May 30 2008
Altre previsioni sul futuro di GA
Tutto da leggere questo post di Ian Thomas, frutto di una chiacchierata con Avinash Kaushik all’E-metrics summit e di una successiva vacanza in Messico (beato lui!). La linea tracciata parte da una considerazione comune a tutti quelli che si pongono la domanda sul futuro della piattaforma di analisi Google: “come hanno intenzione di renderlo un prodotto di alto livello adatto alle grandi aziende?”
La prima previsione di Ian è il rilascio di una API che permetta di accedere ai dati contenuti nei database di Google Analytics, una API eventualmente a pagamento (per non rischiare di sovraccaricare i server con esose e inutili richieste di dati) in grado virtualmente di attingere qualsiasi dato e riprocessarlo in applicazioni terze e nuovi report. Questa previsione si ramifica in due scenari: Google stessa userebbe questa API (e non è detto che in segreto già non lo faccia) e il codice javascript di tracciamento potrebbe diventare uno standard, se permettesse di tracciare variabili a piacimento e successivamente recuperarle richiedendole via API.
La seconda previsione è che questo creerebbe di fatto una nuova industria di strumenti di web analytics di terze parti. Queste nuove aziende non dovrebbero preoccuparsi di pensare a come collezionare e memorizzare i dati in modo che si possano espandere le funzionalità in futuro (lo farebbe Google) e potrebbero concentrarsi sul renderli fruibili attraverso la loro manipolazione. Di contorno, si inizierebbero a vedere “pezzi” di web analytics ovunque ce ne sia bisogno, ad esempio direttamente dentro a CMS o sistemi di e-commerce.
La terza previsione – estrema – si interroga sul perché a quel punto i grossi nomi del settore (Omniture, Webtrends, ecc.) dovrebbero investire ancora risorse nella collezione dei dati, operazione che nonostante tutto ha un costo per i vendor (in termini di banda e server) e per i clienti quando decidono di cambiare piattaforma e non possono travasare i dati pregressi. Adottando lo “standard API” di Google sarebbe più semplice convincere i clienti a cambiare vendor (quindi anche ad abbandonare GA, chiaro) perché si tratterebbe solo di farsi dare accesso ai dati attraverso le API e ricreare nel nuovo strumento i report e la personalizzazioni presenti nel vecchio. Questo permetterebbe anche di risolvere il problema delle installazioni indipendenti di GA da parte di settori periferici delle aziende, problema che i grandi vendor stanno già affrontando. L’utilizzo dell’API Google aggirerebbe questo problema aggregando anche i dati di queste installazioni “dissidenti”.
(photo credit purpleslog on flickr)
Sei proprio il blog sull’analytics che mancava in Italia. Grazie di esistere! 🙂