ Emetrics summit, evento di caratura mondiale dedicato esclusivamente al mondo della misurazione. Oltre ad aver incontrato Jim Sterne, padre fondatore della web analytics e della Digital Analytics Association, e ad aver rivisto molti amici e colleghi, Tommaso Galli ha tenuto uno speech dove tra l’altro ha ribadito con questo video l’importanza di usare un TagManager per la gestione dei tag di marketing. Un po’ quello che cercavo di spiegarvi qualche tempo fa, sotto un’altra ottica… 🙂


May 07 2014

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GA compra Adometry

autore: Marco Cilia categoria: generale

Nella vita non si può conoscere tutto, per cui senza vergogna vi dico che Adometry io non l’ho mai sentita nominare. Ciononostante se Google ha deciso di comprarla, e se la notizia viene dal Google Plus ufficiale di GA è abbastanza chiaro con quale prodotto verrà integrato.

La parte più interessante del sito Adometry mi sembra quella in cui descrivono la tecnologia di integrazione “totale” delle fonti di dati utili al calcolo del customer journey: si parla senza mezzi termini di digital channels, offline channels e offline conversions, tre temi che ultimamente ci stanno molto a cuore, soprattutto con il passaggio a Universal Analytics.

Naturalmente passerà del tempo prima di vedere i risultati tangibili di questa integrazione, ma ho letto commenti molto eccitati a riguardo per cui sono sicuro che uscirà qualcosa di notevole. Aspettiamo e vediamo!


Apr 15 2014

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Introdotta la diagnostica automatica

autore: Marco Cilia categoria: report

Ecco una feature della quale vi parlerò male, una volta tanto 🙂
Svelata al pubblico ieri, la diagnostica dovrebbe occuparsi di avvisare i webmaster di problemi inerenti le tracciature o le configurazioni di Google Analytics, ad esempio pagine senza codice di monitoraggio, goal che non ricevono visite, filtri, discrepanze tra clic e visite, eccetera… dico “dovrebbe” perché l’ho testata più volte nei mesi scorsi e ogni singola volta mi ritrovavo a controllare (e segnalare) falsi positivi, o segnalazioni completamente sbagliate.

Con questo non voglio dire che non sarà utile, una volta messa a punto, ma semplicemente che al momento (per la mia esperienza) è una funzione inutile. Ciò non toglie che il miglior modo per giudicare è fare test personali, magari siete più fortunati di me (o nel frattempo hanno riscritto completamente l’algoritmo). Nel caso fatevi sentire nei commenti.

Visivamente si presenta come una campagna in alto a destra con il numero di notifiche segnalate, ne più ne meno della campana delle notifiche di Google+, ma in ogni caso questa funzionalità è stata attivata su un certo numero di utenti, che sono pregati di mandare feedback che consentiranno di migliorarla ancora prima di rilasciarla ulteriormente.


Apr 02 2014

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Universal esce dalla beta. Ora il gioco si fa duro!

autore: Marco Cilia categoria: generale

Il bello di stare a 9 fusi orari di distanza dal “centro del (mio) mondo” è che quando loro pianificano una big news tu sei fuori a cena. Mentre annunciavano Google Analytics Premium ero in pizzeria, oggi che Universal Analytics esce dalla beta ero a cena dai miei genitori (e dire che avrei potuto preparare un post in anticipo, ma che vuoi farci? 🙂 ).

Quindi la news è questa, fresca fresca dal blog ufficiale, e da oggi le cose cambiano VERAMENTE per tutti coloro che vogliono fare digital analytics ad un certo livello. Vediamo le novità principali:

  • Ora Universal supporta tutte le feature dello strumento: quindi si potrà fare remarketing e usare i report demografici, avere l’integrazione con AdSense, insomma avere tutto quel che abbiamo sempre avuto nel Google Analytics “classico”.
  • Controllo dello UserID: si tratta del nocciolo di Universal, ovvero della possibilità di tracciare il vero utente unico, a prescindere da dove, come e quando si connette; ho un’app mobile, un sito mobile e un network di tre siti? non importa, se li traccio tutti nella stessa property e posso riconoscere l’utente, il sistema registrerà sempre un solo visitatore unico!. Il tutto tra l’altro è già disponibile anche su TagManager
  • Cross device report: in conseguenza di ciò, saranno introdotti i nuovi (oddio, mi fa un po’ sorridere, dato che li ho usati in beta parecchi mesi fa) report cross device, cioè dei report simili ai multichannel funnel focalizzati non sulle sorgenti ma sui dispositivi che lo stesso utente unico usa per arrivare alla conversione. Come si sovrappongono mobile e desktop? quale dei due è più utile per fare awareness e quale invece “chiude” la conversione? quale è la sequenza migliore di categorie di dispositivi che converte di più?
  • Processing basato sui fusi orari: fino ad oggi le property Universal venivano processate in base al fuso orario del Pacifico, anche se non saprei dire il motivo. In ogni caso su alcuni account più grandi questo determinava l’impossibilità di avere dati precisi fino al pomeriggio italiano. Uscendo dalla beta tutto tornerà come prima, almeno per quanto riguarda le property con meno di 200.000 visite al giorno
  • Possibilità di specificare l’IP nelle chiamate server side: il protocollo di misurazione, ce ne siamo accorti subito, è una grande cosa ma soffriva di un problema piuttosto grande: le chiamate venivano viste come provenienti dall’IP del server che le effettuava, annullando la possibilità di usare i report geografici. Da ora in poi questa cosa sarà falsa, e si potrà passare l’IP del client, ottenendo la stessa precisione cui siamo abituati per i report geografici

Come sempre in questi casi vi lascio un po’ di link utili, in aggiornamento man mano che li trovo in giro per il web:

Justin Cutroni con un post generale.
Daniel Waisberg, con un dettaglio sui report cross device


Mar 12 2014

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Remarketing dinamico direttamente da GA

autore: Marco Cilia categoria: generale

Ecco qualcosa di veramente interessante, che si aspettava da tempo: la possibilità di fare remarketing dinamico direttamente usando il codice di Analytics. Il remarketing dinamico è una feature che possono usare gli utenti con un account Google Merchant Center, che possono mostrare annunci sulla rete display di Google basati sui prodotti effettivamente visti dagli utenti, senza dover creare centinaia o migliaia di creatività, ma lasciando a Google l’onere di “comporre” dinamicamente l’annuncio.

Questo sino ad ora ha richiesto codici appositi, e da oggi invece si integra alla perfezione con Google Analytics, usando feature che già conosciamo. Vediamo nel dettaglio i passi da compiere:

  1. Creare almeno una lista di remarketing usando Google Analytics
  2. Aggiungere ai codici di tracciamento le variabili personalizzate (o le dimensioni personalizzate su Universal Analytics) con naming appositi, che traccino l’ID del prodotto, il prezzo del prodotto e il tipo di pagina
  3. Abilitare la feature dal pannello di amministrazione: proprietà -> remarketing -> attributi dinamici
  4. Creare una campagna di remarketing dinamico su AdWords

Un’altra integrazione importante per gli strumenti Google, sempre nell’ottica della semplicità e del riutilizzo delle feature, operazione che in Google Analytics sembra essere particolarmente efficace 🙂


Mar 06 2014

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Le ultime piccole novità nel TagManager

autore: Marco Cilia categoria: tagmanager

Se dovessi descrivere il Google TagManager e i suoi vantaggi non mi basterebbe una giornata. Hai voglia a dire che le cose diventano semplici e veloci, spesso appare talmente bello da non sembrare vero. Se un video vale più di mille parole, per me questo pezzetto di “tre uomini e una gamba” rappresenta la summa perfetta di cosa è il TagManager (ho numerosi testimoni che possono confermare 🙂 )

Una delle note negative però, se vogliamo, è che questo prodotto evolve alla velocità della luce; tanto per capirci, molto più veloce di come evolve Google Analytics, che già non è facile… per questo motivo eccovi un piccolo riassunto delle novità introdotte ultimamente nel GTM, o almeno di quelle che ho potuto vedere (senza nemmeno poterle testare tutte…)

  1. Macro Lookup Table (tabella di ricerca in italiano): si tratta di una tabella che restituisce un valore sulla base di un altro valore. Dannatamente comoda in moltissimi casi, il più semplice tra tutti è quello di condizionare l’UA a cui inviare i dati in base al dominio in cui avviene la visita, in questo modo:

    GTM-lookup-table

  2. Macro fragment e cronologia: il fragment, unito ad una regola apposita intercetta le variazioni di url con il cancelletto, quindi un indirizzo di pagina che passa da /pagina.html e pagina.html#anchor1 si può intercettare. Il secondo tipo serve a intercettare la history delle location del browser, ma non l’ho ancora testato e presumo si riferisca solo ai cambiamenti forzati tramite javascript. A questo proposito i più tecnici possono leggere questo post su G+ di Simo Ahava, di cui riporto solo il pezzo saliente

    1) You have a single-page site with dynamic content
    2) You create a fabricated browser history entry to save current state
    3) The visitor leaves your site and comes back via browser back button
    4) You can use the History Listener to check if there was some state saved in (2)
    5) You can provide the same state that was saved in (2)

  3. Tag Evento “rilevatore errori javascript”: si tratta di un nuovo tipo di listener, dopo quelli per i click e le form, che intercetta gli errori javascript sulla pagina. Può essere utile in fase di debug, oppure come suggerisce nuovamente Simo Ahava su Google+, creando un UA tutto nuovo solo per collezionare gli errori javascript e avere un grande repository a disposizione degli sviluppatori per migliorare il sito basandosi su erorri reali e non teorici.
  4. Macro “testo elemento”: incredibile a dirsi, mancava! permette di intercettare (ad esempio per creare condizioni) il CONTENUTO di un elemento cliccato

Inoltre sono stati introdotti una macro per indicare se si sta guardando una bozza del contenitore o una versione live, e la possibilità di forzare il codice ad usare la versione debug, che stampa nella consolle del browser moltissime informazioni utili.


Feb 23 2014

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Percentuale di contribuzione sul totale, per ogni metrica

autore: Marco Cilia categoria: report

Da qualche giorno è disponibile per tutti una semplificazione estrema dell’interfaccia che è sempre mancata in Google Analytics: sapere di ogni metrica quale percentuale rispetto al totale essa rappresenti. Non sto parlando dei circoletti accanto ai segmenti avanzati, che danno un giusto contesto all’analisi, né delle percentuali che si visualizzano quando si passa alla rappresentazione a torta dei dati mostrati; sto parlando esattamente di questo

percentuale-sul-totale

ovvero del fatto che accanto ad ogni metrica (assoluta, per le metriche a percentuale come bounce rate non avrebbe tanto senso) ora compare la percentuale che essa rappresenta rispetto al totale. Quando si apre un report standard questo fornisce a colpo d’occhio l’impatto delle prime 10 righe rispetto alle metriche aggregate che si vedono nella prima riga di riepilogo, evitando di dover ricorrere a estensioni o plugin esterni o dover fare a mano il calcolo.

Semplificazioni facili, ma di grande aiuto! 🙂


Oct 14 2013

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Hai i nuovi report Acquisizione, Comportamento, Conversioni. E ora?

autore: Marco Cilia categoria: report

Il rilascio graduale dell’annunciata ristrutturazione dei report di traffico sta procedendo, e ormai molti di voi li possono già vedere e usare. E’ quindi il momento di venire in aiuto di chi fra voi si trova più spaesato da uno dei più grandi cambiamenti che quella serie di report abbiano avuto.
Partiamo dall’ABC, come si suol dire (ok lo confesso, sono mesi che medito questo sottile gioco di parole in questo post 😛 ), ovvero come bisogna pensare e guardare i nuovi report: in passato avevamo il gruppo di report Sorgenti di traffico, il gruppo Contenuti e il gruppo Conversioni. Ogni gruppo conteneva specifici report, ognuno con le metriche tipiche, fatta salva la possibilità di personalizzazione degli stessi.

Il concetto dietro ai report ABC (Acquisition, Behaviour, Conversion) è quello di replicare nello strumento il flusso ideale di un visitatore: prima di tutto lo si deve Acquisire, cioè far arrivare sul sito, poi lui avrà un comportamento, che va studiato al fine di farlo giungere a una conversione. Questo concetto di “flusso” viene espresso in due direzione nel “nuovo” Analytics, verticale e orizzontale (clic per ingrandire)

ABC

In verticale, il gruppo di report Acquisizione contiene tutti i report relativi a come i visitatori arrivano sul sito, quindi il nuovo report dei canali (ne parliamo tra poco), il vecchio “tutto il traffico”, le campagne, le keyword (residue), i report social e Adwords e le altre forme di pubblicità. Il gruppo Comportamento invece contiene i report relativi a cosa avviene sul sito, quindi contenuti, velocità del sito, ricerca interna, eventi, AdSense, Esperimenti. Infine il gruppo Conversioni contiene tutti i report relativi ai goal, i modelli di attribuzione e il multichannel funnel, questi in effetti non sono cambiati.

Analizzando in orizzontale la nuova struttura di tutti i report, troviamo lo stesso concetto segmentato per i soli dati mostrati dal report; quindi il report di AdWords mostrerà come prima le sole visite da campagne cpc, mostrando sulla stessa riga metriche di Acquisizione (visite, % nuove visite e numero di nuove visite), di Comportamento (bounce rate, pagine/visita e durata media) e Conversioni (tasso di conversione, numero di goal raggiunti (finalmente! 🙂 ) e valore del goal. Questa sezione di tutti i report si può personalizzare, ovvero è possibile scegliere se mostrare le metriche per un solo goal, per tutti i goal o per l’ecommerce se configurato sul sito).

A mio avviso si tratta di una razionalizzazione molto importante, che pone un forte accento sull’analisi del flusso di utenti che arrivano (o non arrivano) alla conversione.

Come se non bastasse però, all’interno del gruppo di report Acquisizione, abbiamo anche l’introduzione di un nuovo concetto, e di un nuovo report: il concetto è quello dei Canali, il report è la panoramica dell’Acquisizione.

Che cosa sono esattamente i canali, e come si usano?

I canali sono dei raggruppamenti automatici di visite, accomunati da alcune caratteristiche; il concetto alla base di questa strutturazione e di questo report, se vogliamo, sembra controintuitivo rispetto a quanto abbiamo sempre detto in passato, ma in realtà è un concetto in affiancamento. Per anni io e molti altre persone abbiamo stressato le persone affinché taggassero tutte le loro campagne per bene, ordinatamente e nel modo più preciso possibile: alcune volte ho visto risultati addirittura esagerati, con taggature atomiche che costringevano a ri-raggruppare visite con filtri di visualizzazione, espressioni regolati ed export. In ogni caso che cosa si è visto in questi anni? che le combinaizoni di mezzi, campagne e sorgenti di traffico sono diventate tantissime, centinaia, a volte migliaia in alcuni account, e che alla fine spesso tutto si traduceva in una difficoltà di fare analisi ad un livello alto.
Per questo motivo gli ingegneri hanno introdotto il concetto di Canale, per affiancare al report “tutto il traffico” (che è ancora presente, in ogni caso) un report più snello che consentisse di avere il polso della situazione di salute del sito con poco sforzo.

Se non avete toccato niente, come spero, i canali che troverete all’interno del vostro Google Analytics sono questi, con le relative definizioni:

  • Direct: source = direct AND medium = (not set), OPPURE medium = (none)
  • Organic Search: medium = organic
  • Referral: medium = referral
  • Email: medium = email
  • Paid Search: medium corrisponde a regex ^(cpc|ppc|paidsearch)$ AND Ad distribution network diverso da Content
  • Other advertising: medium corrisponde a regex ^(cpv|cpa|cpp|content-text)$
  • Social: social source referral = Yes, OPPURE medium corrisponde a regex ^(social|social-network|social-media|sm|social network|social media)$
  • Display: medium corrisponde a regex ^(display|cpm|banner)$, OPPURE Ad Distribution Network = Content AND Ad Format diverso da Text

I canali e gli istrogrammi si riordinano automaticamente agendo sulle intestazioni delle colonne, mentre cliccando su un canale si accede al dettaglio delle visite che sono state assegnate a quel canale: è da qui che bisogna passare se si vuole accedere, per esempio, al vecchio report del traffico diretto che adesso non gode più di una voce dedicata nel menu laterale.

Come avrete già intuito la vera potenza dei channel è la possibilità di personalizzazione: attraverso l’apposita voce nella panoramica, o comunque attraverso l’interfaccia di amministrazione, si accede a una schermata del tutto simile a quella dei canali delle canalizzazioni multicanale – solo meno colorata 🙂 – che permette di aggiungere propri canali o modificare quelli esistenti. Se ad esempio siete soliti taggare le newsletter con il medium “mail” anziché il predefinito “email” avrete bisogno di aggiungere una regola di questo tipo

Channel-email

(naturalmente è possibile ottenere lo stesso risultato anche in altri modi).
Se avete notato, prima ho detto che spero che non abbiate ancora toccato niente. Questo perché i nuovi canali hanno alcune restrizioni che vi vado ad elencare, è che è bene conoscere prima di agire:

  1. L’ordine dei canali è importante: per decidere in quale canale infilare una visita, Google Analytics analizza le corrispondenze in ordine discendente, partendo da 1 (quindi direct, nelle impostazioni di default): se una visita può ricadere in più condizioni, vince quella con il numero minore.
  2. I canali esistono dal 25 luglio, quindi non potete vedere i dati tramite i canali per tutto il 2013, ne tantomeno fare comparazioni tra canali su periodi che sforano all’indietro quella data. Non ci è dato sapere se Google procederà ad un allineamento dei dati passati, la mia personale opinione è no.
  3. Le modifiche che apportate ai canali valgono per tutti gli utenti che hanno accesso ai profili. Non si tratta di una personalizzazione, come una dashboard, che vive nel proprio account fino a quando non la si condivide. Una modifica in questo senso va vista alla stregua di un filtro di profilo. Attenzione!
  4. Le modifiche apportate a un canale, esattamente come quando si agisce su un filtro, sono operative da quando si salva in avanti. Assicuratevi quindi di fare modifiche che vi permettano di mantenere la possibilità di fare comparazioni con il passato, e soprattutto di non sbagliare qualcosa nelle configurazioni.

L’altro nuovo report disponibile è quello dei canali, ovvero un report “tradizionale” che però mantiene i raggruppamenti e vi permette ad esempio di applicare una dimensione secondaria ai canali, di fare ricerche e di segmentare per metrica.

In conclusione ritengo che il concetto di report ABC (o ACC in italiano, ma preferirei che si diffondesse la dizione inglese) sia un buona passo in avanti nell’analisi del dato perché presenta un’immagine più completa di prima delle tre fasi critiche di una visita; inoltre i nuovi canali sono un metodo molto potente per avere insights veloci sullo stato di salute del sito, senza per questo rinunciare ad avere la possibilità di andare subito nel dettaglio per approfondire.
La vostra opinione quale è?


Oct 07 2013

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Le 14 novità del Summit 2013

autore: Marco Cilia categoria: generale

Quando dico che ormai gli annunci di novità sul prodotto si susseguono a ritmo forsennato, la maggior parte di voi immagina uno o due novità al mese, abituati come eravamo fino a qualche anno fa quando si stava anche mesi “in tranquillità”. Ma che ingegneri Google sarebbero, se non tenessero conto preciso di quel che fanno? durante il keynote di apertura del Google Analytics Summit – che è stato trasmesso in diretta streaming – hanno dato il numero esatto delle novità introdotte dallo scorso Summit: 70.

E per non farsi mancare niente durante lo stesso keynote ne hanno annunciate altre 14, che vado a riportarvi qui linkando ove già presenti i post ufficiali:

  1. Auto Event Tracking per il Tag Manager: un sistema per far sì che pressoché qualsiasi cosa sia tracciabile dal Tag Manager senza bisogno di far inserire codice in pagina. Le potenzialità sono enormi, l’ho provato brevemente nella sua forma base e sto fantasticando di usi incredibili 🙂
  2. SLA sul Tag Manager per clienti Premium: se un cliente Google Analytics Premium si vuole affidare a GTM, adesso è presente anche un Livello Minimo di Servizio, per essere sicuri che i propri tag siano sempre “consegnati” correttamente.
  3. Processo di upgrade delle web property a Universal Analytics: ovvero la possibilità di passare a Universal senza dover creare un nuovo codice di monitoraggio, novità attesa a lungo da molti.
  4. API per enterprise: si tratta di un set nuovo di API che consentono di automatizzare i processi di creazione di account, property e view e anche utenti, delegando il tutto a uno script invece che a un processo manuale. Un salvagente incredibile quando si opera in contesti con centinaia di siti e di utenti, con permessi incrociati…
  5. report ABC: rimpiazzeranno completamente i report del traffico attuali, secondo la logica “acquisizione, comportamento, conversioni”. Le attuali fonti di traffico, granulari, potranno essere raggruppate logicamente in “canali”, sui quali l’utente avrà il pieno controllo. Di questi sarà necessario fare un post a parte appena saranno lanciati, perché rappresentano una novità molto grossa e che va maneggiata con cura.
  6. Nuovi segmenti: in realtà una nostra vecchia conoscenza, non so esattamente perché li abbiano spacciati per nuovi. (forse per non fare 13 annunci 😛 )
  7. Audience reporting: altra novità molto grossa, si tratta di report che mostrano età, sesso e interessi dei navigatori, in modo che sia poi più efficace creare target sul Google Display Network
  8. Dati demografici nei segmenti unificati: la naturale conseguenza del punto precedente, è la possibilità di creare segmenti usando i dati demografici appena introdotti.
  9. BigQuery integration: esce dalla beta questa integrazione, presentata già allo scorso Google I/O. Limitata ai clienti Premium, ho visto la demo ed è IMPRESSIONANTE (oltre che essere una cosa maneggiabile solo da esperti/nerd/geek): si tratta di esportare i dati da Google Analytics su Big Query, integrarli eventualmente con dati proprietari, ed interrogarli in qualsiasi modo possibile con un linguaggio molto simile a SQL. La demo vista al Summit era paurosa!
  10. integrazione con DCM: DCM è il DoubleClick Campaign Manager, cioè il prodotto per la gestione delle campagne Display su DoubleClick. L’integrazione con GA Premium apre un ventaglio di scenari ampissimo, tutti estremamente interessanti, e a mio avviso si tratta della più forte integrazione tra strumenti Google e GA mai fatta dai tempi di AdWords.
  11. Dati della rete Display in MCF e Attribution: Al pari dell’annunciata integrazione con il display AdWords, anche i dati Doubleclick finiranno nei Multi Channel Funnel, e anche nei modelli di attribuzione, permettendo di avere una visione completa sulle interazioni dell’utente anche in assenza del clic e della visita.
  12. Integrazione con Google Play: anche questa mostrata al Google I/O, sarà disponibile per tutti a breve. Permetterà di controllare quali fonti di traffico portano visite alla pagina dell’applicazione sul Google Play, quante view fa la pagina, quanti install vengono fatti (e da quale sorgente) e di legare ogni installazione alla fonte originaria, attribuendo poi goal e revenue in-app a quella sorgente.
  13. GA Academy: un progetto di education targato Google/Justin Cutroni che mira a diffondere le corrette basi della cultura della digital analytics, soltanto in parte declinata sullo strumento Google
  14. Help in linea nel prodotto: una serie di aiuti direttamente dentro all’interfaccia, per non perdere il focus sulle analisi e avere risposte veloci e rapidamente.

Se vi siete persi il keynote, è stato postato sul canale Youtube ufficiale. Eccolo:

Come nota conclusiva, sono stato contento di aver finalmente conosciuto di persona alcuni nomi della bella community che gira intorno a Google Analytics: Phil Pearce, Julien Coquet, James Standen di Analytics Canvas, ma non solo ovviamente, e aver avuto la possibilità di parlare con alcuni degli ingegneri che plasmano ogni giorno il prodotto: sono persone che sanno davvero ascoltare se hai un’idea, e se è valida la portano realmente all’attenzione del resto del team. Sembra una cosa banale, ma non è affatto così scontata…


Sep 16 2013

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Metti qualsiasi tag nel Tag Manager

autore: Marco Cilia categoria: tagmanager

Sin da quando il Google Tag Manager ha fatto la sua comparsa nel panorama web, una delle critiche maggiori che gli è stata mossa era “eh, ma non ci posso mettere il tag xyz”. Non perché il GTM sia uno strumento su misura solo per i tag di Google – anche se ovviamente questi hanno dei template già pronti – quanto perché una delle restrizioni maggiori era data dal fatto che il codice del tag manager agisce in modo asincrono: ovvero viene eseguito “quando si può”, indipendentemente dallo stato di caricamento della pagina.

Questo determinava l’impossibilità di usare, all’interno dei custom HTML tag, codici che contenessero la direttiva “document.write”, che invece agisce in modo sincrono modificando l’output generato dal browser per inserire “pezzi” a partire da istruzioni javascript. Quasi tutti i pixel di tracciamento usano document.write per fare i tracciamenti, e fino a ieri non si potevano inserire nel GTM.

Da qualche giorno invece quando si crea un custom HTML tag esiste una checkbox – opzionale – che permette proprio di inserire codici con document.write nel tag manager. Quale tipo di “magia” tecnica ci sia dietro non me lo chiedete, non arrivo così in là con la comprensione di queste cose, ma da qualche test veloce sembra funzionare come ci si aspetta: in ogni caso tenete presente che si tratta di una funzione NUOVA, e che la dovrete usare a vostro rischio e pericolo.

Un’altra novità riguardante il tag manager è l’introduzione delle custom javascript macro, ovvero macro che non dipendono più dalla presenza o meno di un valore all’interno di URL, dataLayer, variabili o testo della pagina, ma che consentono di scrivere funzioni che dato un valore in ingresso lo elaborano e restituiscono un valore in uscita: questo consente tra le altre cose di aggiungere della “logica” (se… allora…) a uno strumento che fino ad ora ne era sprovvisto, e di fare tante altre cose carine che sto sperimentando in questo periodo 🙂

Infine una nota di colore: la settimana scorsa sono incappato in un errore strano facendo delle prove con Tag Manager, e non trovavo bibliografia in merito. Prova e riprova non ne venivo a capo, e quindi ho fatto una segnalazione: si trattava in effetti di un baco (o meglio di un caso particolare che generava un problema). La cosa è stata risolta in pochi giorni, e devo dire che mi ha fatto piacere sentirmi parte del continuo miglioramento di uno strumento che sta aiutando moltissime aziende e persone a velocizzare tantissimo i processi interni di gestione e delivery dei tag, e quindi ad avere risposte dagli strumenti in tempi incredibilmente ridotti!

EDIT, pochi minuti dopo: siccome le novità non sono mai troppe, apprendo or ora che esiste anche una V2 del dataLayer, impostabile quando si crea una macro, che consente di accedere ai valori nidificati tramite notazione javascript standard. La frase di help esatta è:
“Versione 2: i punti accedono a valori nidificati. I valori inviati al livello dati contenente punti nel nome verranno considerati valori nidificati in base alle regole JavaScript standard.”
Su questo però devo fare prima dei test, perché l’ho appena vista anche io 🙂