Jul 04 2011

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La nuova newsletter analisi comparativa

autore: Marco Cilia categoria: generale

Scelta insolita, e piuttosto curiosa, quella del team di Google Analytics di trasformare il vecchio rapporto “analisi comparativa” in una newsletter. Curiosa perché da sempre siamo abituati a ragionare in termini di “report” e non di newsletter, insolita perché di norma siamo noi ad andare a cercare le informazioni (appunto aprendo un report) e non sono le informazioni che raggiungono noi, almeno in GA. Esiste una eccezione, ed è rappresentata dall’invio periodico dei report, che però è scatenato su nostra richiesta: e allora perché non aggiungere anche il benchmark tra le opzioni (ovviamente per la v5 intendo “quando ripristineranno l’opzione”)?

Comunque sia, questo primo numero della newsletter sperimentale dell’analisi comparativa contiene dati aggregati e anonimizzati per il periodo 1 novembre 2010 – 1 febbraio 2011 e relativo confronto temporale col periodo precedente. Non ci è dato sapere se 4 mesi sarà il tempo standard o se questo primo invio serviva ad avere un po’ di storico per confronto con i successivi invii. Sebbene non ci sia scritto niente di trascendentale, è piacevole leggere delle considerazioni fatte direttamente da Google e scritte in italiano corrente, senza tecnicismi. Alcuni dati che molte persone chiedono – e che reputo peraltro inutili su un campione così vario – sono finalmente a disposizione e alcune persone potranno finalmente sapere quale è il bounce rate medio della Germania.

Sapete invece quale è la cosa brutta? che per la seconda volta in poco tempo (la prima è il fatto che le regioni italiane non sono ancora disponibili nell’overlay mappa geografica) il nostro paese non compare; anzi, viene nominato soltanto una volta, quando la newsletter ci informa che il tasso di conversione medio è superiore al 3%, ma non ci dice quanto (e comunque è inferiore a città del vaticano, che sono sempre siti italiani che non hanno impostato correttamente il timezone).

Insomma, cambia il mezzo ma mi sembra inutile tanto quanto prima. Se non altro prima potevo scegliere la categoria merceologica contro cui fare il raffronto, e quindi sperare di confrontare i dati solo con siti di giardinaggio, se avevo un sito che trattava giardinaggio!


Jun 08 2011

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Webmaster Tools dentro a GA

autore: Marco Cilia categoria: report

In via del tutto sperimentale e solo su richiesta – ormai sembra la regola per le nuove funzioni di Google Analytics – il team di GA ha reso disponibile in beta limitata la visione di alcuni dati del Google Webmaster Tool dentro all’interfaccia di Analytics

All’inizio ci saranno tre semplici report, nella sezione “sorgenti di traffico” -> “search engine optimization”, che consisteranno in un sommario, un report sulle query cercate su Google per le quali il nostro sito è apparso nelle pagine dei risultati e un report sulle pagine di destinazione di queste query.

nuovo report GWT

Naturalmente si potranno usare gli strumenti propri di Google Analytics per filtrare e visualizzare i dati e la presenza del pulsante “dimensione secondaria” – almeno stando allo screenshot – fa ben sperare sulle potenzialità di un tale oggetto.
Come diciamo da sempre, è Analytics il posto naturale dove confluiscono i dati dei vari pannelli di Google, e questo è un ulteriore passo verso l’agognata Business Platform.

Per richiedere l’accesso alla beta limitata è sufficiente complilare l’apposito form

Prima di chiedere vi invito a dare un ultimo sguardo allo screenshot postato qui sopra e preso dal blog ufficiale di Analytics: in alto a destra compare una scritta rossa che recita “make this version default“, cioè “rendi questa versione (la v5) quella predefinita”, ed è un link che noi comuni mortali non vediamo. Significa che probabilmente gli ingegneri di Google non decideranno a priori quando tutti dovranno passare alla nuove versione dello strumento, ma lo lasceranno decidere ad ognuno, facilitando la “scelta” infarcendo solo la versione nuova con le succulente chicche presenti e future (vi ricordo che anche i funnel multichannel – per chi bontà sua ha avuto l’accesso – e il report sulla velocità del sito sono disponibili solo con la versione v5).


May 27 2011

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Modificato il report “recency”?

autore: Marco Cilia categoria: report

Il titolo è una domanda perché non ho sicurezza che sia una novità. In effetti il report recency non è uno di quelli che guardo più spesso, per cui quando oggi l’ho aperto (e parlo ancora della versione “vecchia” di Google Analytics, non della v5) mi sono stupito di trovarlo così:

report recency

Ovvero con l’indicazione separata di quanti fossero alla prima visita (il numero corrisponde ai nuovi visitatori) e di quanti siano tornati lo stesso giorno della prima visita. Due numeri che prima erano affogati all’interno della riga “0 giorni fa“, che infatti adesso è sparita (e se la vedete ancora nei report, come mi accade su alcuni profili, riporta esattamente la somma dei due valori precedenti).

Mi sembra una indicazione utile, ma ripeto non ho coscienza di quando abbiano fatto questa modifica. Lo so che ultimamente perdo colpi, ma so anche che voi siete attenti e mi saprete aiutare 🙂


May 04 2011

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Nuovo report “Velocità del sito”

autore: Marco Cilia categoria: funzioni

Morto un papa se ne fa un altro, recita il detto; ed ecco che tolto il report velocità di connessione, arriva “velocità del sito”, come annunciato dal blog ufficiale.

Il nuovo report è disponibile soltanto nella versione v5, che è accessibile a tutti tramite il link rosso in alto nell’interfaccia, ed è utile per capire quali sono i tempi di caricamento delle nostre pagine. Poiché in Google spingono pesantemente su questo aspetto (il codice di Adsense è passato ad asincrono, quello di GA lo era già, Chrome dispone di uno strumento nativo bellissimo per comprendere i tempi di caricamento, da poco hanno rilasciato Page Speed Online…), molti di voi avevano correttamente pronosticato che il sostituto del vecchio report sulla velocità di connessione sarebbe stato qualcosa di simile.

Tecnicamente si tratta di aggiungere una funzione al codice di tracciamento, la funzione _trackLoadPageTime, chiamandola senza passargli valori dopo aver chiamato _trackPageview, in questo modo:


<script type="text/javascript">
 var _gaq = _gaq || [];
 _gaq.push(['_setAccount', 'UA-XXXXX-X']);
 _gaq.push(['_trackPageview']);
 _gaq.push(['_trackPageLoadTime']);

 (function() {
   var ga = document.createElement('script'); ga.type = 'text/javascript'; ga.async = true;
   ga.src = ('https:' == document.location.protocol ? 'https://ssl' : 'http://www') + '.google-analytics.com/ga.js';
   var s = document.getElementsByTagName('script')[0]; s.parentNode.insertBefore(ga, s);
 })();
</script>

Dopo aver fatto questa modifica il report “velocità del sito”, che si trova sotto il gruppo CONTENUTI, inizierà a popolarsi con i dati, mentre prima mostrerà soltanto dei laconici zeri. Poiché la nuova funzione effettua un’ulteriore chiamata alla gif __utm.gif, anche se essa è presente in tutte le pagine non invierà dati per ogni pagina vista, ma effettuerà un invio a campione (e adesso è anche chiaro a cosa servisse il contatore interno alle chiamate UTMS: non puoi randomizzare le chiamate se non c’è un contatore 🙂 ), per cui analizzando le richieste che partono dal codice di monitoraggio sarà perfettamente normale non vedere sempre due richieste.

Nel blog ufficiale c’è anche un link ad un custom report già pronto che potrebbe risultare utile: Site Speed Custom Report (il link porta direttamente al custom report pronto da salvare, dovete essere loggati a Google Analytics per vederlo); si tratta di un report che usa come metriche Visite, Rimbalzi, Tempo di caricamento medio e Campione per il caricamento, e come dimensioni Browser e Pagina.

Tempo di caricamento medio è il tempo, espresso in secondi, che una pagina impiega per caricarsi, dalla prima chiamata a quando il browser considera completato il caricamento.
Campione per il caricamento indica il numero di pagine viste utilizzate per calcolare il dato precedente, in modo che sia chiaro l’indice di confidenza espresso.

Poiché ovviamente tutto è segmentabile, le possibilità sono infinite: ad esempio si potrà finalmente capire se l’alto tasso di uscita da una certa pagina è dovuto o no all’alto tempo di caricamento della stessa. O se il tasso di rimbalzo di una certa campagna AdWords è dovuto alla lentezza della relativa landing page.


Mar 27 2011

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Tutto quel che devi sapere su Google Analytics v5

autore: Marco Cilia categoria: report

Il team di Google è stato abbastanza solerte nell’attivarmi la nuova versione di Analytics, e dopo un paio di giorni posso finalmente scrivere le mie impressioni. Ovviamente darò per scontato che sappiate di cosa si sta parlando, insomma che leggiate regolarmente questo blog e che accediate all’interfaccia almeno una volta alla settimana.

La nuova schermata di benvenuto
La nuova schermata di benvenuto non presenta più i GA account con la somma dei dati delle singole properties contenute in ogni account, ma si presenta divisa in due parti: a sinistra c’è l’elenco dei GA account già esploso nelle singole properties (quindi sia i profili sia i profili-copia), mentre a destra c’è un abstract degli ultimi quattro post del blog ufficiale di Analytics. Per ogni property sono presenti quattro pulsanti: l’omino porta alla panoramica dei report VISITATORI, le freccette alla panoramica delle SORGENTI DI TRAFFICO, i fogli alla panoramica dei report CONTENUTI e la bandiera a scacchi alla panoramica dei report CONVERSIONI.

Queste quattro voci corrispondono anche alle quattro macro aree in cui sono stati riorganizzati tutti i report del prodotto. Ogni property è preceduta chiaramente dall’indicazione dello UA relativo (non vale per i profili-copia naturalmente) e dall’indirizzo predefinito per il profilo. Per impostazione predefinita all’accesso, nonostante ci venga data la possibilità di accedere a qualsiasi profilo, saremo già virtualmente dentro al primo profilo della prima property, e per questo compariranno già nella barra di navigazione le voci Dashboard, Mio Sito e Rapporti personalizzati. Cliccandoli accederemo ai dati del profilo predefinito, che comunque è esplicitato in alto a destra.

La parte di amministrazione
Alla parte di amministrazione si accede usando il pulsante a forma di ingranaggio (che sta diventando lo standard di Google), che ci porta nella schermata “Amministrazione Account”; da lì sarà possibile creare un nuovo account GA oppure amministrare quelli cui si ha accesso. Per ogni account vi è l’indicazione del ruolo che ci è stato assegnato, se Utente o Amministratore. Perché dico “amministrare” anche se ci vengono mostrati gli account con ruolo Utente? perché nel caso in cui avessimo un accesso di livello utente con due click saremmo alla schermata “Asset”, che è quella dalla quale si possono gestire i segmenti avanzati, le annotazioni e gli avvisi personalizzati, relativamente al singolo profilo contenuto nel GA account. Se invece abbiamo un ruolo da amministratore il primo click ci porta ad una schermata che contiene l’elenco delle proprietà web (e da lì si va agli asset, come già visto), e anche le schede “Utenti”, “Filtri” e “Impostazioni account”, che non sono poi così diverse da come le conosciamo.

Ricerche ovunque
Se come me avete a che fare con account-monstre e/o svariati clienti, apprezzerete di certo che le caselle di ricerca/filtraggio si sono moltiplicate: dalla nuova pagina di benvenuto invece di scorrere gli account e le properties si può usare la ricerca, che funziona indistintamente su account e profili. Se aprite l’equivalente del vecchio menu a tendina degli account (che sostituisce i DUE menu a tendina, quello degli account e quello dei profili), avrete una versione in miniatura della schermata di benvenuto, e anche qui la prima opzione è una bella ricerca. Insomma tutto dovrebbe essere più veloce. Inoltre adesso quando cambiate account/profilo Google Analytics si ricorda meglio dove vi trovavate, e vi “piazza” esattamente nello stesso report che stavate guardando, ma nel profilo nuovo, addirittura applicando gli stessi segmenti avanzati!

Bacheche
Una delle novità più evidenti di Google Analytics v5 sono le bacheche multiple; si possono avere fino a 20 bacheche, ognuna con un massimo di 12 widget, e ogni bacheca può avere un nome parlante. Questo è di indubbia utilità quando al profilo hanno accesso molte persone e alcune di esse non sono interessate a guardare tutti i report, ma hanno bisogno di informazioni specifiche su alcuni aspetti dell’analisi. Il funzionamento è abbastanza intuitivo, e ricorda molto da vicino quello dei widget di WordPress. Si seleziona la tipologia di widget (metrica, grafico a torta, sequenza temporale, tabella), si selezionano le opzioni e si salva.
Ogni widget ha opzioni leggermente differenti, data la natura dei dati presentati, ma la modalità di selezione è sempre la medesima cui siamo abituati: metriche in azzurro, dimensioni in verde. Naturalmente i widget si possono riorganizzare a piacimento sulla dashboard con un semplice trascinamento.

Di contro i widget perdono il link al relativo report, e dai report non si può più aggiungere nulla in bacheca con un click. Le bacheche rappresentano un mondo a sè stante, componibile a piacimento ma limitato a loro stesse.

Report
Una delle novità più interessanti nei report secondo me è la presenza del “contesto”. Ogni report sotto al titolo mostra una torta con la percentuale di visite rappresentate nei dati sottostanti, così da avere sempre sottomano la contestualizzazione di quel che si sta guardando. Potrei scoprire un fenomeno gravissimo dopo un’ora di ricerche e aver perso di vista la contestualizzazione del dato, adesso con un occhio al titolo del report GA mi ricorderebbe che magari stiamo parlando del 6,75% del totale del traffico.
L’interfaccia è stata rifatta e l’uso di “triangolini indicatori” aiuta a capire meglio a cosa si riferisce ogni dato. Guardate questa immagine:

Il triangolino indicatore più in basso mi dice che il grafico si riferisce alle visite (se cliccassi su Pagine/Visita il grafico cambierebbe e il triangolino si sposterebbe di conseguenza), e il triangolino più in alto mi dice che tutti i dati sottostanti si riferiscono alla scheda “Uso del sito”. Il tutto contestualizzato dal fatto che comunque vada, si sta parlando di una porzione di traffico che rappresenta il 14,50% del totale del sito.

Altra nuova funzione notevole è quella che si attiva col pulsante “traccia righe“, presente sotto ai dati tabellari. Diciamo che state guardando il report delle keyword (che adesso si chiama “risultati organici”): siete abituati ad avere un numero progressivo a fianco di ogni riga della tabella. Nella nuova versione c’è anche una checkbox, che permette di selezionare “al volo” fino a due righe e di proiettarle all’istante sul grafico premendo “traccia righe”. In sostanza dei segmenti avanzati che non segmentano i dati, ma mostrano solo gli andamenti sui grafici. Chiarisco meglio:

In questo report ho selezionato la prima e la quarta parola chiave di ingresso sul mio blog e le ho proiettate sul grafico con “traccia righe”. Come potete vedere il grafico (ma non il report) ha ora tre righe colorate, quella blu del totale del traffico e una arancione e una verde per le due keyword selezionate. In questo caso come potete vedere la keyword che porta il maggior numero di visite è una frazione molto piccola del totale, sono un caso da manuale di “teoria della coda lunga” 🙂

Confronti temporali
Siete mai incappati nella scritta “Quando confronti due intervalli di date, viene selezionato un solo segmento avanzato”? se si, stavate come me cercando di fare confronti temporali su segmenti avanzati, operazione che non è mai stata possibile con la vecchia interfaccia. Guardate invece questo screenshot che ho postato su Twitter Venerdì:

[lo screenshot è andato perduto per colpa di Easycaptures]

Si tratta di una esagerazione per testare lo stress del sistema, ma di fatto ho messo quattro segmenti avanzati in un confronto temporale sullo stesso report (otto righe in totale). Questo significa un boost nei tempi di analisi mica da ridere. Ovviamente i dati tabellari sottostanti si comportano di conseguenza, mostrando per ogni segmento nei due periodi i dati e le variazioni percentuali, e con quattro segmenti è piuttosto caotico, ma vi garantisco che anche solo averne due più il confronto è per me una gioia!

Di contro la selezione delle date è stata rivisitata: sparisce – ahimé – la cronologia e resta soltanto il calendario, a cui peraltro sono state tolte le selezioni rapide delle settimane. E’ stato però introdotto un menu a tendina per la selezione veloce di oggi, ieri, ultima settimana e ultimo mese.

Conversioni
La nuova sezione di report “Conversioni” raggruppa sia gli obiettivi sia l’ecommerce: riguardo all’ecommerce spariscono i report entrate totali, tasso di conversione, valore medio ordini e visite all’acquisto. Quest’ultimo inglobato in una scheda del report “tempo all’acquisto”, gli altri erano solo visualizzazioni per giorno di dati già presenti in altri rapporti. Tutti quei dati si possono ora facilmente ricavare variando la metrica visualizzata nel grafico della panoramica e-commerce.

Come saprete adesso è possibile impostare un evento come obiettivo di una conversione: l’interfaccia però lascia a desiderare, come tutte le cose che passano dagli ingegneri agli utenti senza passare per un esperto di User Experience (cioè quasi tutte le novità di Google Analytics 🙂 ). Ve la mostro:

Usando le checkbox si può isolare puntualmente l’evento da usare come goal, usando i classici corrispondenza principale, esatta o espressione regolare su una combinazione si categoria dell’evento, azione, label o valore, e si può usare effettivamente il valore dell’evento come valore del goal (e questo è molto interessante!). Ad esempio possiamo decidere di far scattare un obiettivo alla terza pressione del tasto play su un video tracciato con gli eventi di GA, tanto per fare un esempio classico.

AdWords
La sezione AdWords si espande un pochino: i report adesso sono Campagne (c’era già), Parole chiave (prima bisognava selezionare una campagna o usare il report globale delle keyword), Fasce Orarie, URL di destinazione, Posizionamenti, Posizionamenti delle parole chiave (c’era già) e Annunci TV (interessante questo vero? D ). Adesso è molto più semplice sapere su quali siti sono usciti gli annunci se si è scelto di veicolarli anche tramite AdSense, ma non solo dato le possibilità di placement su AdWords si moltiplicano con il passare del tempo

Cosa hanno tolto
Dalla versione nuova mancano alcune feature: non c’è più il benchmark comparativo (ma si sapeva) e non si può più esportare in PDF e XML (restano soltanto CSV, TSV e CSV per excel); se da un lato posso capire l’XML (lo usavano i programmatori, che con poco sforzo possono passare alle API), l’assenza di PDF sarà una tegola per molti. Non vedo l’in-page Analytics, anche se il report finder mi dice dovrebbe esserci, ne trovo traccia dei report di navigazione degli utenti (pagina precedente e successiva alla pagina corrente).

Insomma, ci sono un bel po’ di novità, che ne dite? 😀


Mar 23 2011

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Muore il report “velocità di connessione”

autore: Marco Cilia categoria: report

La prossima settimana il report “velocità di connessione” che si trova dentro Visitatori -> Proprietà rete verrà eliminato da Google Analytics, ci informano sul blog ufficiale. Laconicamente ci viene detto che la motivazione è che “non sono più capaci di fornire quel dato”, o più realisticamente che quel dato non è affatto corretto e ha poco senso che sia lì.

Sebbene il report sparisca, i dati per quella dimensione fino al 25 febbraio 2011 continueranno ad essere presenti, e la relativa dimensione potrà ancora essere usata nei custom report. Per altri tre mesi inoltre resterà presente nelle API, ma comunque Google dice che è al lavoro per rilasciare qualcosa che possa farci non farcelo rimpiangere. Personalmente credo di averlo guardato 5 o 6 volte in vita mia, voi lo tenevate in grande considerazione?


Feb 17 2011

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Quanto mi frutta il contenuto x?

autore: Marco Cilia categoria: report

Un contenuto, di per sé, non genera nessuna revenue. Esistono visite in cui viene effettuato un acquisto, o realizzato un obiettivo, e ovviamente durante quelle visite vengono viste delle pagine, ma non si può discernere quale contenuto generi quanta quota di fatturato.

Per dire, la domanda esatta che mi è stata fatta era “posso sapere quanto ho incassato grazie a questo o quest’altro contenuto?”. No, puoi sicuramente sapere quali contenuti sono stati visti nelle sole visite che hanno portato una conversione (si tratta di un segmento avanzato predefinito: “visite con conversione”) o che hanno avuto una transazione (segmento personalizzato “transazioni maggiori di 0”), ma lo farai in forma aggregata. Volendo puoi usare il report “percorso inverso per l’obiettivo”, ma solo se da TUTTE le pagine si accede direttamente a un GOAL, e non se si tratta di un ecommerce.

Questo perché esiste una relazione 1 a 1 tra VISITA e FATTURATO di quella visita, mentre esiste una relazione 1 a MOLTI tra la VISITA e le PAGINE VISTE. Analogamente, esiste una relazione 1 a 1 tra la SORGENTE e il FATTURATO, e infatti nei report delle sorgenti di traffico esiste sia la scheda e-commerce, in grado di dirvi quanto fatturato si può attribuire a Google piuttosto che a un dato referral, sia la scheda degli obiettivi, mentre nei report dei contenuti queste schede non ci sono. Non possono esserci.


Dec 31 2010

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BIME – uno sguardo più in profondità

autore: Marco Cilia categoria: report

Tempo fa vi avevo parlato di BIME, un sistema per creare dashboard professionali che importa dati anche da Google Analytics. Poiché per i primi 30 giorni la versione completa è gratuita ho deciso di provarlo meglio e dirvi cosa ne pensavo. Anche perché l’ho promesso a Freédéric, che mi ha telefonato il giorno stesso per sapere cosa ne pensavo (e preciso, a scanso di equivoci, che non mi è stato offerto nulla in cambio della recensione: la faccio perché è in tema con i contenuti di questo blog).

Ogni iscrizione crea un sottodominio dell’applicazione, nel mio caso ovviamente si tratta di https://goanalytics.bimeapp.com, che non linko tanto vi rimanderebbe alla pagina di login. Una volta entrati nel sistema si hanno quattro tab: una panoramica che riepiloga le connessioni, le dashboard e l’attività dei giorni scorsi, una parte di Analyze che serve a creare i report veri e propri, una parte di monitor che serve a visualizzare i dati e le dashboard create e la classica parte di Admin dove creare utenti, gestire l’account, pubblicare le dashboard, eccetera. L’interfaccia è molto carina, e dentro ogni tab le schermate sono rappresentate come facce di un cubo che ruota; il tutto è creato in Flash.

Creare una connessione è abbastanza semplice: dal tab Analyze -> connection builder è necessario dare un nome alla connessione, eventualmente una descrizione, se essa sarà privata (visibile solo a voi) o pubblica (visibile anche agli altri utenti cui darete accesso), una categoria, se i dati dovranno essere messi in cache (cioè copiati dentro BIME, evitandovi di doverli richiedere nuovamente a Google Analytics nel nostro caso), e finalmente il tipo di dato che andrà a riempire la sorgente, tra tutti quelli possibili in BIME. Ecco uno screenshot di come si presenta la schermata di creazione del connettore:

La library delle connessioni è una specie di riassunto di tutte le connessioni che avete, se ne avete più d’una, con eventulmente un dettaglio dei dati che possono essere estratti: nel caso di un connettore a GA dentro ci sono le metriche e le dimensioni che sono normalmente disponibili tramite le API. La library delle query è invece un elenco delle interrogazioni che avete creato tramite l’interfaccia disponibile nel tab Pivot Tables, il cuore del sistema.
La scheda Pivot Tables a prima vista può sembrare parecchio complicata, è una versione ingigantita dell’interfaccia di creazione di un custom report, ma alla fine il concetto è piuttosto semplice: bisogna trascinare gli elementi al posto giusto per creare la visualizzazione che vogliamo. Quindi sulla sinistra c’è una colonna con gli elementi e al centro degli spazi dove trascinarli: colonne, righe, righe che si devono presentare già espanse, metriche, filtri sulle metriche, colori e dimensioni nel caso di grafici. Poi c’è la selezione del tipo di visualizzazione tra tutte quelle possibili.

Ad esempio con tre click creo una heatmap del bounce rate diviso per nazione, restringo la visualizzazione della cartina alla sola Europa, e filtro solo i paesi che mi interessano, eliminando quelli africani e mediorientali che compaiono sulla mappa ma i cui dati non voglio visualizzare.
Oppure con quattro click creo un tachimetro con le pagine/visita con fondo scala a 2.0 pagine per visita, mentre il mio indicatore si ferma a 1,86.
Oppure, con molti click in più, un report che Tommaso Galli mi diceva su twitter come esempio di dimensione secondaria sempre espansa che vorrebbe come regalo di Natale da GA: visite per keyword divise per network location (in questo caso solo da traffico organic e rristrette a dicembre):

Questo è il cuore del sistema, e una volta compreso il funzionamento c’è solo da dare sfogo alla fantasia. Tenendo presente che Google Analytics è solo una delle fonti di dati possibili, capite benissimo che le possibilità sono infinite: potete importare e incrociare dati, cambiare le visualizzazioni, impostare dashboard da dare ai clienti. Servono un paio di giorni per ambientarsi bene, ma considerando che il lavoro di recupero dei dati l’ha fatto tutto BIME, voi potete concentrarvi sulle analisi e le visualizzazioni.

Da quando ho scritto la mia segnalazione BIME è passato alla versione 2, e i prezzi sono stati ritoccati. Adesso la versione base che include il connettore per GA parte da 120$ al mese e comprende 10 connettori, 20 dashboard e 10Gb di storage per la cache dei dati. Se pagate un anno intero avrete il 15% di sconto.


Dec 28 2010

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Desideri di Natale per Google Analytics

autore: Marco Cilia categoria: report

Natale è ormai passato, ma oggi m’è capitato l’occhio su un post di Matthew Curry di Econsultancy.com e sulla relativa risposta di Joe Teixeira su morevisibility.com; entrambi focalizzati sulle richieste di Natale al team di sviluppo di Google Analytics, per miglioramenti o nuove feature che Matthew vorrebbe vedere introdotte e che Joe commenta. Ve le traduco, e inoltre aggiungo le mie note.

  • Matthew: Rendere più facili le combinazioni tra metriche e dimensioni. Matthew si lamenta che spesso non è possibile combinare alcune metriche con alcune dimensioni, e che specialmente via API queste limitazioni fanno perdere tempo prezioso.
    Joe: è sostanzialmente d’accordo, anche se almeno l’interfaccia di creazione di un custom report si preoccupa di rendere non selezionabili le combinazioni non ammesse.
    Marco Cilia: non so quante delle combinazioni non ammesse derivino dalla volontà di Google di renderle indisponibili o da problemi tecnici (alcune non avrebbero proprio senso a prescindere), ma devo dire che fino ad ora non ho trovato grossi problemi. I miglioramenti sono però sempre bene accetti.
  • Matthew: Meno beta. Ci sono ancora troppe funzioni in beta: Intelligence, Analisi in-page, Adwords.
    Joe: Google e beta sono due parole che vanno a braccetto da sempre, non è un fastidio.
    Marco Cilia: ci siamo tenuti cinque anni Gmail in beta, possiamo anche tenerci un paio l’Intelligence, specie se tanto funziona già bene 🙂
  • Matthew: Velocità. Alcune parti dell’interfaccia richiedono fino a 30 secondi per caricarsi.
    Joe: Se si allarga l’intervallo temporale e si applicano tanti segmenti il tempo di elaborazione tende a salire, ma se fosse più veloce sarebbe più contento.
    Marco Cilia: In ufficio io avevo uno strumento enterprise, e comunque richiedeva i suoi tempi. Alcune persone che avevo lo stesso strumento nella versione online mi hanno detto che alcuni report richiedevano decine di minuti per essere calcolati e visualizzati. Non mi dà nessun problema attendere 10 secondi per avere il dato che cerco, anche se ovviamente come tutti non mi dispiaccio se le cose migliorano.
  • Matthew: API più robuste. Matthew vede spesso andare a vuoto le richieste fatte attraverso le API di Google Analytics, e questo mina la possibilità di dare Cruscotti personalizzati ai clienti. Dice anche che almeno in Google Docs il richiamo dei dati di GA dovrebbe essere facilissimo, e invece così non è.
    Joe: Secondo Joe il team ci sta lavorando e presto vedremo un buon irrobustimento delle API
    Marco Cilia: Non ho esperienza così estesa con le API da poter dare un giudizio adeguato, ma concordo che Google Docs dovrebbe importare tutto con pochi clic!
  • Matthew: Meno dati campionati. Specie quando si lavora con le API.
    Joe: E’ importante avere un dato completo e meno accurato, piuttosto che il contrario, come dice Avinash.
    Marco Cilia: Lo dico sempre nei miei corsi: se anche quel che vedete fossero il 90% dei VERI visitatori del sito, non sarebbe comunque più tranquillizzante sapere che quel 90% è coerente nel tempo, piuttosto che concentrarsi sull’avere il 100 un giorno, l’87 il giorno dopo e il 95 quello dopo ancora? le decisioni è meglio prenderle su dati coerenti!
  • Matthew: Più opzioni per i grafici. Matthew suggerisce ad esempio l’istogramma del valore delle transazioni con evidenziazione di anomalie e deviazioni dalla media.
    Joe: non ne sente la necessità, in fondo ci sono cinque tipi di grafici differenti.
    Marco Cilia: Io invece vorrei la possibilità di aggiungere linee di trend in base a vari parametri (secche o medie ponderate a n giorni).
  • Matthew: migliore gestione dei segmenti avanzati. Magari potendoli raggruppare in cartelle, sicuramente abbattendo il limite di 100.
    Joe: è d’accordo.
    Marco Cilia: siamo tutti d’accordo 🙂
  • Matthew: più “contributori principali“. Matthew vorrebbe i contributori anche nel conversion rate e tempo medio sul sito.
    Joe: pensa che ci sarebbe solo più confusione.
    Marco Cilia: Non sono molte le persone che conosco che guardano regolarmente l’intelligence, ancora meno quelle che guardano i contributori principali. Mi trovo d’accordo con Joe, per ora bene così.
  • Matthew: calcoli nei rapporti, cioè la possibilità di calcolare metriche nuove partendo dai dati esistenti.
    Joe: non vuole vedere formule dentro a Google Analytics.
    Marco Cilia: ritengo che presto o tardi arriveranno, è inevitabile. E’ una esigenza troppo forte per tutti, e l’avevo già detto a inizio anno.
  • Matthew: niente più “trucchi” con le URL. Ci sono alcune cose che si possono fare solo modificando un po’ le URL dei report di Analytics (ad esempio l’export di più di 500 righe di report)
    Joe: Non avere trucchi con le URL significherebbe che Google dà a disposizione più dati e più strumenti, quindi è d’accordo.
    Marco Cilia: a me i trucchi piacciono, perché mi piace scovare i post delle persone che li pubblicano, ma ancora una volta Joe ha ragione: più dati e meno “hack” 🙂

(bonus dai commenti al post di Matthew: valute multiple per goal ed ecommerce, etichette per i report in bacheca, abbattere il limite di 50 profili per GA account, Admin per singolo profilo invece che per account, clicktracking alla crazyegg, grafici selettivi solo per alcune righe del report)

Voi cosa aggiungereste? 🙂


Nov 25 2010

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Revenue ed entrate e-commerce

autore: Marco Cilia categoria: report

Mi ha scritto un lettore chiedendomi come mai il numero indicato nella panoramica dei rapporti e-commerce (le vendite di x prodotti hanno generato…) sia differente da quanto indicato nel report panoramica del prodotto (entrate generate dal prodotto). Il suo problema in realtà è leggermente differente, e vedremo di risolverlo, ma la domanda si pone all’interno di un filone piuttoto ricorrente sulle discrepanze dei numeri tra report differenti.

Spesso è solo un banale problema di traduzione dell’interfaccia, anzi di coerenza, perché Google Analytics dà a volte nomi differenti alle stesse cose. Nella fattispecie, quando guardiamo al report panoramica del prodotto il numero espresso è il prezzo dei prodotti netto, senza spese né tasse. Il numero indicato nella panoramica e-commerce è invece la REVENUE,cioè gli introiti totali comprensivi di tasse e spese di spedizione.
L’interfaccia sbaglia di grosso quando presenta nei due report sottostanti la colonna revenue per entrambi: nel primo caso (prodotti) il dato indicato sono le entrate, nel secondo caso invece (sorgente/mezzo) è davvero la revenue. Non che la cosa sia consolatoria, ma il problema c’è anche nell’interfaccia inglese, quindi si tratta di un vero e proprio errore di etichetta del dato: l’etichetta corretta di quella colonna dovrebbe essere Entrate generate dal prodotto (product revenue in inglese).