Oct 01 2012

HelpSemaforoQuesto semaforo indica il livello difficoltà del post
semaforo verde - articolo per tutti semaforo giallo - articolo avanzato semaforo rosso - articolo per esperti

Grande novità: Ecco il Google Tag Manager

autore: categoria: generale

Sono anni che parliamo della Business Platform, e Google ultimamente ci ha dimostrato chiaramente che anche se non la chiama così, sta puntando a quello. E che Business Platform sarebbe, se non avesse come complemento un tag manager?
Ecco, durante l’Emetrics di Boston Google ha appena annunciato il rilascio del suo tag manager, chiamato con molta fantasia “Google Tag Manager“, un prodotto dedicato a tutti coloro che hanno necessità di implementare sui propri progetti tag di marketing e misurazione. Insieme allo strumento viene anche lanciata una rete di partner qualificati, e sono piuttosto orgoglioso di poter affermare che Intarget fa parte di quella rete. Sul blog aziendale trovate anche alcune considerazioni in ottica business su quanto questa novità del tag manager sia importante in un moderno progetto digital.

Un tag manager, per chi non lo sapesse, è uno strumento che consente di astrarre di un livello la messa in produzione e la modifica dei tag sul proprio sito. Invece di operare direttamente sulle pagine o sui template che le generano, si applica un unico tag a inizio progetto e il resto delle modifiche viene completamente gestito attraverso un’interfaccia web. Non è una idea nuova, di tag manager in giro ce ne sono parecchi da anni, ma l’approccio Google a qualsiasi cosa riserva sempre qualche sorpresa…

Il primo concetto con cui familiarizzare è l’account, che ricalca esattamente quello che noi conosciamo per Google Analytics: un account può contenere diversi progetti, per cui è assolutamente necessario che sia l’account del proprietario del sito a generare il tag contenitore necessario; esattamente come in Google Analytics poi sarà possibile aggiungere utenti, con due livelli di accesso all’account, e quattro livelli al singolo contenitore.

Il secondo concetto è quello di contenitore, cioè del tag fisico che andrà poi inserito sulle pagine del progetto: un contenitore si presenta come un blocco di codice – iframe e javascript sostanzialmente – con un identificativo univoco. Una volta inserito quello nel sito, si potranno effettuare le necessarie modifiche agendo sull’interfaccia web del tag manager.

All’interno di un contenitore si possono poi definire i tag: i tag sono quei pezzetti di codice che fino ad ora siamo stati abituati ad incollare nei template delle pagine dei siti, sotto forma di javascript, html o di pixel tracking. Il Google Tag Manager ha già alcuni template predefiniti – ed altri immagino verranno aggiunti prossimamente, che facilitano molto l’inserimento. Per aggiungere un tag di base di Google Analytics, senza alcuna personalizzazione, basterà selezionare il modello appropriato e incollare il numero UA-xxxxxx-y. Altri modelli predefiniti sono il codice delle conversioni di AdWords, il remarketing o il DoubleClick Floodlight. In ogni caso è sempre possibile definire un tag incollando il codice necessario nell’interfaccia invece che sul sorgente delle pagine.

I tag vengono eseguiti basandosi su delle regole: esse servono a dire al Tag Manager quando eseguire un tag piuttosto che un altro, e sono del tipo “tutte le pagine”, “tutte le pagine tranne…”, “l’url della pagina contiene xyz”, “viene scatenato un certo evento”, “il referrer è…”, ed altre ancora… Esiste in realtà una regola più generale che si può usare per generare qualsiasi regola, ed è: “macro soddisfa condizione”. A questo punto la domanda che sorge spontanea è cosa sia una macro 🙂

Una macro, nel tag manager, è un identificatore di un qualcosa, che servirà poi per definire una regola. Questo qualcosa può essere una variabile javascript, una stringa, un oggetto del DOM, un evento, un referrer, un url e una serie di altre cose.
Combinando insieme macro e regole si sarà in grado di identificare puntualmente le condizioni sulla base delle quali scatenare un tag piuttosto che un altro, anche in modo molto complesso: arrivo sulla pagina x dal referrer y, e se una certa variabile javascript ha un determinato valore, estraggo dal DOM una stringa e la passo al tag manager che la scrive nel tag di remarketing di AdWords.

Tutto questo lavoro non è semplice, ovviamente, e poiché il grado di complicazione è elevato, il Google Tag Manager ha al suo interno una funzione bellissima: il versioning dei tag. Questo è utilissimo perché in caso di problemi con un solo click si può tornare indietro di una o più versioni, ripristinando tutti i tag all’ultima situazione sicuramente funzionante, ma non solo… il versioning funziona anche per le versioni non ancora messe in produzione: se si fanno delle modifiche si può creare una nuova versione del contenitore e pubblicarla in una “sandbox”, cioè funzionante soltanto sui browser abilitati da chi ha creato la versione. Questo permette di conoscere in modo visuale, attraverso una consolle nel browser, se la nuova configurazione funziona man mano che si visita il sito live. Se tutto è corretto, si potrà procedere alla pubblicazione vera e propria.

I vantaggi del Google Tag Manager sono piuttosto evidenti, una volta compreso cosa è e come funziona, ma ve li elenco ugualmente:
– velocità di implementazione, modifica e rimozione
– gestione centralizzata
– minori o assenti richieste al reparto IT
– possibilità di avere preview sul funzionamento di tag non ancora in produzione
– rollback immediati

Questo è un altro grande passo nella direzione della piattaforma di marketing a 360° che desideriamo da tanto: qui non si tratta di nuove funzionalità di un prodotto o di un altro, di evoluzioni o di unificazioni di prodotti già esistenti. Qui si sta parlando di un nuovo prodotto che racchiude tutti gli altri, che facilita molto le operazioni alle agenzie, scarica i clienti da alcune attività e quasi azzera il lavoro di reparti IT e web developer. Come si può dire di no a tutto questo? 🙂
Voi cosa ne pensate?

[qui c’è un post di Daniel Waiseberg con alcuni screenshot]

Condividi l'articolo:

22 Commenti

  1. bello ma a me ha fatto registrare, ho messo il codice del tag (con GA) su un mio sito, ma poi quando faccio il debug mi dice che non è attivo… se è destinato ai partner qualificati, allora perchè far accedere anche i poveracci ? 😉

  2. è destinato a tutti, non solo ai partner. Se sei in grado di entrare, sei in grado di pubblicare. Devi aver saltato qualche passaggio, omesso una regola o semplicemente non hai creato una versione pubblicata. Ecco perché ci sono i partner 😛

  3. direi che aiuterà non poco tutti gli analisti

    solo una nota per il blog: va bene che lavori x intarget, ma fare la machertta così è un po triste..

  4. typo: marchetta

  5. quale marchetta? il fatto che linko un altro post dove ho scritto considerazioni meno tecniche, o il fatto che sono contento che l’azienda dove lavoro sia partner specialist anche grazie al mio lavoro? spiega un po’…

  6. Ho rifatto daccapo, forse ho capito il problema, non ero passato tramite la “pubblicazione” ma avevo fatto il “pubblica e debugga” che probabilmente ha incasinato la cosa. Ora funziona! Grazie Marco!

  7. figurati. mi devi una marchetta 😀

  8. con o senza oliva ? 😀

  9. Il punto vero è: qual è il valore aggiunto di Google Tag Manager rispetto ai “master” tag dei vari adserver che già consentono l’aggiunta di tag di terze parti? A ben vedere (1) i tag degli adserver sono spesso inseriti solo in alcune pagine (carrello) e non su tutto il sito, (2), innegabile, la UI di Google è sempre un piccolo passo avanti agli altri, (3) il versioning. Altro?

  10. 4) i tag del GTM vengono caricati in modo asincrono
    5) il GTM può beneficiare di un datalayer. Nell’articolo non l’ho menzionato, si andava troppissimo nel tecnico, ma trovi un po’ di letteratura in giro (Cutroni su tutti).
    6) non so come funzionino i master tag, ma non sottovaluterei il complesso set di regole e valori variabili che il GTM può mettere in piedi

  11. Per te come mai il contenitore va messo all’inizio del body e non più nel head come per il codice GA asincrono? Mi sembra di capire che posso usare delle variabili sia per tag Google che non-Google, è corretto?
    Grazie!

  12. Non può stare nell’head perchè ci puoi infilare qualsiasi cosa, comprese cose che in head non devono starci, tipo codice html. In questo modo funziona sempre.

  13. Giusto! Grazie 🙂

  14. Se posso inserirci anche custom HTML dite che ci posso inserire scripts anche di altri analytics services?

  15. Taco: assolutamente si, e non solo di prodotti di Analytics. Il GTM non è in alcun modo forzato sui prodotti Google 🙂

  16. Come si comporta tag manager con l’accessibilità?

  17. in che senso? lo snippet di per sé è un tag javascript con una sezione NOSCRIPT. Chi ha js disabilitato non vede la parte regolare e non esegue le regole in essa contenute, mentre esegue la parte NOSCRIPT. I tag contenuti nel tagmanager sono, di norma, dei javascript essi stessi, per cui il risultato finale non cambia.

  18. Ciao marco, una domanda. Posso inserire il codice di conversione di Bing? Penso usando il tag personalizzato.. Mi dai un suggerimento di come fare? Grazie

  19. Marco, altra domanda. Ho già nei miei siti il vecchio javascript di analytics. Devo togliere tutto vero? Se per sbaglio il webmaster non me lo toglie dalla pagina può dare problemi?
    Grazie, ciao

  20. se il tag di conversione di Bing non contiene document.write allora si.
    se passi al tag manager devi togliere GA dalle pagine, altrimenti è come se avessi due volte il codice, e in alcuni casi potrebbe dare problemi

Scrivi un Commento