Jul 27 2011

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5 custom report utili

autore: Marco Cilia categoria: report

Confesso che avevo in mente di farlo io (e magari più avanti ne farò uno con i miei), ma per pigrizia non l’ho mai portato a termine, ma questo post con i 5 report personalizzati preferiti da Greg Habermann, volevo scriverlo io. Pazienza, come sempre l’importante è che i concetti attraverso questo blog arrivino a voi, anche se non tutti sono originariamente prodotti da me 🙂

Per ogni custom report Greg mette gentilmente a disposizione il link diretto, che vi riporto. Cliccandolo mentre si è loggati in Google Analytics si entrerà nel report, pronto da salvare nel vostro account.

Visitatori unici per pagina:
Salvalo nel tuo GA

Il custom report mostra visite e visitatori unici per ogni URL del sito, e cliccando l’URL mostra la sorgente ed eventualmente la keyword se si tratta di un motore di ricerca.

Conversioni per ora del giorno:
Salvalo nel tuo GA

Il report è impostato per usare l’obiettivo 1, qualunque esso sia, per cui dovrete modificarlo in base alle vostre esigenze, ma è interessante soprattutto se avete un ecommerce o monitorate i social media. Inoltre una assenza persistente di conversioni in certe ore del giorno potrebbe portarvi a modificare la vostra strategia di PPC.

Comportamento degli utenti:
Salvalo nel tuo GA

Questo report è stato ideato da Peter van Klinken e gli è valso la vincita di una copia del secondo libro di Avinash Kaushik. Viene usato da Peter per confrontare i nuovi visitatori e i vistatori di ritorno; ha tre schede, Traffico, Conversioni ed Eventi, e lui lo usa in forma di pivot table, con pivot per Tipo di Visitatore.

Landing page che convertono di più:
Salvalo nel tuo GA

Questo report mostra le principali pagine di destinazione e come performano basandosi sul numero di conversioni e sul loro valore. Anche qui è bene includere la distinzione tra nuovi e di ritorno perché specialmente nelle landing page i comportamenti possono variare molto. Ottimo report da condividere con il cliente per iniziare a parlare di ottimizzazione delle landing page con poche performance.

Conversioni dalla coda lunga:
Salvalo nel tuo GA [link non più funzionante, non si può ricostruire senza vederlo]

Questo custom report ha bisogno che sia presente e applicato anche un segmento avanzato, che potete trovare sul blog di Avinash (link diretto al segmento): si tratta di un segmento avanzato che include solo le visite con keyword di 3, 4, 5, 10, 20 e più di 20 parole, ma potete modificarlo come più vi aggrada.

Dopodiché applicando il custom report sarà possibile analizzare le performance di queste visite provenienti da chiavi formate da molte parole.

Avete dei custom report che volete condividere? 🙂


Jul 24 2011

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La domanda è sempre “perché”

autore: Marco Cilia categoria: web analytics

La domanda più importante in web analytics è “perché?
La risposta ad ogni “perché?” in web analytics è ugualmente “perché?

Questa è una delle tante sfide in questo campo, ma è anche ciò che mantiene la web analytics fresca e interessante. Non c’è una fine, non c’è un sito perfetto. C’è solo “perché?“.
Ciò premesso, a volte ci sono dei “a causa di…” – ma quello spesso significa “probabilmente per via…”

perché?” è la domanda più importante che possiamo chiedere ad un cliente che dice “per favore, possiamo avere un migliaio di azioni [o goal] nel nostro account?”. Non accettare può sembrare crudele, può sembrare un ostacolo per il futuro, ma c’è una ragione.

[ho tradotto solo questo pezzo di un bel post, che vi consiglio di leggere 🙂 ]


Jul 22 2011

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Piccolo ritocco alla nuova home e scheda Advertising

autore: Marco Cilia categoria: report

Questa mattina la home page della v5 di Google Analytics presenta un lieve ritocco grafico. Il carattere è più piccolo e grigio, e i profili copia sono adesso compressi ed espandibili usando il più

E’ inoltre presente la dicitura PREDEFINITO che si riferisce a quale profilo verrà aperto al clic diretto sull’url compresso; questa impostazione si può variare dalle opzioni dell’account GA ( opzioni -> impostazioni proprietà web -> profilo predefinito).

Inoltre i report AdWords sono stati spostati dal gruppo “sorgenti di traffico” ad un gruppo nuovo che si chiama “advertising”, segno che forse è in procinto di cambiare qualcosa anche su quel fronte, magari con l’introduzione della capacità di import o gestione anche da altre forme pubblicitarie…


Jul 20 2011

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trackPageLoadTime senza campionamento, ma simulato

autore: Marco Cilia categoria: javascript

[traduzione del post di André Scholten Simulate Google trackPageLoadTime without sampling]

Poco dopo aver descritto un metodo per tracciare i tempi di caricamento delle pagine in Google Analytics, Google ha tirato fuori la propria tecnica per fare la stessa cosa, ma entrambi i metodi hanno alcuni svantaggi. Per chiarirvi le idee vi mostro questa immagine:

timing

Questa immagine mostra tutti i passaggi dall’inizio della richiesta di una pagina fino alla fine. I tempi di queste operazioni sono memorizzati in un oggetto javascript chiamato “performance”. E con un semplice script potete leggere questi valori e calcolare i tempi di caricamento. Tutto questo deriva direttamente dalle specifiche “Navigation Timing” del W3C.

La linea verde sono i tempi che misuro con il metodo descritto in precedenza, il che significa: solo i tempi da quando l’HTML inizia a caricarsi fino a che non accade l’evento onload.
La linea rossa sono i tempi che Google usa per misurare il load time in GA. Un numero molto più verosimile perché include anche i tempi di risposta del server. Ma Google usa solo un campione di dati per calcolare i tempi di caricamento.

Il metodo migliore è una via di mezzo: il metodo più affidabile usato da Google ma senza il campionamento. Tutto questo può essere ottenuto con una semplice aggiunta al codice di monitoraggio di Analytics:


if (typeof performance == "object")
{
  var loadtiming = parseInt(performance.timing.loadEventStart - performance.timing.fetchStart);
  if ((loadtiming > 0) && (loadtiming < 40))
  {
    _gaq.push(['timer._setAccount', 'UA-XXXXXX-X'], ['timer._trackPageview'], ['timer._trackEvent','w3c-navigationtiming',location.pathname,,loadtiming]);
  }
}

potete eseguire questo codice dopo l’onload, così i visitatori non saranno rallentati, e mi raccomando di usare un nuovo profilo, e non il vostro profilo normale, perché questa funzione rovinerà il vostro bounce rate. Le funzioni LoadEventStart e fetchStart sono le stesse che Google usa nella sua trackPageLoadTime.
C’è solo un piccolo problema con questo script: non tutti i browser supportano l’oggetto “performance” (che è piuttosto nuovo ndr), al momento solo Chrome lo fa. Ma poiché la velocità del sito sta diventando sempre più importante, probabilmente in futuro anche gli altri browser aggiungeranno il supporto.


Jul 14 2011

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Un quiz parecchio tosto su Google Analytics

autore: Marco Cilia categoria: generale

Grazie a un twit di LBIAnalytics ho scoperto googleanalyticstest.com, un sito indipendente da Google che propone un quiz sul nostro strumento di web analytics preferito (solo in inglese). Ci sono 162 domande totali, divise per aree di applicazione, e voi potete scegliere sia quali aree sia il numero di domande cui rispondere: massima flessibilità. E devo anche dire che le domande sono parecchio toste. Ho messo su un quiz velocemente per testarlo, 81 domande su tutti gli argomenti, ed ecco il penoso risultato 🙂

[edit: le domande possono essere VERO o FALSO, a risposta singola su 4 opzioni o risposta multipla su 4 opzioni]

La cosa veramente interessante è che a differenza del Google Analytics Indivdual Qualified test, una volta fatto lo score il sistema ci dice in quali domande abbiamo commesso errori, quali risposte di ogni domanda abbiamo sbagliato e inoltre c’è una spiegazione sul perché ogni opzione fosse giusta o sbagliata, e anche dei commenti generali sulla situazione descritta dalla domanda. Veramente istruttivo! Conto di ripetere il test con tutte le 162 domande una sera di queste, con calma. Non posso subire l’onta di un punteggio così basso, non mi fa onore 🙂


Jul 11 2011

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Il miglior libro possibile su Google Analytics

autore: Marco Cilia categoria: generale

copertina libro Brian Clifton
In passato vi avevo già dato una lista – minima – di libri che ogni buon web analyst dovrebbe tenere nello scaffale, e tra questi vi era anche Advanced Web Metrics with Google Analytics di Brian Clifton.
Da allora ho avuto modo di leggere anche altre cose, non tante quante avrei voluto ma comunque ho cercato di darmi da fare. La pila di cose da leggere è ancora piuttosto alta, ma forte del fatto che si trattava di una seconda edizione ho affrontato e quasi terminato Advanced Web Metrics with Google Analytics (third edition), sempre di Brian, e vi posso dire che dal punto di vista tecnico è il miglior libro che possiate acquistare. Ovviamente non è solo un libro tecnico, ci sono anche aspetti di marketing, ma se vi interessano quelli esistono altri testi più dedicati. Brian ci parla dello strumento a tutto tondo, in modo chiaro e lineare, senza tralasciare nulla. Ho la grande fortuna di non sapere tutto, nemmeno di Google Analytics, e quindi io stesso mi sono ritrovato più volte a dire “accipicchia! questa mi mancava” (per la verità soprattutto leggendo le note collegate, ma è pur sempre sapere 🙂 ). Forte del fatto che ha lavorato nel team di GA può permettersi di dire cose con una certa sicurezza e inoltre ha approntato sul suo sito una sezione dedicata ai download di script, aggiornamenti, immagini; per la verità non è necessario comprare il libro per accedervi, ma è di complemento 🙂

In definitiva, sebbene esista solo in inglese e sebbene tutto sia riferito ormai alla versione v4, i concetti espressi sono validissimi quindi non posso che consigliarvelo, ancora una volta!
Appena termino le ultime pagine che mi restano cerco di buttarmi su qualcosa di meno tecnico e più relativo all’analisi, e ve ne parlerò qui…


Jul 06 2011

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Traccia i referrer da Google+ separatamente

autore: Marco Cilia categoria: filtri

Secondo TechCrunch Google+ è diventata in breve tempo una delle fonti principali di traffico al loro blog. Non si può sapere se per via dell’euforia della novità o perché effettivamente costituisce un buon veicolo di informazioni (il che farebbe ben sperare, dato che al momento tutto va fatto a mano e non ci sono meccanismi di import automatico di nulla)…

Comunque sia, visto che Google+ è attestato sul protocollo https per questioni di maggiore sicurezza, i link postati lì dentro non dovrebbero generare referrer secondo le specifiche HTTP. Ma Google ha optato per un redirect intermedio [edit 7/7/11: non è un redirect lato server, ovviamente. Se avete curiosità tecniche Simone Rinzivillo ha un post in cui spiega come fa Google a tenere il sorgente “pulito” ma indirizzare verso un indirizzo intermedio] su http normale che invece il referrer lo genera. E quindi le visite a link cliccati su Google+ vengono viste dai sistemi di tracking come Google Analytics come normali referrer, però essendo di una property della serie “google.com” essi sono affogati nello stesso referrer di Google Reader, ad esempio.

Se per qualche motivo volete separarlo e tracciare Google Plus separatamente, basta un solo filtro (clicca per ingrandire):

Filtro GooglePlus – personalizzato / avanzato
Campo A -> Estrai A: Referral – google\.com/url\?sa\=z
Campo B -> Estrai B: (vuoto)
Output in -> Constructor: Sorgente Campagna – google-plus
Campo A obbligatorio: Sì
Campo B obbligatorio: No
Sovrascrivi campo output: Sì
Maiuscole/minuscole: No

Il risultato è esattamente quello atteso, cioè la separazione delle visite provenienti da Google+ da quelle del resto della galassia Google:


Jul 04 2011

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La nuova newsletter analisi comparativa

autore: Marco Cilia categoria: generale

Scelta insolita, e piuttosto curiosa, quella del team di Google Analytics di trasformare il vecchio rapporto “analisi comparativa” in una newsletter. Curiosa perché da sempre siamo abituati a ragionare in termini di “report” e non di newsletter, insolita perché di norma siamo noi ad andare a cercare le informazioni (appunto aprendo un report) e non sono le informazioni che raggiungono noi, almeno in GA. Esiste una eccezione, ed è rappresentata dall’invio periodico dei report, che però è scatenato su nostra richiesta: e allora perché non aggiungere anche il benchmark tra le opzioni (ovviamente per la v5 intendo “quando ripristineranno l’opzione”)?

Comunque sia, questo primo numero della newsletter sperimentale dell’analisi comparativa contiene dati aggregati e anonimizzati per il periodo 1 novembre 2010 – 1 febbraio 2011 e relativo confronto temporale col periodo precedente. Non ci è dato sapere se 4 mesi sarà il tempo standard o se questo primo invio serviva ad avere un po’ di storico per confronto con i successivi invii. Sebbene non ci sia scritto niente di trascendentale, è piacevole leggere delle considerazioni fatte direttamente da Google e scritte in italiano corrente, senza tecnicismi. Alcuni dati che molte persone chiedono – e che reputo peraltro inutili su un campione così vario – sono finalmente a disposizione e alcune persone potranno finalmente sapere quale è il bounce rate medio della Germania.

Sapete invece quale è la cosa brutta? che per la seconda volta in poco tempo (la prima è il fatto che le regioni italiane non sono ancora disponibili nell’overlay mappa geografica) il nostro paese non compare; anzi, viene nominato soltanto una volta, quando la newsletter ci informa che il tasso di conversione medio è superiore al 3%, ma non ci dice quanto (e comunque è inferiore a città del vaticano, che sono sempre siti italiani che non hanno impostato correttamente il timezone).

Insomma, cambia il mezzo ma mi sembra inutile tanto quanto prima. Se non altro prima potevo scegliere la categoria merceologica contro cui fare il raffronto, e quindi sperare di confrontare i dati solo con siti di giardinaggio, se avevo un sito che trattava giardinaggio!


Jul 01 2011

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Posso usare il file ga.js salvato localmente?

autore: Marco Cilia categoria: codice di monitoraggio

Questa è una delle domande che mi vengono rivolte più spesso: molte persone, per motivi disparati che vanno dal non pervenuto a problemi di performance, vorrebbero salvarsi sul server una copia dello script sorgente di Google Analytics – cioè quel che trovate su www.google-analytics.com/ga.js e che viene richiamato dal codice di GA in modo automatico – ed evitare di fare la chiamata remota ai server di Google.

E’ sicuramente possibile, così come potete decidere se mettere ad esempio JQuery sul vostro server o usare una libreria online che fornisce sempre l’ultima versione, ma il problema è per l’appunto il medesimo: il codice di GA cambia, a volte rapidamente a volte meno, però cambia. Stanotte, ieri notte e la notte prima è stato modificato, dopo settimane di stasi. Se usate il codice fornito da Google siete certi di richiamare l’ultima versione, di avere tutte le funzionalità e gli ultimi bugfix; se decidete di fare le cose localmente dovrete controllare gli aggiornamenti e ogni volta che viene fatta una modifica aggiornare anche il vostro codice (compresi i casi in cui vengano fatte più modifiche al giorno, quando si presentano).

Non è impossibile, è solo un po’ più laborioso del normale. Comunque sia, se volete essere informati quasi in tempo reale delle modifiche al file sorgente, potete usare un servizio di alert via feed rss o email. Io ad esempio uso Page2RSS


Jun 30 2011

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Traccia i bottoni sociali: funzione _trackSocial() e report SOCIALE

autore: Marco Cilia categoria: funzioni

Non passa giorno senza novità per Google nell’ultimo periodo. Quella di oggi sarà particolarmente gradita: il blog ufficiale di webmaster tool e quello di Analytics riportano la notizia che i clic sui pulsanti +1 dei nostri siti, purché verificati in GWT, hanno una sezione di report apposita nel pannello dei webmaster. E sappiamo che prima o poi quei report finiranno dentro a Google Analytics (a proposito, mi hanno attivato nel programma pilota, ma c’è poco da segnalare per adesso). La seconda cosa che dicono, molto più interessante, è che dentro a GA c’è una nuova sezione di report, che si chiama proprio sociale e si trova dentro il gruppo VISITATORI.

E’ composto da un primo report COINVOLGIMENTO, che segmenta le visite tra “socially engaged” e “not socially engaged”, cioè tra chi ha o non ha cliccato un bottone sociale. Il secondo report è AZIONE, e al pari del report degli eventi mostra l’azione compiuta dai visitatori. Nei miei report al momento viene tracciato (automaticamente) il pulsante +1 di Google. Ogni azione ha anche una “sorgente sociale”, cioè google è la sorgente sociale, +1 è l’azione, e le due cose combinate sono google +1; in effetti non mi è al momento chiaro il perché di questa scelta (non è che facebook ha il più uno per cui l’azione +1 possa avere due dirfferenti sorgenti sociali…), ma è così.
L’ultimo report è PAGINE, e ci mostra gli URL esatti delle pagine dove sono stati premuti i pulsanti: il report si presenta come tabella pivot con azioni e sorgenti sociali, ma poiché ho ancora pochi dati non sono riuscito a modificarlo a piacere.

Ecco uno screenshot dal blog ufficiale

Come dicevo sopra, al momento l’integrazione tra pulsante e tracciamento è automatica – ovviamente – solo per il +1 di Google. Se volete aggiungere gli altri pulsanti dovrete fare affidamento su una nuova funzione, _trackSocial(), con la seguente sintassi

_gaq.push(['_trackSocial', network, socialAction, opt_target, opt_pagePath]);

  • network è obbligatorio, ed è una stringa con il nome del social network cui il bottone si riferisce
  • socialAction è obbligatorio, ed è una stringa con l’azione svolta, ad esempio INVIO, LIKE, SHARE, TWIT, ecc…
  • opt_target è opzionale, ed è una stringa che rappresenta la pagina (URL o ID o quel che volete) che genera l’azione sociale. Se omesso viene usato l’url della pagina corrente estratto tramite document.location.href
  • opt_pagePath è opzionale ed è una stringa che rappresenta l’indirizzo senza dominio dal quale viene generata l’azione sociale. Se omesso viene usato location.pathname+location.search e in genere si può omettere, tranne nel caso in cui la pagina venga registrata du Analytics con una url diversa dalla corrente tramite l’uso di una pagina virtuale e _trackPageview

Ovviamente non dovete inserire queste funzioni nel normale codice di monitoraggio, altrimenti ogni pagina vista corrisponderebbe a una o più azioni sociali, ma dovete fare in modo che esse siano richiamate alla pressione dei pulsanti. La maggior parte di essi ha infatti la possibilità di specificare la chiamata a qualche funzione quando viene premuto. La pagina di documentazione della funzione fornisce alcuni esempi (tracciare i like di facebook, tracciare i tweet) e un esempio di codice per fare il tutto automaticamente, scritto da Nick Mihailovski).

Questa parte di tracciamento comporta del lavoro aggiuntivo, ma ritengo ne valga la pena. Dopo potrete sapere cosa e quanto condividono i vostri utenti, da dove vengono quelli che condividono di più, come i pulsanti interagiscono col vostro ecommerce, se lo fanno, e usando le campagne generare dei circoli viziosi tipo “4 persone provenienti da quel referrer hanno sharato il contenuto su facebook, che era taggato con una campagna che mi ha portato 347 persone e 14 vendite”. E il tutto senza ancora aver visto cosa ci riserva Google da PostRank 😉