Dec 05 2017

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il report dei contenuti a 1M di righe

autore: Marco Cilia categoria: ga-premium,report

Qualche settimana fa mi sono imbattuto in un fenomeno curioso, ma prima di scrivere un post aspettavo conferme; qualche giorno fa ho visto fugacemente un post su Google+ per la stessa cosa e m’è tornato in mente di verificare. Ora vi spiego tutto, ma prima un minimo di ripasso delle basi.

quante righe può contenere ogni report?

La domanda sembra banale, specialmente se si ha a che fare con siti di piccole dimensioni, o se il setup è stato fatto cum grano salis, ma non lo è affatto quando si guarda l’Analytics di siti grandi o giganteschi. La risposta infatti non è “infinite” 🙂
Il numero di righe di un report in gergo tecnico viene definita cardinalità, e prima di proseguire la lettura vi consiglio un ripassino di questo post evergreen: la voce (altro) nei report

Detto fatto, più un sito ha un distinto numero di pagine univoche (vere pagine uniche, o anche semplicemente parametri non filtrati nell’URL), più la voce (other) pesa nel report dei contenuti; parliamo di contenuti perché difficilmente si arriva a 50k record al giorno su altre dimensioni, in ogni caso il problema si porrebbe su qualsiasi tabella.

Cosa è cambiato di recente?

Di recente, da qualche settimana, il valore di (other) nel report dei contenuti è sceso moltissimo sugli analytics di siti giganteschi cui ho accesso, ed è praticamente sparito su siti grossi. Possiamo affermare con relativa tranquillità che il nuovo limite massimo giornaliero è passato da 50k a 1 milione, un incremento pazzesco se ci pensate. Oltretutto dai primi riscontri sembrerebbe che la cosa valga anche sugli Analytics standard, non è una prerogativa di Premium/360. Il cruccio delle analisi sui contenuti, tanto care anche ai nostri amici SEO, è adesso minore e non costringe ad artifizi e trucchi vari per venire a capo lo stesso del problema. Ma c’è di più:

Le custom tables (se hai GA360) e il loro ruolo nei report standard

Se hai accesso a un GA360, e hai i privilegi sufficienti, puoi creare le custom tables, o tabelle personalizzate nella UI italiana, che sono praticamente dei custom report che vengono permanentemente salvati ed elaborati preaggregati. Significa cioè che su quelle tabelle i dati sono sempre puntuali e mai campionati, entro 1M di righe e a patto che eventuali dimensioni secondarie o segmenti siano specificati già in fase di creazione della custom table.
Bene, ma questo cosa c’entra col problema iniziale? ecco, ora ti spiego la magia: quando tu fai una qualsiasi richiesta a GA, lui interroga uno schema, ovvero una “mappa” delle combinazioni possibili di dimensioni e metriche. I report preaggregati hanno uno schema predefinito, l’aggiunta di una dimensione secondaria tra quelle previste provoca l’interrogazione di uno schema diverso, ma non predefinito.

Però se tu crei una custom table (che un limite di cardinalità di 1M di righe) che ricalca esattamente lo schema di un report preaggregato (che ha un limite di cardinalità di 50k righe), quando tu chiedi il report standard, lo schema “punterà” alla custom table, regalandoti il report standard con 1M di righe, anche se non è il report dei contenuti che abbiamo visto poco sopra. Fico eh? 🙂

L’unica cosa da tenere presente è che ovviamente le custom tables non sono retroattive, o meglio vengono rimpolpate con i 30gg precedenti alla creazione, non oltre. Meglio di niente, in ogni caso…


Oct 13 2015

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Il conteggio ufficiale delle hit, a portata di mano

autore: Marco Cilia categoria: generale

Oggi, mentre mi aggiravo nei meandri più reconditi dell’interfaccia di amministrazione di Analytics cercando di risolvere un problema, mi sono accorto che nelle impostazioni della proprietà (property nell’interfaccia inglese) E’ stato aggiunta una sezione con il conteggio – ufficiale – delle hit del giorno prima, degli ultimi 7 giorni e degli ultimi 30 giorni.

hit-counter-exposed

In realtà era già possibile avere questo numero, attraverso un custom report; vedo peraltro adesso che hanno anche sistemato l’interfaccia: prima infatti nell’interfaccia inglese dei custom report c’era la metrica HITS e la metrica VISITS. Poi visits è diventato SESSIONS, ma poco importa. Nell’interfaccia italiana invece hits è stato sempre tradotto con VISITE, e poi c’erano le (vere) VISITE :-/ (poi il caos: visite è diventato SESSIONI e hits/visite è rimasto visite, ma figurati scambiare visite (che erano hits) pensando a sessioni e fare un report così, tremendo!!!). In ogni caso un report costruito così, ad esempio

hit-custom-report

su una property senza filtri, mostrerebbe gli stessi identici risultati del pannello di amministrazione.

Prima ancora il metodo empirico consisteva nella rude somma di pagine viste, eventi, interazioni social, transazioni e item, con l’aggravante del sitespeedsamplerate che si scatena solo in alcuni casi, consumando hit aggiuntive.

In ogni caso mi sembra un’aggiunta interessante, specialmente per chi fa largo uso di eventi ed è vicino alla soglia critica dei 10 milioni di hits mensili, oltre la quale si è fuori dai Termini del Servizio di Google Analytics Free.


Nov 20 2014

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Più dati in una sola schermata

autore: Marco Cilia categoria: report

“ah, vedrai che ora con Premium aggiungeranno solo cose a pagamento”.
Se tenessi il conto delle volte che ho sentito questa frase dovrei usare le dita col sistema binario, ma la cosa più interessante è che ogni mese essa viene smentita dai fatti, ma si ripropone più o meno ciclicamente.

Da qualche giorno invece, in sordina, potete fare anche sulla versione free alcune cose nuove molto interessanti:

  • Potete creare custom report con CINQUE dimensioni annidate (prima erano quattro)
  • Potete creare custom report di tipo “tabella piatta” con CINQUE dimensioni primarie, e VENTICINQUE metriche (prima erano due dimensioni e non ricordo quante metriche)
  • Potete fare “traccia righe” con SEI dimensioni (prima erano quattro)

flat table

Personalmente ho già risolto un problema con le “nuove” flat table, niente di insormontabile prima, ma così ci ho messo pochi click 🙂


Nov 22 2013

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Dimensioni personalizzate direttamente nei report

autore: Marco Cilia categoria: report

Ecco una novità attesa da tanto tempo, praticamente da quando esiste Universal Analytics: la possibilità di avere direttamente nei report le dimensioni personalizzate.

Fino ad oggi infatti per utilizzare le Custom Dimension, oltre a impostarle e registrarle, era infatti necessario creare dei custom report. Da oggi invece esse sono disponibili anche tra le dimensioni secondarie, velocizzando molto il lavoro di analisi, soprattutto per le configurazioni Premium dove le custom dimension possono essere anche 200. Immaginate infatti di dover creare a priori tutti i custom report necessari ad analizzare 200 dimensioni personalizzate!

Come sempre il lavoro del team è prima quello di abilitare le features e poi di renderle più facilmente fruibili: in questo caso c’è voluto un po’ di tempo, ma finalmente abbiamo questa possibilità!


Nov 05 2013

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Dimension Widening: la prossima “big thing” di questo prodotto

autore: Marco Cilia categoria: API

Non ancora comparsa sul blog ufficiale, ma ampiamente pubblicizzata da Justin Cutroni e dal Google Plus del team di GA, ecco fare capolino all’orizzonte la prossima dirompente rivoluzione di questo prodotto: il Dimension Widening, che ancora non ha un nome nell’interfaccia italiana si trova nella voce “importazione dati” a livello di property.

Si tratta in buona sostanza di un sistema per aggiungere informazioni ai dati che verranno presentati nei report. Una cosa che è già possibile fare a due livelli, ma questo ne aggiunge un terzo, e molto più interessante:

  1. il primo livello è l’aggiunta di informazioni a hit, sessioni o utenti tramite le custom dimension e metrics, per chi è già passato a Universal Analytics; è il modo con cui in passato si aggiungevano sino a 5 variabili personalizzate, ora divenute 20 dimensioni e 20 metriche; lo svantaggio è che questo deve essere fatto contestualmente alla hit e alla sessione di visita, e richiede modifiche allo script (o alla configurazione dei tag sul TagManager)
  2. il secondo livello è l’import dei dati di costo, che consente di importare e associare dati di costo e preclick anche per periodi PASSATI. Sebbene esistano alcuni tool, anche online, per semplificare il processo, si tratta di una operazione non proprio alla portata di tutti, e comunque limitata ai suddetti dati.
  3. il terzo – nuovo – livello è appunto il dimension widening, di cui ironia della sorte si accennava già nel post di annuncio di Universal Analytics linkato sopra. I vantaggi di questo livello sono due: si opera con un file CSV e permette di aggiungere informazioni a pressoché qualsiasi dimensione o metrica presente sullo strumento

Avete letto bene, ho scritto “aggiungere informazioni a pressoché qualsiasi dimensione o metrica”. Partiamo dall’esempio più semplice: un e-commerce di libri salva il numero ISBN di ogni libro che mettiamo nel carrello in una dimensione personalizzata. Se volesse riflettere in piattaforma tutti i dati che conosce su ogni ISBN, dovrebbe far parlare il database dei libri con il CMS del sito, e popolare al volo tante custom dimensions quante informazioni conosce su ogni libro. In questo modo potrebbe avere report sul genere o l’autore più inserito nei carrelli, che non necessariamente si riflettono poi nei generi e autori più acquistati.

Con le custom dimensions invece dovrebbe salvare su Google Analytics un grande file CSV con tante righe quanti sono i libri, e in cui ogni riga ha come chiave l’ISBN e come colonne aggiuntive le informazioni. Istruendo GA a considerare la custom dimension che contiene l’ISBN come chiave del dimension widening, lo strumento popola i report di conseguenza durante l’analisi, senza bisogno di mettere in piedi tracking “al volo”.

Se questo è chiaro possiamo passare allo step successivo: ripetete l’esercizio mentale con metriche o dimensioni (ad eccezione di variabili personalizzate, dimensioni e metriche relativi ai prodotti e-commerce, dimensioni relative alle campagne, dimensioni relative al tempo o alla geografia) che sono già presenti normalmente sullo strumento! 🙂
Un esempio pratico? metadati relativi a tutti gli URL del vostro sito: autore, categoria, data di pubblicazione, tags…

Il processo è descritto nel blog di Justin, e non è proprio “1 click”, ma non è nemmeno impossibile da seguire. Per siti con grandi volumi di informazioni da mantenere aggiornate è disponibile una API per uploadare file CSV aggiornati, in modo che le informazioni in piattaforma non siano obsolete. Questo anche perché è bene ricordare che le modifiche apportate attraverso il dimension widening non sono applicate retroattivamente ai dati già registrati, ma vengono applicate in fase di analisi ai dati futuri. Tanto quanto i filtri, sbagliare qualcosa può avere effetti indesiderati, quindi consiglio di fare prima delle prove su profili e account di test, giusto per essere sicuri…


Oct 15 2013

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Esporta ed importa direttamente dalla Solution Gallery

autore: Marco Cilia categoria: report

In passato abbiamo parlato di siti come gacrowd.com o customreportsharing.com, che mettono a disposizione della comunità dahsboard, segmenti personalizzati e custom report. Siccome l’idea è buona, e siccome la community intorno a GA è molto grande, ora è possibile fare la stessa cosa direttamente da dentro all’interfaccia di Analytics, e la solution Gallery è stata rifatta.

Quando si condivide qualcosa, ad esempio una dashboard, è possibile condividere il link al template che costruisce una dashboard uguale, oppure la si può mandare alla Solution Gallery. Qui essa potrà essere valutata dagli altri utenti, potrà ricevere una categorizzazione e sarà a disposizione della comunità, che a sua volta potrà importarla attraverso l’apposito tasto. Stessa sorte anche per i segmenti avanzati e i custom report. In futuro, dice il post ufficiale, sarà probabilmente possibile esportare ed importare anche raggruppamenti di canali personalizzati, modelli di attribuzione e tutte le altre modifiche che ha senso si possano condividere.
Anzi, in realtà in un post successivo il primo passo è già stato annunciato: è adesso possibile condividere con un link sia i modelli di attribuzione sia i custom channel grouping

E’ inoltre possibile condividere anche dei “pacchetti” (bundle in inglese) di queste tre cose: ipotizziamo che abbiate due dashboard SEO, tre segmenti SEO e un custom report molto bello orientato sempre orientato all’ottimizzazione organica. Per creare un bundle dovete cliccare su Amministrazione, in alto a destra, poi su Condividi gli Asset, in basso a destra nelle risorse personali della vista corrente, poi selezionare tutto quel che volete finisca nel bundle e infine cliccare su Condividi e su Galleria Soluzioni: dovrete dare un nome a voi stessi, al bundle, dare una descrizione e assegnare le categorie.


Aug 05 2013

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Cosa è la dimensione “segmento visitatori”?

autore: Marco Cilia categoria: generale

Ho notato un post curioso su Google+ che parlava della dimensione “visitor bucket”, che non avevo mai visto ne sentito. In italiano si chiama “segmento visitatori” ed è disponibile sia nei custom report sia nei segmenti avanzati.

segmento-visitatori

In pratica serve a dividere qualsiasi dato in 10 diversi bucket, o segmenti. Anzi, oserei quasi affermare che funziona al contrario: ad ogni visita viene assegnato un bucket a caso, ed esso viene registrato nell’apposita dimensione. A che pro? ad esempio per segmentare a caso quantità di dati molto grandi. Diciamo che sei arrivato ad esaurire le dimensioni di un custom report ma hai ancora un campione troppo ampio? segmenti per visitor bucket. Oppure che vuoi analizzare il comportamento di un sottosegmento casuale di un segmento avanzato (magari in ottica split test)? aggiungi una condizione sul visitor bucket.

La dimensione è rappresentata da un numero compreso tra 1 e 100 e come detto compare solo in segmenti avanzati e custom report, il che significa che non è disponibile come dimensione secondaria, e che nella mente degli ingegneri di Google probabilmente è una specie di “ultima spiaggia” in termini di segmentazione


Jan 28 2013

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Gallery ufficiale con dashboard, custom report e segmenti

autore: Marco Cilia categoria: report

L’idea – geniale – di rendere esportabili con un link dashboard, custom report e segmenti avanzati – o in generale i cosiddetti asset – ha dato vita nel corso del tempo a svariati repository di soluzioni già pronte: i più famosi sono customreportsharing e gacrowd.
Oggi il team di Google presenta la sua soluzione analoga, che se da un lato ha il vantaggio del “bollino” (il tutto è certificato Google), dall’altro ha lo svantaggio di dipendere dalla volontà degli ingegneri, poiché non è possibile sottomettere liberamente i propri lavori.
La soluzione di Google si chiama proprio “Solution Gallery” e si compone al momento di 29 oggetti, divisi e ricercabili tramite tre menu a tendina:

  • Il primo è il tipo di oggetto: un report personalizzato, un segmento avanzato o una dashboard
  • Il secondo è l’obiettivo di business: ecommerce, generazione di lead, publisher, ecc.
  • Il terzo è la funzione marketing alla quale l’oggetto si riferisce: SEO, ottimizzatore, SEM manager, ecc.

Per essere veramente perfetta, ci vorrebbe una form con la possibilità di inviare i propri oggetti e farli valutare da Google per una eventuale inclusione nella gallery: d’altronde si tratta solo di un URL, no? 😉


Dec 21 2012

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Condividi segmenti, report e dashboard in un colpo solo!

autore: Marco Cilia categoria: generale

Le personalizzazioni di Google Analytics da qualche tempo a questa parte hanno tutte la possibilità di essere condivise: le dashboard si condividono direttamente da loro interno (pulsante CONDIVIDI LA DASHBOARD in alto), i report personalizzati si condividono dalla panoramica dei custom report (pulsante AZIONI -> CONDIVIDI) e i segmenti personalizzati si condividono dall’amministrazione (tab ASSET -> SEGMENTI AVANZATI, click su CONDIVIDI a fianco del segmento).

Se la cosa deve essere fatta per uno o due di questi elementi, può funzionare; se invece bisogna ripetere l’operazione per molti elementi, magari diversi, può anche risultare lunga e noiosa. Per questo motivo da qualche giorno all’interno del pannello di amministrazione di un profilo, nella tab ASSET è comparsa una nuova voce, “condividi gli asset”

Un clic su quel’opzione porta ad una schermata riepilogativa contenente tutte le dashboard, i segmenti e i custom report cui si ha accesso con quel profilo, con la possibilità di selezionarne molti (o tutti) e generare un unico link che permetterà al ricevente di importare, rinominandoli se necessario, tutte queste configurazioni in un colpo solo.

Una comodità aggiuntiva che permette di velocizzare un’operazione potenzialmente molto noiosa.


Nov 26 2012

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Filtro direttamente nella creazione di un custom report

autore: Marco Cilia categoria: report

L’altro giorno ho trovato la segnalazione di questa discussione nel forum di Giorgio Taverniti: “a che ora i miei fan interagiscono di più?“. Niente da eccepire sul contenuto del post, se non che come dico nel primo commento la mancanza di un filtro nel custom report mi costringe a fare dei clic in più. Siccome noi siamo analisti precisini, noiosi e ripetitivi, ogni clic risparmiato è un clic guadagnato 🙂

Quindi, siccome l’obiettivo del post è l’analisi delle interazioni orarie per le provenienze da Facebook, ne approfitto per ribadire un concetto che molto spesso non vedo applicato come si dovrebbe: il custom report filtrato all’origine. Un custom report è un rapporto che in Google Analytics non esiste, e che viene calcolato “al volo” sulla base delle nostre indicazioni. Ad esempio proprio quello discusso sul forum GT, cioè le ore di arrivo delle visite per ciascuna sorgente.
Però il custom report così come viene proposto risponde (con DUE clic) alla domanda: “a che ora interagiscono tutti i miei utenti, divisi per sorgente?”. Per rispondere alla domanda originale propongo due variazioni:

La prima è appunto l’inserimento di un filtro direttamente nel custom report: si elimina la prima dimensione (la sorgente) e si usa il filtro per mostrare SOLO facebook. Il filtro si trova subito dopo la sezione delle dimensioni nel custom report, come in figura (clicca per ingrandire):

In questo modo aprendo il custom report si hanno SOLO le visite provenienti da Facebook, esplose per ora e senza necessità di clic aggiuntivi.

La seconda modifica è l’aggiunta di una seconda tab, che se trovate migliore potete anche spostare come prima (o usare solo questa), e cioè una tabella piatta con sorgente / ora e metrica visite. Questo report permette di distinguere le varie tipologia di sorgente Facebook (sito, app, sito mobile, campagna se avete usato facebook come source…) ma di avere lo stesso a portata di mano già all’apertura le ore in cui sono divise le visite. Vedasi screenshot (clicca per ingrandire):

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Se volete, potete scaricare il tutto e salvarlo direttamente nel vostro Google Analytics: basta cliccare questo link mentre si è loggati nel proprio account Google.
Ripeto, nulla di eccezionale, ma solo un modo più veloce per arrivare al dato. Alternativamente potete usare il custom report proposto nel forum di Giorgio e usare le scorciatoie per arrivare direttamente alle sorgenti desiderate, se ne avete più d’una.