Nov 26 2012

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Filtro direttamente nella creazione di un custom report

autore: Marco Cilia categoria: report

L’altro giorno ho trovato la segnalazione di questa discussione nel forum di Giorgio Taverniti: “a che ora i miei fan interagiscono di più?“. Niente da eccepire sul contenuto del post, se non che come dico nel primo commento la mancanza di un filtro nel custom report mi costringe a fare dei clic in più. Siccome noi siamo analisti precisini, noiosi e ripetitivi, ogni clic risparmiato è un clic guadagnato 🙂

Quindi, siccome l’obiettivo del post è l’analisi delle interazioni orarie per le provenienze da Facebook, ne approfitto per ribadire un concetto che molto spesso non vedo applicato come si dovrebbe: il custom report filtrato all’origine. Un custom report è un rapporto che in Google Analytics non esiste, e che viene calcolato “al volo” sulla base delle nostre indicazioni. Ad esempio proprio quello discusso sul forum GT, cioè le ore di arrivo delle visite per ciascuna sorgente.
Però il custom report così come viene proposto risponde (con DUE clic) alla domanda: “a che ora interagiscono tutti i miei utenti, divisi per sorgente?”. Per rispondere alla domanda originale propongo due variazioni:

La prima è appunto l’inserimento di un filtro direttamente nel custom report: si elimina la prima dimensione (la sorgente) e si usa il filtro per mostrare SOLO facebook. Il filtro si trova subito dopo la sezione delle dimensioni nel custom report, come in figura (clicca per ingrandire):

In questo modo aprendo il custom report si hanno SOLO le visite provenienti da Facebook, esplose per ora e senza necessità di clic aggiuntivi.

La seconda modifica è l’aggiunta di una seconda tab, che se trovate migliore potete anche spostare come prima (o usare solo questa), e cioè una tabella piatta con sorgente / ora e metrica visite. Questo report permette di distinguere le varie tipologia di sorgente Facebook (sito, app, sito mobile, campagna se avete usato facebook come source…) ma di avere lo stesso a portata di mano già all’apertura le ore in cui sono divise le visite. Vedasi screenshot (clicca per ingrandire):

.

Se volete, potete scaricare il tutto e salvarlo direttamente nel vostro Google Analytics: basta cliccare questo link mentre si è loggati nel proprio account Google.
Ripeto, nulla di eccezionale, ma solo un modo più veloce per arrivare al dato. Alternativamente potete usare il custom report proposto nel forum di Giorgio e usare le scorciatoie per arrivare direttamente alle sorgenti desiderate, se ne avete più d’una.


May 15 2012

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Cosa sono le “impostazioni sociali”?

autore: Marco Cilia categoria: social

Escludendo i social-plugin, che richiedono un settaggio apposito sul sito, il bello dei nuovi report sociali è che si attivano da soli, senza bisogno di fare nulla. Nessuna azione è richiesta all’utente, e la magia si compie da sé. E allora che cosa è e a cosa serve quella tab che si vede accedendo all’Amministrazione di un profilo, quella tab chiamata IMPOSTAZIONI SOCIALI e che riporto nell’immagine in apertura?

Si tratta di una serie di campi (se ne possono aggiungere tramite il pulsante + posto alla destra del form) che permettono di AGGIUNGERE altre fonti da considerare nei social report. Cioè di URL che contengono contenuti sociali relativi al nostro sito. L’esempio che fa Google Analytics calza a pennello: il nostro canale youtube contiene sicuramente delle attività sociali, quindi è giusto farlo confluire nei report sociali. Ci sono però due cose da tenere a mente:

  1. molto importante: come sottolineato anche dalla schermata di configurazione, se si inserisce uno o più URL in quel campo è necessario anche riportare l’indirizzo del sito tracciato. Questo perché per impostazione predefinita i report sociali tracciano il sito impostato nel profilo di GA, ma se andiamo a toccare questo settaggio allora lui vuole la lista completa degli URL; mi sembra abbastanza assurdo, ma al momento è così.
  2. secondariamente: non immaginatevi di trasformare quei report in uno strumento di analisi della concorrenza. Non è che inserendo qualsiasi url i report sociali si popoleranno con i dati delle condivisioni e delle citazioni di quell’URL! ci ho sperato per un secondo anche io (ho provato a vedere cosa si diceva del sito nasa.gov 🙂 ), ma evidentemente non è così. L’help ufficiale ci viene in aiuto e recita “Activities data is only shown for properties from which your domain has received hits. (I dati delle attività vengono mostrati solo per le proprietà web dalle quali il vostro dominio ha ricevuto visite).

Vi eravate accorti di questa possibilità?


May 04 2012

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Ora Analytics riporta anche i backlink

autore: Marco Cilia categoria: social

Ho come l’impressione che Analytics stia diventando un prodotto “all inclusive” dell’attività di analisi digitale della presenza online. In passato ci siamo riferiti a questa eventualità come alla creazione di una “Business Platform“, anche se in verità me la figuravo più come integrazione in Google Analytics di altri servizi già esistenti; in parte è così, in parte si tratta di strumenti e report nuovi e creati ad hoc.

Comunque sia, ieri il team ha annunciato che all’interno dei social report è adesso possibile vedere anche i trackbacks al nostro sito, ovvero sia le pagine che hanno link verso le nostre. Nei report questa informazione si può trovare nei report SOCIALE -> Pagine -> (selezionare un URL) -> (scheda flusso delle attività) -> Eventi. I trackbacks hanno l’icona a forma di freccetta verde rivolta all’indietro, questa:

e in realtà al momento non viene visualizzato l’url della pagina che linka, bensì il suo titolo. E’ comunque possibile vedere l’indirizzo e visitare la pagina linkante usando l’ultima icona sulla destra, la freccia verso il basso, e selezionando “visualizza attività”. Nel post di SEland che ho appena linkato c’è anche la procedura per vedere tutti i trackback: basta usare il breadcrumb di navigazione in altro e tornare su “TUTTE”, oppure cliccare direttamente una icona verde e filtrare per tutti i trackback.

Così com’è l’informazione è un po’ nascosta, ma se come dice Ilya Grigorik in futuro sarà più accessibile sarà un bel report, interessante ed utile: sapere quali sono i contenuti più linkati, di maggior successo, è sempre un buon punto di partenza per riuscire a replicarne le performance.


Mar 20 2012

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Report sociali completi dell’attività offsite

autore: Marco Cilia categoria: social

Beh, direi che il dispiegamento di forze messo in campo era giustificato dalla portata dell’annuncio: oggi dal palco del SES New York il team di Google Analytics ha annunciato l’introduzione di potenti strumenti di analisi delle attività social offsite, cioè che avvengono al di fuori delle pagine del nostro sito tracciate con il codice di GA. E direi che questa frase si commenterebbe da sola.
Il punto di partenza del post è l’uovo di colombo: è difficile capire cosa accade fuori dal nostro sito. I social media sono spesso nella parte iniziale dell’ipotetico funnel che conduce dalla prima scoperta di un sito alla conversione, e tutto quel che avviene lì spesso lì resta relegato. Per questo motivo a Dicembre il team annunciò il Social Data Hub (e io vi dissi che era un colpo grosso, perché GA non ha mai importato nessun dato dall’esterno), e per questo motivo oggi ci viene mostrata la faccia di questi nuovi report che analizzano queste attività.

A quanto posso vedere c’è una panoramica incentrata sul valore monetario incassato dal sito che si può attribuire ad attività avvenute sui social network; e fin qui niente di strano, è come analizzare il conversion value dei referrer, o più elegantemente i multi channel funnel con raggruppamento “social media”. Infatti il secondo screenshot del post ufficiale ci mostra una lista schermata che potrebbe benissimo stare nelle canalizzazioni multicanale: conversioni assistite da social network. Social sources – terzo screenshot – sembra un grafico comparativo del traffico totale e di quello da un segmento contenente i social network come sorgente, mentre social plugin sembra esattamente il report che adesso abbiamo a disposizione per analizzare le condivisioni delle nostre pagine.

Ma la parte più interessante e promettente è l’ultimo screenshot che il post ufficiale mostra, e che viene chiamato Activity Stream:

While the other reports show you the impact that social engagement is having on your site, the Activities Stream tab (located within the sources report) shows how people are engaging socially with your content off your site across the social web. [Mentre gli altri report vi mostrano l’impatto che le interazioni sociali hanno sul vostro sito, la tab Activities Stream vi mostra come le persone interagiscono con i vostri contenuti al di fuori del sito, nel social web]>

activity stream

A me questo sembra interessantissimo; nello screenshot si vedono 3 foto, e ognuna ha il simbolo di google+, presumibilmente perché le interazioni vengono da quel social network. La prima foto ha il simbolo del link, e forse significa che quella persona ha condiviso il contenuto, gli altri due il fumetto, e direi che quello significa che hanno commentato. Che hanno commentato su Google+, e che noi lo vediamo su Analytics! Inoltre vengono riportati nome e cognome di chi fa le azioni e ovviamente data e ora e quale nostro contenuto ha scatenato l’azione.
La lista dei social network che partecipano al momento è: AllVoices, Badoo, Blogger, Delicious, Digg, Diigo, Disqus, Echo, Gigya, Google+, Google Groups, Hatena, Livefyre, Meetup, Read It Later, Reddit, Screen Rant, SodaHead, TypePad, VKontakte, yaplog!
Quello che vi state domandando – e lo so benissimo – è che senza Twitter e Facebook la cosa vale la metà di quanto dovrebbe. Prepariamoci, perché secondo me per Twitter sarà dura ma speranze ce ne sono, Facebook la vedo impossibile, anche perché da tempo ha una partnership con Webtrends.

Ovviamente disponibili “nelle prossime settimane“, non vedo l’ora di metterci le mani sopra, perché così ci sto capendo ancora poco! 🙂


Mar 18 2012

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Martedì, puntate gli orologi

autore: Marco Cilia categoria: generale

Una delle cose che più odio di Google Analytics è quando vengono fatti annunci a sorpresa 🙂 Se vi ricordate, quando ci fu il doppio annuncio “premium / real time” io ero in pizzeria. Molto meglio essere preparati per tempo, non trovate? ad esempio quando qualcuno del team dice “il giorno x all’ora y sarò a quella conferenza”. Magari non succede niente, come all’ultimo GAUGE, magari invece annunciano qualcosa, come durante l’ultimo LeWeb a Parigi.

Ecco, quando si scomodano addirittura un post sul blog ufficiale, un tweet di Phil Mui

e la presenza di Avinash Kaushik è un po’ come essere in una sospensione temporale, o con i pianeti allineati, e bisogna a tutti i costi attrezzarsi con smartphone o tablet, se proprio non si può essere davanti a un computer a seguire la timeline di Twitter o gli hashtag dell’evento. Quindi Martedì 20, tra le 10 e le 11 del mattino ora di New York, tutti a seguire il contenuto del keynote “Social Media as a Performance Channel with Google Analytics”. Cosa vi aspettate che succeda?


Mar 12 2012

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Modificati i Funnel multicanale

autore: Marco Cilia categoria: canalizzazioni-multicanale

Sabato parlerò al Be Wizard dei Funnel Multicanale, e ovviamente il giorno dopo aver inviato le slide Analytics se ne esce con un post in cui annuncia di averli modificati. Per fortuna è uno di quei post della serie “l’abbiamo già fatto e ve lo comunichiamo”, per cui le slide sono salve. Sostanzialmente cosa hanno fatto?

Hanno modificato i raggruppamenti dei canali di base ampliandoli un po’, per venire incontro alle esigenze più comuni dei marketer di tutto il mondo. Il vecchio canale “pubblicità a pagamento” è stato sostituito con tre diversi canali: “Display”, “Ricerca a pagamento” e “Altre forme di pubblicità”. La lista completa delle regole dei canali di base adesso è questa:

  • Display: interazioni con mezzo “display” o “cpm”, e interazioni da annunci AdWords con rete di distribuzione impostata su “contenuti” ma escludendo il formato annuncio “di testo”
  • Ricerca a pagamento: visite da AdWords (escludendo la rete di distribuzione “contenuti”) con mezzo che corrisponde a “cpc” o “ppc”
  • Altre forme di pubblicità: qualsiasi visita con mezzo che corrisponde alla regex ^(cpc|ppc|cpv|cpa|cpp|content-text|affiliate)$
  • Ricerca organica: Visite con mezzo uguale a “organic”
  • Social network: visite (non taggate come campagne) da un referrer contenuto in una lista di oltre 400 social network noti oppure con mezzo che corrisponde alla regex ^(social|social-network|social-media|sm|social network|social media)$
  • Referral: visite con mezzo uguale a “referral”
  • Email: visite con mezzo uguale a “email”
  • Diretto: visite con sorgente “(direct)” e contemporaneamente mezzo uguale a “(not set)” o “(none)”
  • tutto il resto finisce nel gruppo (altro)

Se avete mai dato un’occhiata ai vecchi raggruppamenti, avrete sicuramente notato una cosa: non è più esplicitata la lista dei social network. Era un canale “monstre”, con una serie lunghissima di regole, e aggiornarlo o copiarlo non era semplicissimo. Cosa ha fatto Google? ha completamente tolto il controllo dalle mani degli utenti e ha creato una dimensione “social”. Guardate l’immagine:

Ora, non c’è niente di male in tutto questo, il problema è che non trovo da nessuna parte la nuova lista dei social inclusi. Poco male, se vedo un social che è non è incluso, devo prima rendermi conto che i funnel multicanale lo elencano nei referral e poi modificare il raggruppamento social, non ho modo di farlo prima perché non conosco la lista a priori.
Tolto questo piccolo dettaglio, però, la riorganizzazione mi sembra sensata. E a voi?


Dec 21 2011

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Social Data Hub, l’annuncio sottovalutato

autore: Marco Cilia categoria: generale

social data hubHo notato che l’annuncio sul Social Data Hub è passato in sordina tra le maglie dei blog e delle testate online: chi ha rilanciato, si è limitato a riportare la notizia così com’era, quasi senza commenti.
Io, è noto, sono un Google enthusiast e a volte sovrastimo l’impatto delle novità che Google introduce; mi è capitato ultimamente con Google Wave, mentre sono più cauto e ponderato quando si tratta di Google Analytics, tuttavia in questo caso non mi capacito del perché la cosa sia passata così “liscia”. O forse si, ed è perché in pochi hanno letto la documentazione o hanno capito come funzionerà la cosa. Motivo per cui sono lieto di aver scritto questa frase

…per importare dati dentro agli account di GA. E attenzione, vi ricordo che è la prima volta in 6 anni che si può importare qualcosa in Analytics.

che è stata all’incirca la stessa che poi ha detto Justin Cutroni nel suo post

First, the REALLY big news that I feel has been overlooked is that Google will let other data providers integrate their data into Google Analytics. This is the first time that Google has added a non-Google data source to Google Analytics

Il motivo per cui sarà Justin ad andare a lavorare a Mountain View e non io è però che la sua analisi è ancora più attenta e prende in considerazione un particolare che a me è sfuggito: nelle specifiche tecniche dell’import sono richiesti alcuni dati, tra cui informazioni assolutamente catalogabili come personali e quindi proibite dai termini del servizio di Google Analytics. Una delle opzioni è che Google dovrà cambiare i termini del servizio, l’altra – che sostengo io – e che quei dati siano richiesti per deduplicare gli stream ma che poi non saranno mai mostrati nell’interfaccia. Una sorta di codice identificativo, non credo proprio che un domani Google Analytics potrà dirmi “il tuo contenuto 123 ha ricevuto 32 like da Tizio e Caio ed è stato commentato da Sempronio su Google+ con queste parole…”.

Ma comunque staremo a vedere quando i report saranno disponibili!


Dec 08 2011

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Google Analytics Social Data Hub

autore: Marco Cilia categoria: generale

Come promesso oggi a Le Web Paris Phil Mui è salito sul palco per un annuncio nel campo dei social: il Google Analytics Social Data Hub. A quanto sono riuscito a capire si tratta di una piattaforma in grado di interfacciarsi con i social network per importare dati dentro agli account di GA. E attenzione, vi ricordo che è la prima volta in 6 anni che si può importare qualcosa in Analytics.
La mossa è intelligente, perché abbiamo visto in passato quanto siano stati infruttuosi i tentativi di monitorare “normalmente” le fanpage di Facebook con Google Analytics: il codice di tracciamento standard non è più sufficiente, e allora Google chiama a raccolta direttamente gli sviluppatori dei vari social network per aderire ad un sistema unico di trasferimento dei dati riguardanti le attività sui social network.

La dizione esatta è “qualsiasi social network potrà integrare gli stream di attività – come +1, voti e commenti – dentro ai report Social Analytics, che saranno disponibili l’anno prossimo”. roba grossa, eh? 🙂
Intanto possiamo dare una sbirciata ai social network che aderiscono già all’iniziativa:
Google Plus, Google Groups, Gigya, Reddit, Diigo, Digg, Blogger, Read It Later, Delicious, VKontakte, ma sono certo che altri si aggiungeranno presto, in secondo luogo si tratta di operazioni che noi non possiamo condizionare in alcuna maniera: l’adozione del protocollo – basato su PubSubHubbub – è a discrezione e cura di chi gestisce il social network.

Anche questa volta per vedere i futuri report social c’è bisogno della preiscrizione, per cui se anche voi volete essere inclusi in questa succulenta novità, potete compilare l’apposito form di richiesta che ho visto passare su Twitter durante la presentazione a Parigi.


Dec 07 2011

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Caro Sole 24 ore…

autore: Marco Cilia categoria: generale

Apprezzo molto che il mio blog sia per voi una fonte primaria di informazioni, davvero. E’ lo scopo principale per cui lo curo ogni giorno. Cerco di essere il più chiaro possibile, nei miei limiti, e in generale mi sembra di riuscirci, però è vero che il giudizio finale non è mio. Se tuttavia ho scritto o detto di persona “potete guardare il sorgente del mio blog” perché io per primo ho implementato con successo qualcosa, probabilmente non intendevo esattamente “copia-incollate tutto” 🙂


(il sorgente della pagina http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-1004500/trasporto-pubblico-locale-sciopero/ )

Ogni volta che qualcuno usa il pulsante di Twitter su una news della sezione “archivio notizie radiocor” voi lo tracciate bene su Google Analytics, ma quell’attributo data-via=”goanalytics” fa si che la condivisione sembri partita dal mio blog o dal mio account Twitter 🙂

Come saprete ho una certa dimestichezza con Google Analytics, ma me la cavo anche con la programmazione di siti web: se avete dubbi sono a disposizione per una consulenza 😀


Nov 03 2011

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AddThis, AddToAny e ShareThis espandono il report sociale

autore: Marco Cilia categoria: generale

Google Analytics traccia, senza che voi facciate nulla, i click sui pulsanti +1 del vostro sito e popola il report SOCIALE dentro alla sezione VISITATORI. Con un po’ di codice aggiuntivo si possono tracciare anche i pulsanti di Twitter e di Facebook, come documentato nell’apposita sezione dell’help (anche se a dire il vero a me il pulsante di Twitter ha smesso di essere tracciato senza che io abbia fatto alcuna modifica al codice. Devo indagare più a fondo…).

Da qualche giorno sarete felici di sapere che vengono tracciati automaticamente anche altre due “azioni sociali”, senza nessuna modifica richiesta: si tratta dei plugin ShareThis e AddToAny. Se avete questi due plugin sul vostro sito, potete già godere delle nuove voci presenti nei report sociali, che vi dicono esattamente come e quanto i plugin vengono usati, e per premere cosa.

Se invece usate il plugin AddThis, è necessario aggiungere tre righe di codice al vostro sito, come documentato sul loro sito.

Mi piace quando aggiungono funzionalità senza che noi si debba toccare alcunché… 🙂